martedì 11 luglio 2017

Avellino, luglio 1966

Il 20 luglio abbiamo preso un treno per Napoli. Cristina e Giulio ci hanno salutato alla stazione. A Napoli un pullman ci ha portato ad Avellino dove siamo stati fino al 17 agosto a casa di mia suocera Raffaella, mia cognata Norma e cognato Walter. Pino non rimaneva tutto quel tempo con noi, andava e veniva da Roma. Un giorno durante lo struscio pomeridiano sul Corso abbiamo perduto Jan. I marciapiedi erano affollati e ad ogni passo incontravamo vecchi amici, conoscenti e parenti: erano esclamazioni ed abbracci. All'improvviso non si è più visto Jan. Pino, Walter, un amico ed io l'abbiamo cercato con affanno e l'abbiamo trovato vicino alla posta in compagnia di due poliziotti. Jan piangeva, tanto che gli hanno comprato dei cioccolatini. 
Con Pino abbiamo fatto tante visite. Dalla famiglia Palumbo - Irma, Liliana e la loro mamma -  eravamo accolti sempre con grande affettuosità. Gli altri figli, sposati, abitavano in altre località. I nostri maschietti venivano ammirati e coccolati. Durante questi incontri si rievocavano gli anni in cui da giovanissimi facevano musica insieme, Pino cantava e Liliana suonava il pianoforte. E ricordavano di come come Pino e Enrichetto Palumbo insieme ad un gruppo di amici andassero in scena con la loro compagnia d'avanspettacolo. Il debutto era al teatro Partenio nel 1955, il titolo dello spettacolo "Occhio alla città", regia di Pino D'Amore. Ho trovato su internet una foto, per David e per me completamente nuova.


Nel pomeriggio del 25 luglio siamo andati ad Atripalda a trovare mio cognato Nino (Carmine), sua moglie Lina (Raffaella) e i loro figli Steny (Stanislao), Rita e Paola, che allora era una carinissima bèbè.
Un altro giorno è stato dedicato a Chiusano dove abitavano tre sorelle di mia suocera, Clelia, Amelia e Wilma e le loro famiglie. Clelia non era sposata ed era, come la sorella Wilma, maestra di scuola elementare. Tutti ci hanno accolto con calore. Lo zio Emidio, marito di zia Wilma, saputo della passione di David per fucili, spade e pistole gli ha regalato un elmetto italiano della prima guerra mondiale e un fucile da balilla. L'elmetto l'aveva trovato lavorando nei campi.
C'erano dei saldi e in una boutique di Avellino ho comprato un vestitino e un cappottino bianco di mezza stagione che è costato 4.900 lire. La commessa mi ha detto che sembravo una ragazza. E sempre  assieme a Pino ho dato un'occhiata nella bella boutique Nazaro al Corso. Il figlio del propietario era amico di Pino, avevano studiato insieme, non trovando lavoro si era associato al papà incaricandosi anche dell'amministrazione. Mi ha mostrato dei capi che erano rimasti invenduti perchè troppo stretti per la sua clientela abituale. A me andavano a pennello e per un nonnulla mi arricchivo di un originale indumento. In questo modo, anni dopo, quando Sigrid aveva pochi mesi, sono entrata in possesso di un autentico vestito Mary Quant.
Spessissimo andavo con i bambini nella Villa Comunale. Le bambine Lina e Gabriella ci venivano a prelevare. Per David noleggiavo una bicicletta, ci pedalava per tutti i sentieri e le due sorelline, più grandi di lui, ne usufruivano a turno. Amavano anche badare a Jan. Ed io potevo fare qualche ferro a maglia. Di queste bambine ho già parlato in un altro post. Erano vicine di casa quando mia suocera abitava al Corso, vicino alla chiesa del Rosario. All'epoca c'era solo David e a loro piaceva molto fare con lui e me delle escursioni in posti verdi della città. Mia suocera ha poi traslocato in un appartamento sopra il cinema Giordano e anche Lina e Gabriella si sono trasferite altrove. Hanno voluto farmi vedere la casa nuova e insieme a loro, a David e a Jan ci sono andata prendendo un autobus. La mamma era molto contenta di rivederci e ci ha offerto  tè e biscotti.
Penso che sono stata un mese con i bambini ad Avellino per fuggire il caldo di Roma ma neanche qui il caldo scherzava. Mia suocera parlava sempre di Mercogliano come fonte di freschezza. Un pomeriggio abbiamo preso un bus insieme a lei e Norma per Mercogliano. Mamma aveva 30 anni più di me e perciò allora aveva solo 65 anni. Abbiamo trovato veramente più frescura però ai bambini il posto non offriva nessuno svago. Abbiamo consumato qualcosa seduti davanti ad un bar, i bambini ci correvano intorno, li tenevo ben d'occhio perchè nel viale passava molto traffico. In quella stessa strada c'era la funicolare che negli anni seguenti abbiamo preso diverse volte insieme a Pino per andare a Monte Vergine. Il santuario in cima non mi è mai piaciuto con la sua atmosfera fredda, pagana, superstiziosa. Ma la natura là in alto è incredibile, stupenda.
Il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di M.V., venivano da noi tantissimi parenti e conoscenti per assistere dal piccolo balcone e dalle finestre alla processione che in basso passava sul Corso. Molte donne che seguivano il corteo erano scalze. Mia suocera in queste occasioni offriva un dolce squisito fatto da lei: una base con sopra crema di vaniglia e crema di cioccolata. Tutti, a ragione, si complimentavano con Raffaella per questa torta. E' arrivata anche mia cognata Tina (Concetta) con la piccola Rosa che aveva un anno più di Jan. David giocava col suo cugino Diego.
Quando i cuginetti insieme ai loro genitori venivano a farci visita in genere era dopo cena, alle 9 e oltre. David e Jan erano già a letto, stanchi dopo una giornata di giochi. Ma si svegliavano per il gran vocio e facevano compagnia ai cugini.
Ma della mancanza di sonno ne risentivano, spesso erano quello che normalmente non erano: noiosi e piagnucolosi, capricciosi. A David è venuto un tic, sbatteva in continuazione le palpebre e alzava le spalle di continuo. Pino ed io abbiamo fatto controlare i suoi occhi da un amico occulista. Con gli occhi tutto bene, era stanchezza.
In casa ho dato spesso una mano stirando e ogni tanto preparando il pranzo per tutti, per lo più a base di verdure. E come erano ghiotti di frittelle con le mele, di macedonie e di budini. Per tutti, una novità. Per il resto veniva tutti i giorni, meno la domenica, una ragazza a fare le pulizie di casa. Se ne andava dopo aver lavato i piatti del pranzo. La domenica lavavo io i piatti. Le spese venivano portate a casa da donne della campagna che portavano i cesti sopra la testa.
Il 17 agosto pomeriggio ritorno a Roma. Walter ci ha portato in macchina alla stazione di Napoli. E che sorpresa: a Roma Termini ci stavano aspettando Cristina e Giulio. Insieme con un taxi a casa. E un'altra sorpresa da parte di Cristina: per i maschietti soldatini a cavallo e una pistola, per tutti budino e macedonia. Abbiamo cenato insieme dopodichè Cristina e Giulio sono andati a casa loro e noi tutti a nanna.

Nessun commento:

Posta un commento