lunedì 15 novembre 2010

Il gatto Ugo

Ieri pomeriggio ho bussato alla mia vicina di casa per dirle che avevo fatto un dolce e se voleva prendere un tè da me. Ha aperto la porta col cappotto addosso, pronta per uscire. Diceva: "E' morto il gatto, è morto Ugo." Mi ha detto che il giorno prima uno dei figli è venuto a trovarla, ha citofonato dicendo che c'era un gatto là per terra che somigliava a Ugo. Lei ha risposto che non era possibile, Ugo stava dormendo in qualche parte della casa ma dando velocemene un'occhiata in tutte le stanze non l'ha trovato. Era il gatto sul marciapiede, sfracellato cadendo dal cornicione del sesto piano. Dava ancora segni di vita e l'hanno portato dal veterinario che l'ha tenuto sotto osservazione. Ma Ugo non ce l'ha fatta e adesso la mia amica stava andando a riprenderlo e ad informarsi su dove seppellirlo. Flavia era molto triste, aveva diviso diciotto anni di vita col suo micione. Le ho porto le mie condoglianze; mi dispiaceva tanto, Ugo era un gatto adorabile, ogni tanto veniva in casa nostra, amava essere accarezzato. So per esperienza quanto è brutto quando un animale voluto tanto bene passa ad un altra vita.
Per molti anni sono stata una gattara, ogni giorno portavo da mangiare a una colonia di gatti. Avevo diviso i compiti con altre signore, in quei tempi nel quartiere della Balduina c'erano molti gatti abbandonati che procreavono formando delle colonie in diversi posti. Ogni signora badava a una famiglia di mici. Era un compito impegnativo ma remunerato nel vederli in buona salute ed affettuosi.
Pian piano tutti i gatti venivano sterilizzati e col tempo le famiglie gattesche si estinsero. Adesso nel mio vecchio quartiere non se ne vedono più per strada.

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