Il 5 settembre Jan è andato a prendere Sigrid all’aeroporto. Sono venuti a casa molto tardi perchè al controllo dei passaporti Sigrid ha dovuto affrontare una fila interminabile impiegando almeno due ore. Mentre aspettavano, le altre covittime si sono scambiate fra loro occhiate incredule per questa situazione da terzo mondo. Quando finalmente l’ho abbracciata ho notato che nonostante tutto cio’ Sigrid aveva un buonissimo aspetto. E di nuovo noi tre insieme a New York! Che gioia!
I giorni seguenti Sigrid fortunatamente non ha sofferto il jetlag. Anche lei ha ammirato moltissimo la nuova casa al Bronx e, come ha fatto con me, Jan le ha mostrato il quartiere. Questo zona del South Bronx si chiama Mott Haven. E l’opinione di Sigrid è stata come la mia: ci eravamo aspettate di peggio. Non è bello come Harlem ma ci sono delle buone prospettive, dei miglioramenti stanno già prendendo forma. La nostra strada e quelle attigue sono fra le piu’ belle della zona con affascinanti case stile brownstone e, come Jan, altri proprietari hanno restaurato le proprie palazzine o lo stanno facendo. A poca distanza c’è una biblioteca comunale ma purtroppo non danno più in prestito dvd’s e per me non c’e’ nessun corso da seguire come gli altri anni nelle succursali di Harlem. Ci sono poi anche due supermercati abbastanza vicini e camminando per le strade si incontrano tante scuole con i loro spaziosi cortili per la ricreazione. E come in tutta New York anche qui ci sono tanti community gardens: piccoli giardini dove alcuni volontari coltivano con passione tanti tipi di verdure che spesso poi regalano alle soup kitchens. Anche qui si fa molto per la gioventù con playgrounds e campi sportivi dappertutto. Sono molto più belli e ben costruiti che non in Italia e in Olanda e le e piscine comunali sono a ingresso gratuito: dovrebbero essere un esempio per altri paesi. La lingua che si sente molto da queste parti è lo spagnolo perchè molti abitanti (il 72%) sono di origine portoricana, messicana e dominicana
Sabato scorso siamo andati noi tre all’inaugurazione di un grande murales a due passi di casa. Il lavoro si intitola: “We have a Story to tell” – “Tenemos una Historia que contar” E’ stato eseguito dall’artista cilena Virginia Ayress Moreno con l’aiuto di tanti artisti volontari. Parole di Virginia: “Io sono dalla parte dei nullatenenti e sono contro il razzismo.” C’era musica e un gruppo di signore messicane eseguiva dei balli. Jan ha scattato qualche foto di loro assieme a Sigrid. Abbiamo parlato con diverse persone coinvolte con anima e corpo nell’impresa di migliorare il Bronx.
L’ambiente era caloroso, ci siamo sentiti molto a nostro agio, ben accetti. E’ stata un’esperienza molto simpatica.
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