Siamo arrivati a London Ontario a fine estate, faceva ancora molto caldo. Le estati lì erano caldissime e umide, forse per la presenza dei numerosissimi laghi sparsi per tutta la regione. Gli inverni erano gelidi, sempre con neve e ghiaccio (la temperatura può arrivare a freddi polari). Il grande ventilatore fissato sul soffitto del soggiorno dava pochissimo sollievo. Forse perchè eravamo giovani il caldo lo sopportavamo.
London era soprannominata Forest City per i tanti parchi presenti sul territorio. A poca distanza da casa nostra c'era un grande parco posizionato sulle sponde del fiume Thames: c'erano tavoli e panchine di legno per i picnics. Veniva spesso da noi Vic, il vicino di mio zio, che era molto solo e carcava da noi il calore della famiglia. Lui ci ha fatto un pò da guida dentro London portandoci, tra l'altro, alla biblioteca comunale dove abbiamo preso in prestito tanti dischi di musica classica a noi sconosciuta: che godimento ascoltarla! Ascoltando la musica country i tangos argentini sono caduti nel dimenticatoio. Una canzone mi è rimasta nella memoria: I'm in the jailhouse now. Il bel mercato coperto si trovava al di là di un ponte di ferro sul fiume, alla fine della nostra strada. Si passava accanto poi ad un bel museo dove, da sola, ho visto e rivisto le opere di tanti artisti canadesi. Di fronte al mercato c'era un negozio chiamato Holland Store dove vendevano oltre a merce generica vari articoli olandesi: oggetti, cibarie e altro. Sullo stesso marciapiede c'era un supermercato: il primo che ho visto in vita mia. Abbiamo comprato per 100 dollari una vecchia macchina di marca Kaiser e su questa macchina Vic ci ha insegnato a guidare: così, in poco tempo, io e i miei fratelli abbiamo preso la patente. Le distanze in Canada erano enormi e una macchina era necessaria. Intanto mio padre, Minze e Henk hanno trovato lavoro come manovali. Io, tentando di ottenere un lavoro nuovo, ho preso un autobus che mi ha portato all'aeroporto di London dove speravo di poter sfruttare la conoscenza che avevo di varie lingue. Il sovrintendente mi ha ricevuto nel suo ufficio e dopo avermi ascoltata mi ha detto: "Honey, i nostri piccoli aerei coprono percorsi regionali e non si spingono al di fuori del Canada, perciò non abbiamo bisogno di interpreti poliglotti." In Argentina in tanti mi avevano detto che avrei dovuto fare la modella. Ho aperto la guida telefonica e ho trovato un'agenzia di modelle. Ci sono andata. La direttrice mi ha osservato attentamente, mi ha fatto camminare nel suo salone e raccogliere un oggetto che lei aveva poggiato in terra. Si, andavo bene per la sua agenzia: se si fosse presentata l'occasione di sfilare a Toronto per qualche boutique mi avrebbe chiamata. La proposta mi sembrava alquanto vaga e così sono andata alla London Life Insurance Company che occupava un intero isolato. Nell'ufficio del personale mi hanno accettata e ho immediatamente iniziato a lavorare nell'archivio, lavoro estenuante. Tornavo a casa stancchissima e mi sdraiavo sul divano. Nell'archivio si lavorava con tubi dove mettevamo le carte richieste che venivano spedite grazie all'aria compressa. Durante i primi giorni di lavoro ho dovuto sottopormi ad una visita medica generica, era la prassi. Solo allora sono venuta a conoscenza della mia effettiva altezza: 1,71 (five feet six and a quarter). Poco tempo dopo mi hanno sottoposta ad un piccolo test per mettere alla prova la mia conoscenza dell'inglese; mi hanno quindi assgnato una scrivania in un vasto ufficio con tante altre scrivanie. Il mio compito era quello di rispondere alle lettere dei clienti. Le risposte le dettavo ad una dattilografa e lei le batteva a macchina. Una volta sono andata in archivio per cercare alcuni documenti. Tornando al mio ufficio, sulla soglia, un giovane appena davanti a me ha aperto la porta e, invece di tenerla aperta per farmi entrare me l'ha sbattuta in faccia.
C'era un intervallo-pranzo di un'ora e, a mensa, per un prezzo simbolico di 20 centesimi potevi scegliere tra un piatto caldo o dei sandwiches che venivano preparati all'istante col ripieno a scelta. Per dessert una coppa di gelato oppure una fetta di dolce. Sui tavoli bottiglie di Ketchup e un grande contenitore di gambi di sedano. Per me era una novità vedere la gente mangiare sedano col ketchup. Dopo ci si rilassava in un bel salone con poltrone, tavoli con riviste e un pianoforte oppure si poteva fare una breve passeggiata nel Victoria Park che era lì di fronte. Lì c'era un gazebo dove occasionalmente si esibivano delle orchestre. In questo parco, come dappertutto, c'erano numerosissimi scoiattoli.
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