Helen e John con Daniel 15, Lauren 13, Ryan 9. |
Neanche tanto tempo fa era un rito di spedire prima di Natale tante cartoline in tante parti del mondo e un pensiero volava via con loro. Ne arrivavano in tale quantità che le fissavo a dei nastri. Questi nastri allegri venivana attaccati nell'ingresso in modo che entrando in casa l'occhio ne veniva subito attratto.
Pino (mio marito) preparava un grande presepio in un angolo del soggiorno. Quasi tutte le statuine erano acquistate con cura negli anni, da quando i figli erano piccoli, alle bancarelle di Piazza Navona. L'albero di Natale era da parecchio tempo sostituito con una grande pianta grassa, sempreverde, presa dal balcone.
Quest'anno c'era sul tavolo della cucina un alberello di cartone e nell'entrata, sulla cassapanca, un piccolo presepe. Le bambine si divertivano a spostare le statuine a loro piacere. Le poche cartoline arrivate sono state attaccate al frigorifero e le guardiamo come una preziosità. Ogni anno ne arrivano sempre meno. Una ragione è che molte persone non ci sono più, un'altra è che il più degli auguri arriva con gli e-mails e (ancora) le telefonate. Dal Canada solo da mia cognata Elma sono arrivati i "best wishes" per posta. Sul computer insieme agli auguri c'erano delle foto dei figli delle mie nipoti Helen e Sharon. Non li avrei riconosciuti tanto sono cresciuti e cambiati. L'ultima volta che sono stata in Canada, nel 2002, erano ancora bambini. Adesso non ci vado più. Mia madre teneva unita la famiglia; lei è morta nel gennaio del 2004, a 95 anni. La sua casa non c'è più. Mio fratello Minze, il papà di Diane, Helen e Sharon, anche lui se ne è andato. Le cose cambiano. Io sono senza Pino. Non vado più in Canada ma a New York e a Haarlem.
A Sigrid quando ha visto le foto sul computer è venuto la voglia di andare in Canada con la sua famigliola per rivedere cugini e zii. Quando Livia e Flaminia saranno un pò più grandi.
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