domenica 2 marzo 2025

Argentina 2

 

Di fronte alla stazione c'era un negozio di dischi che mandava musica a tutto volume che si diffondeva nelle strade. Una volta che scendevo dal treno mandavano Eduardo Falù e mi sono fermata ad ascoltare questa musica struggente che mi colpiva profondamente. I testi parlavano della vita argentina, dei gauchos, della pampa. Ho comprato il disco. Che mi ha poi seguito di viaggio in viaggio, di casa in casa. Anche i miei figli da piccoli lo hanno ascoltato quando il giradischi di casa lo suonava. David lo conosce a memoria e lo trova sempre incredibile.

 

                                        https://www.youtube.com/watch?v=7fOXfaTX_Xo&  list=PLL8EOw8e3WXo3YMH40FLhSqkBuERu_uHM 

Mio fratello Henk era un appassionato conoscitore di musica classica che tutti noi ascoltavamo con sommo piacere. Quando Henk veniva a sapere che io dopo il lavoro la sera rimanevo in città mi dava una lista di dischi da cercare in un grande e fornitissimo negozio di musica aperto tutta la notte. I cinema, con lo stesso biglietto, ti offrivano 2-3-4 films di seguito e durante gli intervalli sul palco c'erano dei piccoli shows di ballerini di tango e chitarristi. Nella piccola città di Ramos Mejia, dove abitavamo, sono andata con i miei fratelli al cinema. Non ci hanno fatto entrare perchè per via del gran caldo loro avevano i piedi nudi e i sandali. Casa nostra era vicina e così siamo corsi a mettere i calzini. Una volta tornati al cinema un usciere aveva un'altra obiezione da farci: i miei fratelli erano sbracciati e dovevano coprirsi. Un'altra corsa a casa per mettere le giacche. Poi, alla fine, una volta dentro, con grande piacere ci siamo sorbiti tre o quattro films intervallati da altrettanti spettacolini. Una volta, dopo essere scesa dal treno, mi sono avviata verso casa. Un giovane uomo che abitava nella mia zona e che conoscevo di vista ha fatto un tratto di strada insieme a me. Sull'altro marciapiede camminava mia madre che è entrata in un negozio di alimentari. L'ho indicata e ho detto: "quella è mia madre".Il mio accompagnatore ha esclamato: "ma è più bella ti te!". Io l'ho raggiunta nel negozio proprio mentre il proprietario con grande dedizione era intento a servirla. Qualche giorno prima in casa era successo questo: ho letto ai miei un articolo di una rivista che suggeriva di essere sempre gentili con gli altri, avere sempre il sorriso pronto e fare dei complimenti, ad esempio: che bei capelli che ha! Qualche giorno dopo mia madre mentre faceva la spesa nell'alimentari con tono ammirato ha detto al proprietario: "ma che bei capelli che ha!". Lui, che era completamente calvo, dopo il primo stupore è scoppiato in una risata che non finiva più. Mia madre era molto spiritosa. Quando ho cominciato a lavorare in banca scendevo alla fermata Plaza de Majo. Uscendo all'aperto il riverbero del sole sulle chiare mattonelle della piazza era accecante. Passando per Casa Rosada, la residenza di Juan Peròn, sbucavo in Via 25 de Mayo dov'era la sede della banca. In quei tempi i giornali parlavano di manifestazioni violente in quella piazza ma io non mi sono mai accorta di niente. La mattina presto, prima di uscire, aiutavo mia madre con le faccende di casa e poi a volte uscivamo assieme in direzione mercato dove lei si fermava e io proseguivo per la stazione. Quando però le borse con la spesa erano troppo pesanti io non potevo non riaccompagnare mia madre a casa perdendo così il mio treno abituale ed essendo costretta ad attendere il prossimo. Al lavoro timbravo il cartellino in ritardo ma venivo perdonata perchè quando c'era bisogno di rimanere un quarto d'ora in più lo facevo volentieri. La frutta in Argentina era eccellente, dolce e succosa. In famiglia ci siedevamo attorno ad una ciotola stracolma di mandarini e li mangiavamo come fossero dolci squisiti, mai mangiato più dei mandarini così buoni.. Il nostro cane partecipava allo spuntino con golosità. Perchè da un pò di tempo avevamo un cane, preso al canile di Buenos Aires. L'abbiamo chiamato Kazan. Aveva tutto il giardino a disposizione e poteva entrare in casa quando voleva. A volte quando avevo tempo lo portavo a spasso al guinzaglio e così ho conosciuto un ragazzo della mia età che portava a spasso il proprio cane. Il ragazzo si chiamava Roberto e frequentava l'Accademia di Belle Arti. I suoi genitori erano russi e lavoravano tutti e due. Ogni sabato Roberto andava a lezione di russo. Eravamo come sorella e fratello perchè assomigliava ai miei fratelli, sia d'aspetto che nei modi. Sono stata a casa sua e lui ha messo un disco di musica classica: ci siamo sdraiati sul tappeto ad ascoltare rapiti. Che bei momenti. Un giorno per strada ho trovato un giovane cane in preda agli spasmi, che non finivano più. Assieme a Roberto l'ho portato dal veterinario che ci ha detto che non c'era rimedio alle sue sofferenze, l'unica cosa da fare era sopprimerlo. Ed è stato fatto, con mio sommo dispiacere.

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