Dopo Coney Island Jan ed io abbiamo preso la metro per Eastern Parkway a Brooklyn dove si svolgeva l'annuale parata caraibica, qui chiamata Caribbean Parade oppure West Indian American Day Parade. Ci partecipano i newyorchesi con ascendenza caraibica. Questo giorno si festeggiava il 43mo anniversario. Viene celebrata la cultura delle isole dei Caraibi con costumi piumati e musica reggae e calypso. Tutte le isole, incluse St.Vincent, Giamaica, Guyana, Trinidad, Barbados e Haiti prendono parte a questa sfilata e ognuna si distingue per le proprie maschere e colori che sono grandiosi.
Tante bancarelle con prodotti tipici delle isole e cibarie varie. Migliaia di spettatori lungo la strada dove avanza la parata.
Spostandoci qua e là, scansando il più possibile la puzza di carne arrostita sulle griglie e la musica trasmessa a volume insopportabilmente alto dai carri che passavano, abbiamo trovato un posticino da dove poter vedere almeno qualcosa dell'evento che viene considerato "New York City's biggest and cultural pride". Jan ha scattato un paio di foto tenendo il cellulare sopra la testa.
Qui lontano dalla brezza marina faceva un caldo afoso, che era un bene per le migliaia di partecipanti nei loro minuscoli costumi variopinti, molti dei quali indossati da belle ragazze, ma purtroppo l'obesità ha il sopravvento. Essere sovrappeso è talmente diventata la norma che con noncuranza (e orgoglio?) i ciccioni espongono la loro nuda carne stra-abbondante e spesso tremolante. Si vede con chiarezza che vergogna non ne provano. Noi che guardiamo sentiamo imbarazzo e pena nel posare lo sguardo su questi corpi deformati. Alle cinque eravamo a casa a Harlem, nella quiete. Bella musica, un bel libro, una bella cenetta. Il mio primo giorno newyorchese alle spalle. Un pochino di jetlag lo sentivo.
Fra le piu' snelle |
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