venerdì 11 febbraio 2011

Senzatetto - Senzaletto


Quando alla sera mi infilo nel mio bel letto comodo, sento beatitudine e gratitudine. Il piumino mi avvolge con morbido calore, la borsa d'acqua calda: la mia coperta di Linus. Mi giro trovando la posizione giusta per aspettare il sonno. Mando nell'etere un grazie per questo mio lettuccio, accompagnato da un lungo pensiero a tutti i miei cari sparsi di qua e di là. Ma immancabilmente vedo in un lampo tutta la gente che in questo rione dorme per strada, nel freddo. Perchè io ho un letto, una casa e loro no? Caccio via questi pensieri, già di giorno ne ho piena la testa. Mi addormento, ma delle volte rimango sveglia a lungo.
Nel quartiere dove abitavo prima non si vedevano questi poveri abbandonati dall'uomo e dagli dei. Attraverso i media ne ero a conoscenza, sentivo dispiacere ma questi problemi altrui si aggiungevano agli altri innumerevoli  problemi personali, nazionali e internazionali. La sofferenza dell'umanità e del mondo animale non ha limiti. In questo quartiere dell'Esquilino vedo con i miei occhi  tanti esseri umani disgraziati. Uomini che di notte dormono sopra pezzi di cartone in qualche portico di un palazzo ecclesiastico, sulle panchine dei giardini pubblici, per terra sotto i portici di Piazza Vittorio, appoggiati contro le saracinesche di un negozio. Non soltanto uomini, anche donne. Capita che dei volontari diano loro una coperta, ma questo è da considerarsi un gesto alquanto ipocrita, perchè allontanandosi per i propri bisogni, per chiedere elemosine o per chissà che, le coperte si perdono:  non c'è un ripostiglio dove conservarle per la prossima notte. E così ci sono oltre agli uomini anche le coperte abbandonate. Molti di questi clochards si danno al bere. Con le elemosine racimolate comprano birra e vino. Bevendo smorzano il senso della fame e il senso della loro sfortunata esistenza. Nelle strade li vedo seduti sui gradini, con le loro facce rosse e gonfie, spesso in gruppetti di tre o quattro, come per consolarsi, parlando la stessa lingua e vivendo la stessa condizione. Io so dai libri sulle vitamine che anni fa ho portato dal Canada, che quando una persona dedita al bere viene nutrita bene e le vengono somministrati integratori vitaminici e minerali in grandi quantità, la voglia di alcool scompare del tutto perchè l'alcolismo è spessissimo un segno di denutrizione  (Abram Hoffer, M.D. and Andrew Saul: "The Vitamin Cure for Alcoholism - Orthomolecular Treatment of Addictions").
Sento empatia e impotenza. A quale dio rivolgersi per un aiuto?

Nessun commento:

Posta un commento