domenica 14 novembre 2010

Mario Soldati, il vino e l'arte




Ventitrè anni fa, nel 1987, Jan e il suo gruppo, gli Astaroth, si esibiva nei locali di Los Angeles. Nel tempo libero Jan amava dipingere ascoltando musica classica. Per un mese i suoi quadri sono stati esposti nelle vetrine di una famosa casa italiana di alta moda a Beverly Hills. Un giapponese se ne invaghì e ogni volta che veniva in America ne comprava uno o due per poi rivenderli in Giappone. Un giorno Jan venne a sapere che quel mercante d'arte aveva perduto tutti i suoi averi in borsa e perciò non aveva più possibilità di muoversi. In quel periodo il gruppo di Jan si sciolse. Lui trovò lavoro in Alaska e ci rimase per sei mesi. Una volta tornato a Los Angeles ha conosciuto una bella ragazza americana e si sono sposati.  La moglie per lavoro è stata trasferita a New York e così si sono stabiliti in quella città. Jan ha continuato a fare mille lavori e a dipingere. Ha partecipato a qualche mostra collettiva ma non ha più incontrato un altro "Giapponese" che apprezzasse i suoi dipinti. Dopo aver preso il Master in museologia e lo stage di sei mesi al Guggenheim Museum gli è venuta un'antipatia per il mondo dell'arte e ha trovato la strada del vino. Frattanto ha divorziato. La sua nuova compagna è Jennifer.
Ieri è arrivata una mail da Jan sulla mia posta e anche su quella di David. Ecco cosa dice:
Finalmente ho trovato la frase che eleva la mia professione e la valorizza forse oltre il dovuto. E' di Mario Soldati e descrive l'iter di Renato Castellani, regista cinematografico degli anni 40/50:
"Castellani soccombette di nuovo alla sfiducia.....si dedicò al vino....con un processo psicologico: il vino come transfert di una rivalsa nei confronti di una delusione artistica e morale, il vino come parziale consolazione."
Quando stavo con Jan a New York, in settembre, stava leggendo il libro di Mario Soldati "Vino al vino". Questo libro è una fotografia anche enologica dell'Italia degli anni tra il '68 e il '75. Una frase del libro dice: "l'arte del vino quanto è difficile."
Il 6 novembre scorso leggevo su un quotidiano un articolo di Paolo Rossi. Fra l'altro diceva: "Se hai troppo talento probabilmente disturberai il gruppo storico. Non avrai vita lunga se all'inizio non nascondi le tue capacità. Devi conquistare il rispetto dei mediocri. Questi in Italia (ed io dico non soltanto in Italia) sono importanti in tutti i settori. (P.R. in questo articolo parla del mondo del teatro) Si svegliano sempre due ore prima di te e in quelle due ore studiano come fregarti mentre tu dormi.".
Beverly Hills 1990
Io davanti ai miei occhi ho i validi lavori dei miei figli e la mia speranza non si arrende, prima o poi - meglio prima- un "Giapponese" se ne innamorerà.

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