martedì 12 aprile 2011

1974 - quinta parte - Viaggio in Olanda I


Het IJ

Il 6 luglio siamo partiti per l'Olanda. Allora non c'era l'abitudine che abbiamo adesso di viaggiare in aereo. Si prendeva più spesso il treno. Ed era un lunghissimo viaggio. Si partiva alle 4.25 del pomeriggio, con un'ora di ritardo. Faceva un caldo tremendo nel vagone. Portavamo i panini. La prima fermata era Firenze. A Bologna venivano preparate le cuccette. Alle 4 di mattina bisognava alzarci e spostarci perchè il vagone letto veniva staccato. Non c'erano posti a sedere, solo nel corridoio. Il tempo passava lentamente. Si chiaccherava con gli altri passeggeri. Basilea, Karlsruhe, Dusseldorf. Alle 13,30 al confine di Emmerich. Dopodichè il treno si fermava ad ogni stazione. Dopo il Belgio si entrava in Olanda e si vedeva il cambiamento del paesaggio e delle case. Pino e i ragazzi guardavano con euforia dal finestrino esclamando "che bello che bello!" Si attraversava il Brabante e, dopo Utrecht, ecco Amsterdam. Erano le 15.45. Alla stazione ci aspettava con un mazzetto di roselline rosse una cara amica, una suora laica che conoscevamo da Roma, la signorina Sondaal. Col taxi al piccolo albergo al Prinsengracht che la nostra amica aveva prenotato per noi. Tutto era così bello, la città e l'alberghetto, tutto. Anche per me era una novità, osservando questo nuovo mondo attraverso gli occhi meravigliati di marito e figli. Siamo andati poi con la signorina Sondaal da amici suoi che vivevano in una bella casa lungo il canale "Keizersgracht", per vedere la partita di calcio Germania - Olanda, finale del campionato del mondo. Vinceva la Germania. Tutti erano tanto dispiaciuti. Dietro la casa c'era un bel giardino che non si vedeva dalla strada. Dopo aver mangiato qualcosa in qualche parte ci siamo infilati a letto stanchi morti e ci siamo addormentati all'istante.
La colazione al mattino era abbondante e squisita con tanto companatico. Questa prima giornata abbiamo esplorato il centro di Amsterdam. Seduti sui gradini del Rokin abbiamo mangiato delle patatine fritte con mayonnaise, una leccornia come non si trova altrove. Con gli occhi pieni di meraviglia abbiamo fatto una gita in battello per i canali e Het IJ (un ampio fiume).
Dovrei essere più breve nel raccontare le nostre peripezie in Olanda. Però rileggendo il mio diario rivivo ogni momento, e ogni pagina contiene un piccolo, minimo riassunto che fa rigustare le sensazioni di allora e mi risulta difficile non rievocarle. Continuo questo post e come viene viene.
Nel Vondelpark, il giorno dopo, alle 10.30 c'erano tanti hippies che dormivano ancora nel loro sacco a pelo.
Sigrid giocava con tanti bambini in un grande contenitore pieno di sabbia di spiaggia. E' andata via a malincuore. Ci siamo rifocillati nel ristorante che aveva la vista sul campo di calcio dell'Ajax. Jan poi è sceso nel campo. Un piccolo fan dell'Ajax. La cena in un ristorante cinese era più che abbondante.
Una nuova giornata, il 10 luglio. Visita al Rijksmuseum. Abbiamo visto lavori di Frans Hals, Jan Steen, van Averink, Rembrandt: de Nachtwacht - la Ronda di Notte ecc. Bellissimo tutto. Mangiato nel ristorante del museo. In una sala i figli hanno disegnato con il materiale messo a disposizione dal museo. Non se ne volevano più andare. Gentilezza dappertutto. Col tram fino a Oosterpark dove David e Jan hanno giocato a calcio con dei ragazzi bianchi e di colore. Pino godeva guardando lo spettacolo. In quell'epoca in Italia non c'era ancora un'umanità di tanti colori. Dopo la cena in una piccola trattoria abbiamo incontrato alla stazione la mia carissima amica Anneke. Ci conosciamo dall'Argentina dove tutte e due lavoravamo nella Banco Olandès Unido di Buonos Aires e siamo sempre rimaste in contatto. Che gioia rivedersi dopo tanti anni.

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