In passato è successo che mio marito, portandomi con se al lavoro, mi presentasse ad alcuni colleghi, dei tecnici. Più tardi reincontrandoli per strada non li ho riconosciuti. La mia scusa è stata: "Adesso sembrano diversi perchè non hanno più il camice bianco."
Tra tutte le facce che vedo solo alcune non riconosco. Perchè? E' stato un dilemma finchè non ho letto un articolo su un giornale italiano che parlava di prosopagnosia. Tornando da New York in aereo ho letto su di una rivista, The New Yorker, che Jan mi aveva messo in borsa per il viaggio, delle interessanti pagine sullo stesso argomento, anche questa volta scritte da Oliver Sacks.
Oliver Sacks è un neurologo che soffre di prosopagnosia da quando era bambino, non riconosceva neanche amici e parenti. Non sapeva che fosse un handicap, pensava che tutti fossero come lui. Per non offendere nessuno per strada salutava tutti quelli che incontrava. Per la sua inabilità nel non riconoscere facce si è trovato spesso in situazioni imbarazzanti. Oltre a soffrire di prosopagnosia, soffre anche di topographical agnosia, cioè non sa ritrovare la strada. Ha difficoltà persino a ritrovare la propria abitazione. Sa ormai che questi difetti hanno una base neurologica e che tantissime persone nel mondo ne sono affette. Anche l'artista Chuck Close crede che i propri dipinti siano stai influenzati dalla prosopagnosia.
Io, per fortuna sono solo lievemente sfiorata da queste due patologie. Le mie gaffes hanno spesso portato allegria e risate in famiglia.
P.S. Prosopagnosia vuol dire: non identificazione delle facce.
Chuck Close - Autoritratto |
Nessun commento:
Posta un commento