Quando stavo in Olanda, nel 2004, in un libro regalatomi da Sigrid e Kevin per il mio compleanno, ho scoperto l'esistenza degli haiku, non ne sapevo niente ma subito mi sono sentita attratta da questo modo di fare poesia tanto che mi sono recata nella fornitissima biblioteca comunale di Haarlem e sono tornata a casa con diversi libri sul tema. Ogni volta che potevo mi immergevo nell'affascinante lettura.
Haiku è una forma di poesia che in Giappone è praticata da più di cinque secoli, da grandi poeti ma anche dal popolo. Con parole semplici e mai complicate queste poesie dicono tante cose o fanno intuire tante cose, fanno pensare. Haiku sono delle poesie senza rima e sono composte da tre strofe, la prima è di cinque sillabe, la seconda di 7 e la terza di 5. Haiku vuol dire "poesia scherzosa", non vuole essere bella, anche se spesso lo è, ma piena di significati. Parla del paesaggio, dei fiori, degli animali, delle cose intorno all'uomo e dell'uomo stesso.
La forma di 5-7-5 sillabe che come un'onda arriva, si spande e si ritira, è l'essenza dell' haiku. In Olanda i nuovi poeti si esprimono con frasi apparentemente semplici ma capaci di scavare nel profondo. Queste nuove tendenze hanno dei punti in comune con la poetica haiku. Lo studio del pensiero orientale e dello Zen-Buddhismo fa capire meglio l'arte dell' haiku. Ad una prima lettura questi versi possono sembrare bozzettistici, ingenui e poco significativi ma R.H.Blyth (esperto di haiku) dice: "Leggere haiku ingegna più del leggere poesia abituale e non conosco niente che dia più soddisfazione."
Poeti di tutte le nazionalità scrivono poesie haiku nella propria lingua.
In biblioteca, a Roma, ho trovato il libro di un grande poeta haiku giapponese tradotto in italiano, il suo nome è Matsuo Basho (1644-1694). Trascriverò nel prossimo paragrafo alcune delle sue poesie che trovo bellissime.
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