Il 10 maggio era il compleanno di Flaminia: 10 anni! Con la prima colazione ha avuto i nostri regali, tutti di suo gusto. Io fra altro le avevo fatto a maglia un gilet rosso e l'ha indossato subito sopra un vestitino a righe rosso e nero. Più tardi c'era una piccola torta. Abbiamo cantato per la festeggiata che era molto emozionata. Ha aperto le cartoline, una era di Jan e Jennifer, quella mia e di David rappresentava una mia composizione di foglie: una mia passione di diversi anni fa.
In mattinata, in macchina, siamo andati ad Amsterdam a visitare il Tropenmuseum (Museo dei Tropici). Un edificio bellissimo. Il museo è dedicato alla cultura, all'arte e all'economia delle ex colonie olandesi e di altri paesi dell'aerea tropicale e subtropicale. Un posto dove conoscere e apprezzare le diverse culture del mondo. Come in molti musei d'Olanda anche qui c'è un programma per bambini, si chiama Tropen Museum Junior (data di nascita 1975). In questo periodo c'era per i bimbi una gita virtuale in Marocco, un'immersione totale e interattiva per bambini dai 6 ai 13 anni che Kevin in anticipo aveva prenotato per le sue figlie. Livia e Flaminia ci hanno salutato e con un gruppetto di ragazzini e qualche guida si sono allontanate per prendere un aereo destinazione Marocco. Un posto dove guardare, toccare, sperimentare e partecipare. Un mondo per loro nuovo. Un escursione di circa un'ora. Noi frattanto abbiamo visitato i tre piani. C'era incredibilmente molto da vedere e da ascoltare. Interessantissimo tutto. E quanti colori in mille sfumature. Ci si rende conto di come i paesi occidentali abbiano trovato spunti dall'arte e dalla moda asiatiche e africane. E anche vice versa. Passata l'ora tutti i parenti e i piccoli viaggiatori sono stati fatti salire su un aereo dove, su di uno schermo, venivano mostrati i bambini durante la loro permanenza in Marocco. Ogni bambino è stato fotografato in pose tipiche. Poi con le bambine abbiamo fatto uno spuntino nello spazioso bar-ristorante. Era tornato il freddo, perciò non si poteva mangiare all'aperto sul grande terrazzo che fa parte del ristorante. Più tardi le bambine ci hanno mostrato gli incantevoli spazi dedicati al Marocco. Il museo chiudeva alle 17.00. Ci si sarei rimasta ancora, mi è piaciuto molto.
Flaminia, la festeggiata, poteva scegliere dove cenare. Si è ricordata che tempo addietro avevano mangiato in un posto situato nel quartiere bohémien e multietnico De Pijp ed ha espresso il desiderio di tornarci e perciò siamo saliti in macchina direzione De Pijp. Abbiamo attraversato a piedi la Albert Cuypstraat dove si tiene il più grande mercato di strada di Amsterdam. Le bancarelle erano ormai chiuse e si facevano le pulizie. Guardando in alto ho visto su un davanzale due grandissimi uccelli. Pensavo fossero uccelli ornamentali ma camminando ho visto questi enormi uccelli, Aironi, che cercavano avanzi commestibili fra i rifiuti accumulati. Sono rimasta di stucco.
Il ristorante Bazar si trova in un edificio maestoso che una volta era una chiesa. Siamo rimasti in tema: entrando ci si sente in Marocco, un ambiente imponente medio-orientale diviso su due piani. World Music, murales, clientela internazionale. Il menu in molte lingue, anche in italiano. Abbiamo ordinato piatti vegetariani. Porzioni più che abbondanti su bei piatti.
E' stata una giornata particolare.
Flaminia, la festeggiata, poteva scegliere dove cenare. Si è ricordata che tempo addietro avevano mangiato in un posto situato nel quartiere bohémien e multietnico De Pijp ed ha espresso il desiderio di tornarci e perciò siamo saliti in macchina direzione De Pijp. Abbiamo attraversato a piedi la Albert Cuypstraat dove si tiene il più grande mercato di strada di Amsterdam. Le bancarelle erano ormai chiuse e si facevano le pulizie. Guardando in alto ho visto su un davanzale due grandissimi uccelli. Pensavo fossero uccelli ornamentali ma camminando ho visto questi enormi uccelli, Aironi, che cercavano avanzi commestibili fra i rifiuti accumulati. Sono rimasta di stucco.
Il ristorante Bazar si trova in un edificio maestoso che una volta era una chiesa. Siamo rimasti in tema: entrando ci si sente in Marocco, un ambiente imponente medio-orientale diviso su due piani. World Music, murales, clientela internazionale. Il menu in molte lingue, anche in italiano. Abbiamo ordinato piatti vegetariani. Porzioni più che abbondanti su bei piatti.
E' stata una giornata particolare.
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