Imagine |
La domenica mattina dell'11 settembre io e Jan abbiamo fatto una lunga camminata per arrivare alla Columbia University che si trova fra Amsterdam Avenue e Broadway. Dopo aver dato un'occhiata ai libri di seconda mano sulle bancarelle di Broadway ci siamo seduti nella piazza del campus in mezzo agli edifici dell'Università. In un' aiuola, ficcate nell'erba, c'erano tante bandierine per ricordare le vittime dell'attacco terroristico di dieci anni fa. In tutta la città si svolgevano simili manifestazioni silenziose.
Quest'università la vediamo parzialmente dalla finestra del "nostro" appartamento. Viene frequentata dal fior fior dell'intelligenzia che possiede pure un bel conto in banca. Gli studenti vengono da tutto il mondo e ormai vestono tutti nello stesso modo, per lo più casual. Ci sono altre buone università a New York. Jan ha preso il suo Master in Museologia all'Università della città di New York, gli sono rimasti diversi amici di quell'epoca e ogni tanto si incontrano.
Nel pomeriggio eravamo al Central Park, di fronte al palazzo condominiale Dakota, nell' Upper West Side all'altezza della 72a Strada, dove John Lennon alloggiava e fu ucciso (Yoko Ono ci abita ancora). In suo onore, appena entrati nel parco, c'è una sezione a lui dedicata, a cui è stato dato il nome di una famosa canzone dei Beatles: Strawberry Fields Forever. Al centro di quest'area c'è un mosaico circolare, che è una riproduzione di un mosaico di Pompei, con nel mezzo la parola Imagine, il titolo di una celebre canzone di John Lennon. Il giorno del suo compleanno (era nato il 9 ottobre 1940) i suoi fans decorano questo cerchio con fiori ed oggetti. Anche questo giorno sul mosaico c'era una composizione di fiori per ricordare le vittime delle due Torri e gente intorno che si faceva fotografare. Sulle panchine ai due lati sedeva un concentrato di popoli: si sentivano tante lingue. Un pò oltre un gruppo che suonava musica dei Beatles e ascoltatori tutti presi che seguivano le parole sottovoce. A me sembrava che fosse lo stesso gruppo dell'anno prima. Uno della band in modo dominante, sembrava la voce leader. Il cofano di una chitarra che stava per terra faceva intravedere tanti dollari. Il buffo è che questo cantante leader lo abbiamo più tardi incontrato in un altro posto; cantava accompagnandosi maldestramente con una chitarra, da principiante. E cantava anche maluccio. Nel fodero della chitarra aperto qualcuno metteva un soldo, m'immagino più che altro per pietà. Un signore si è avvicinato e gli ha chiesto perchè non avesse continuato a cantare col gruppo di prima. Lui ha risposto, alzando le spalle: "Non mi hanno voluto." Vuol dire che si era aggregato al gruppo senza un loro invito e durante un intervallo l'hanno mandato a quel paese. Appoggiandosi al loro accompagnamento riusciva a cantare, da solo, senza un sostegno, era sperduto.
Il parco era affascinante come sempre, molto pulito e ben tenuto con nessun segno di vandalismo. Negli scorci tra gli alberi si intravedevano i grattacieli. Il bambino giocoliere dell'anno scorso si esibiva in un viale, questa volta senza la presenza della sorellina. Il Sheep Meadow (prato delle pecore) che di solito è pieno di gente che prende il sole, questo giorno grigio era stranamente vuoto, però sul laghetto c'era un movimento di rematori. Al Central Park non ti bastano gli occhi e non ci si annoia mai.
Midtown all'orizzonte |
Bethesda Fountain e lago |
Sheep Meadow |
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