domenica 31 ottobre 2010

l'Arte? Da queste parti

Astaroth
Blues & Verdura - Trastevere 2007.


Dopo la scuola media David e Jan hanno scelto il Liceo Artistico. Sigrid invece ha optato per il Liceo Linguistico dicendo che bastavano due artisti in famiglia. E così ha smesso del tutto di disegnare e dipingere.
I due fratelli erano molto portati per le materie artistiche, tanto che dopo il Liceo si sono diplomati all'Accademia di Belle Arti con ottimi voti. Jan per un anno ha seguito alla Sapienza il corso di Storia dell'Arte.
Continuavano a dipingere e ad incidere (acquaforti). Tanti anni fa David, mentre dipingeva sul balcone dell'altra casa, mi ha detto: "quando dipingo sono veramente felice". Queste parole mi sono entrate nel cuore, non le scordo mai.
David ha fatto diverse mostre, in Italia e all'estero, qualche volta insieme a Jan. I critici avevano parole di lode. Tutti e due erano anche impegnati con la musica. David ha cominciato da piccolo a suonare la chitarra acustica ed elettrica. A vent'anni faceva parte di un gruppo, i Wild Way. Suonavano in tutta Europa e anche sulle scalinate di Piazza di Spagna richiamando un gran pubblico. Mio marito ed io andavamo delle volte a dare un'occhiata e vedevamo la gente, grandi e piccoli, entusiasta. Ancora adesso suona in un paio di gruppi con i quali fa dei concerti. A casa compone e registra la sua musica.
Jan invece già da piccolissimo era fissato coi tamburi, non so quanti ne ha sfondati con le bacchette e una volta rimasto senza usava delle scatole di cartone, sfondandole. Una volta cresciuto, con i soldi di lavoretti fatti qua e là si è comprato una batteria di seconda mano e pian piano è arrivato ad averne una nuova. Aveva un gruppo che si chiamava Astaroth. Per tentare la fortuna ventitrè anni fa gli Astaroth sono andati a Los Angeles, ma dopo un pò di tempo il gruppo si è sciolto. Jan si è poi trasferito a New York e dopo molte peripezie ha imboccato un'altra strada, è diventato importatore di vini italiani. Questo mestiere gli piace molto. Dipinge e suona per hobby.
I lavori pittorici, i disegni e le incisioni con i quali abbiamo decorato le pareti di questa casa sono bellissimi.
Chiederò a David di farne delle foto. David ha fatto anche delle mostre di fotografia in gallerie e musei importanti.


Wild Way a Piazza di Spagna nel 1983

sabato 30 ottobre 2010

L'Arte? Mettila da parte..........Nè arte nè parte

Entrando in un museo per prima cosa mi piace andare al reparto Arte Contemporeana. Mi affascina quest'arte spesso così fantasiosa. Giro e vago per le sale, torno indietro per guardare un'altra volta un lavoro che mi ha colpito. Vado avanti, torno indietro, affondo nei colori e nelle forme, vengo trascinata.
Tanti sono i lavori che mi piacciono e mi assale spesso il pensiero che i lavori di David e Jan non sfigurerebbero  in queste sale. Anzi, sono più belli di tanti qui esposti. E a volte mi domando:  "Che cosa hanno certe opere per essere mostrate in un museo? Come mai sono arrivate qui?"
Vedo anche delle installazioni che per me sono delle buffonate, delle prese in giro. Sono entrata una volta in una galleria e per terra erano sparse delle bottiglie di plastica vuote.  Si erano dimenticati di pulire il pavimento? No, quella era l'opera. 
Per sfizio ho dato un'occhiata su Google. Ho scritto: "l'Arte Moderna, una presa in giro?" Con mia grande sorpresa è venuta fuori una pagina proprio con questo titolo che cominciava con una video intervista  di Cristian Lovatelli Ravarino al grande pittore Leonardo Cremonini, l'unico pittore italiano che incuriosiva Francis Bacon. 
Francis Bacon
Leonardo Cremonini
Riassumendo, si diceva che oggi il sistema galleristico-museale nonostante la sua enorme proliferazione non è in grado di intercettare non solo tutti i nuovi grandi talenti, ma anche quelli medi, e che molta della merce da loro spacciata per arte sia solo una sofisticata presa per i fondelli. La responsabilità dunque è del sistema che comprende le gallerie, i critici, i musei, i collezionisti, gli assessorati alla cultura ecc. che  mettono sul mercato questa finta arte, priva di qualità creativa, concepita come merce, rozzo manufatto spesso seriale. L'artista a volte non solo non realizza manualmente l'opera ma la fa costruire da altri dando, succede, indicazioni telefoniche al laboratorio che si appresta alla realizzazione.  

martedì 26 ottobre 2010

L'entrata



Prendo l'ascensore fino al sesto piano e come ogni volta penso che questi ascensori a gabbia siano i migliori perchè non claustrofobici, vedi passare ogni piano e la luce entra dappertutto. Faccio i giri di chiave, entro in casa, accendo la luce e nell'entrata, davanti a me vedo appeso un grande quadro di David molto colorato che rappresenta un uomo che suona un tamburo, i suoi capelli rossi dritti in testa toccano quasi un grande pesce volante col becco aperto. Come tutti i lavori di David anche questo è molto particolare, non c'è nessuno al mondo che dipinge, incide e disegna come lui. Jan ha lo stesso grande talento con un altro stile, crea anche lui dei soggetti metafisici, misteriosi. A New York guardavo a lungo i suoi lavori appesi alle pareti e gli chiedevo delle spiegazioni. Quando Sigrid era piccola anche lei come i fratelli disegnava e dipingeva volentieri. Avrà avuto sei anni quando ho visto in una rivista l'annuncio di un concorso per bambini, alle mamme veniva chiesto di mandare un disegno floreale. Ho messo uno dei tanti disegni in giro per casa in una busta e l'ho spedito. Grande è stata la sorpresa quando è arrivata la notizia che Sigrid aveva vinto il primo premio: per lei una bella scatola con tutto il necessario per dipingere e per la mamma un mazzo di fiori al mese per un anno.
Nell'ingresso abbiamo messo gli stessi mobili dell'altra casa, meno un armadio-guardaroba. 
Passando nel corridoio si vedono altri lavori esposti sulle pareti. 
Una cantina non l'abbiamo, purtroppo. In compenso nel corridoio ci sono due ripostigli e un piccolo soppalco dove abbiamo accatastato un mucchio di cose.
Il pianerottolo

La cucina

La cucina com'era prima






La cucina com'è adesso

Attigua alla cucina c'era una piccolissima stanzina di forma strana, fornita di una stretta finestra. Abbattendo il muro la cucina si è ingrandita e con una finestra in più è tutt'altra cosa. Con il tavolo e la piccola scrivania della cucina vecchia, più il mobile, cassetti e lampade dell'Ikea è diventata una bella stanza accogliente. Quando figli e nipoti vengono dall'Olanda e dall'America c'è posto per tutti intorno al tavolo. Livia e Flaminia ci disegnano volentieri (Flaminia?). Nelle vacanze scolastiche primaverili Livia e il suo coetaneo Antonio, nipote di Laura, ci hanno fatto tanti lavori d'arte con carta, colori, forbici e colla. Si staccavano dalla loro creatività solo per andare tutti insieme ai giochi di Piazza Vittorio.
Anche qui  hanno trovato una locazione quadri e quadretti.
Il tavolo è comodo anche per leggere il giornale e ci ricevo le amiche che vengono per il pranzo o per un tè. Non divido spesso i pasti con David e Laura, ognuno di noi ha la proprio vita. A me piace comunque sentire la loro presenza e quando torno da fuori e mi accoglie la musica che David sta suonando, mi fa star bene. Con Jan ascoltavo sempre della musica classica da un programma del computer mentre
 
tutti e due stavamo lavorando. Che cosy. Questi figli miei, come gli voglio bene.





Il bagno




Da brutto anatrocolo il bagno si è trasformato in un bagno-cigno.
Dove prima c'era la vasca ora c'è una cabina doccia, in questo modo si è creato il posto per la lavatrice.
All'esterno della cabina, sulla parete, sono stati realizzati degli scaffaletti in muratura per gli articoli da toilet. In questa zona del bagno si trovano anche il water e il bidet. La parete sopra i servizi igienici è diventata una mostra permanente di piccoli quadri. C'è fra altro un piccolo dipinto eseguito da Sigrid quando aveva quattro anni e che lei aveva intitolato "Spettatori al teatro".
Il bagno com'era prima
L'anno scorso è stato aggiunto un collage che Livia ha fatto quando aveva quattro anni. In alto è rimasto uno spazietto libero e a  Livia ho detto che lo lasciamo così per attaccarci qualcosa di Flaminia quando avrà compiuto quattro anni. Livia ha guardato attentamente e la sua conclusione è stata: "Sicuramente il lavoro di Flaminia sarà molto bello, più bello di quello di mamma, perciò mettiamo in alto quello di mamma e giù mettiamo il quadretto di Flaminia così si vedrà meglio.

lunedì 25 ottobre 2010

Qui si crea



Nella mia stanza non regna l'ordine assoluto, ho troppe cose che mi interessano. Ma la camera di David e Laura è a dire poco incasinata. Laura pratica da tanti anni il Kendo ed è molto brava in questo ramo delle arti marziali ma ..... è campionessa del disordine. E David? Neanche lui scherza. Era piuttosto ordinato ma sembrerebbe che si sia fatto contagiare, e gli va bene così. Ci vorrebbe un piccolo armadio dove ficcare dentro quello che sta in giro su sedie, panchina e cassettiera, ma David non vuole riempire la stanza con un altro mobile.
Anche questa camera dà sulla piazza con visuale sui lontani monti ed è molto luminosa e spaziosa. Pochi grandi quadri di David ai muri, un quadro di Jan, delle foto, centinaia di cd, chitarre e amplificatori contro una parete. Sul tavolo il computer col quale David sta registrando le proprie canzoni. Per saperne di più su di lui basta cercare su Google e si scopre che è una persona eclettica. Ogni giorno passa diverse ore nel suo regno.
Prima di fare qualche foto alla stanza ordiniamo un pò.


domenica 24 ottobre 2010

Piccolo museo privato

Non tutti i quadri appesi alle pareti dell'altra casa hanno trovato posto sui muri della nuova abitazione, non c'era spazio sufficiente. Su un soppalco e dentro un armadio a muro conserviamo quei dipinti che per adesso non sappiamo dove mettere. Qualche quadro antico è stato venduto all'asta, ci servivano conti per acquistare e restaurare quest'appartamento. Per mancanza di spazio ci siamo anche privati di circa 2000 libri, regalandoli e vendendone gran parte a dei mercatini dell'usato. I mobili che non potevamo portare hanno seguito la stessa  strada.
Ai dipinti, ai disegni e alle incisioni dei miei figli ero particolarmente affezionata, trovo, e non sono l'unica, che David e Jan siano bravissimi, dei geni. Adesso si trovano sparsi in tutte le stanze, con cura li abbiamo sistemati al meglio. La mia camera è tempestata di quadri di Jan, più uno grande di David, un lavoro mio e un dipinto di un amico di famiglia: una scogliera al tramonto.
La finestra guarda sul cortile. All'inizio non la trovavo proprio una bella vista, ma adesso mi ci sono abituata.
I pavimenti di tutta la casa, meno quelli di bagno e cucina sono originali, del 1934, anno in cui è stato costruito questo palazzo.
Anche questa casa è diventata un piccolo museo privato.



La camera com'era prima






La camera adesso

sabato 23 ottobre 2010

Casa a Roma

Oggi sono esattamente 1 anno e 9 mesi che ci siamo trasferiti in questa casa, nel quartiere Esquilino, un quartiere che, almeno per me, era quasi del tutto sconosciuto. E' stato quasi come andare ad abitare in un'altra città, quasi in un altra nazione. La mescolanza di etnie crea un'atmosfera assente negli altri quartieri della città. Dopo 29 anni in una casa grande, nella strada più bella della Balduina, ho sentito il trasloco come un trauma. Distanziarmi da amici e conoscenti, disfarci di tanti mobili, quadri e oggetti vari non è stato facile ma bisognava farlo, questo appartamento è molto più piccolo. Strano ma vero mi sono abituata in breve tempo: mi ci trovo bene. C'è la comodità del mercato a due passi, la metro girando l'angolo e autobus che ti portano dappertutto. Fortunatamente i vicini del pianerottolo sono simpaticissimi e altrettanto lo sono gli altri inquilini. L'appartamente è molto luminoso, le due stanze da letto spaziose, la cucina buttando giù un muro è diventata piuttosto grande, il soggiorno è molto piccolo, ma adesso che a Roma siamo rimasti solo in tre ci basta. Siamo al sesto ed ultimo piano. Dal balconcino abbiamo una bella vista, in lontananza ci sono i monti di Frascati.
Le stanze le abbiamo arredate con mobili e quadri della vecchia casa. Per la cucina che ha una forma molto diversa da quella di prima abbiamo dovuto acquistare un mobile a muro Ikea. Siamo contenti, la casa è gradevole.



venerdì 22 ottobre 2010

Prosopagnosia (Face-blindness)

Mi è capitato qualche anno fa di incontrare una signora, chiaccherare e bere un tè insieme a lei, rivederla dopo una settimana circondata da altre persone e non riconoscerla più. Lei se ne è accorta e mi ha detto con un sorriso: "Si ricorda?  Giorni fa abbiamo passato un bel pomeriggio assieme." Io, imbarazzata, mi sono scusata chiedendo: "Ha forse cambiato pettinatura?" "Sì, oggi mi sono fatta la coda."
In passato è successo che mio marito, portandomi con se al lavoro, mi presentasse ad alcuni colleghi, dei tecnici. Più tardi reincontrandoli per strada non li ho riconosciuti. La mia scusa è stata: "Adesso sembrano diversi perchè non hanno più il camice bianco."
Tra tutte le facce che vedo solo alcune non riconosco. Perchè? E' stato un dilemma finchè non ho letto un articolo su un giornale italiano che parlava di prosopagnosia. Tornando da New York in aereo ho letto su di una rivista, The New Yorker, che Jan mi aveva messo in borsa per il viaggio, delle interessanti pagine sullo stesso argomento, anche questa volta scritte da Oliver Sacks.
Oliver Sacks è un neurologo che soffre di prosopagnosia da quando era bambino, non riconosceva neanche amici e parenti. Non sapeva che fosse un handicap, pensava che tutti fossero come lui. Per non offendere nessuno per strada salutava tutti quelli che incontrava. Per la sua inabilità nel non riconoscere facce si è trovato spesso in situazioni imbarazzanti. Oltre a soffrire di prosopagnosia, soffre anche di topographical agnosia, cioè non sa ritrovare la strada. Ha difficoltà persino a ritrovare la propria abitazione. Sa ormai che questi difetti hanno una base neurologica e che tantissime persone nel mondo ne sono affette. Anche l'artista Chuck Close crede che i propri dipinti siano stai influenzati dalla prosopagnosia.
Io, per fortuna sono solo lievemente sfiorata da queste due patologie. Le mie gaffes hanno spesso portato allegria e risate in famiglia.

P.S. Prosopagnosia vuol dire: non identificazione delle facce.


Chuck Close - Autoritratto

giovedì 21 ottobre 2010

Laladoo

Flaminia


Flaminia


Da quando Kevin è diventato padre, prima di Livia poi di Flaminia, si è sensibilizzato sul vestiario dei bambini piccoli, che hanno una pelle sensibile. Il materiale con cui molti vestiti sono confezionati  non lo convinceva perchè a volte può essere addiritura nocivo, sopratutto per i neonati.
Per più di due anni ha fatto indagini e ricerche e finalmente ha trovato chi fabbrica delle stoffe idonee al suo scopo con materiali privi di sostanze nocive. Ha preso contatti con un designer e il risultato è la creazione di una linea di vestiti per i più piccoli alla quale ha dato il nome Laladoo che è una collezione per bambini da 0 a 1 anno di bellisimo Dutch Design di alta qualità, di materiale 100% naturale e biodegrabile, definito anche Cradle to Cradle o C2C (da culla a culla), perchè può essere usato all'infinito.Ogni capo è adatissimo per farne un regalo originale. Persino l'impaccatura è 100% naturale e biodegradabile. Kevin ha pensato a tutto.

Per adesso i prodotti Laladoo si possono comprare solo on line, col tempo saranno disponibili nei negozi che offrono una linea specializzata. Sulle foto si vedono Flaminia a 9 mesi, sulle altre figli di amici.
E' come se avessi fatto pubblicità? E' che ammiro tantissimo Kevin per il suo spirito creativo e perseverante.

mercoledì 20 ottobre 2010

Nuovo computer

Mentre la casa si inonda della musica che David sta registrando col computer, la sua chitarra e la sua voce, io comincio a scrivere questa pagina usando il mio nuovo computer. Jan mi ha fatto avere questo pc attravverso internet, in modo da non dipendere più dai momenti in cui il computer di David è libero.
E' un bellissimo ed elegante aggeggio, un grande regalo che utilizzerò spesso, per scrivere il mio blog, fare ricerche su internet e mandare e mails. Devo ancora imparare ad usarlo, è diverso da quelli a cui ero abituata. La tastiera è nera e il tocco leggerissimo. Credo che in poco tempo me la caverò, qui mi posso sempre affidare all'aiuto di David, come a New York avevo Jan vicino.
Jan ha il suo ufficio e deposito di vini a Brooklyn, ci sono andata con lui sullo scooter, attravversando il Brooklyn Bridge. Una volta, tornando, abbiamo preso il Manhattan Bridge che io trovo il più bello tra tutti i ponti.
Qualche giorno fa Jan ci ha mandato delle bellissime foto del ponte di Brooklyn fatte di sera. Quello stesso giorno è passato accanto ad una bicicletta con lo stemma di Amsterdam appoggiata ad un albero. Ecco le foto.


martedì 19 ottobre 2010

Sorelline

Da poco Sigrid e Kevin hanno acquistato un bakfiets, cioè una bicicletta con davanti un contenitore su ruote dove i bambini possono sedersi su delle panchette; quando piove si alza il tettino. Così Sigrid va a prendere Livia a scuola, insieme a Flaminia che, quando vede da lontano la sorella in mezzo ai compagni di classe, comincia a saltellare e a correre chiamando forte "Livia! Livia!". Si abbracciano con impeto, a lungo, tanto che un'altra mamma dice: "Come si vogliono bene." Stravedono l'una per l'altra. Livia si rivolge spesso a Flaminia dicendo: piccola, tesoro, tesoruccio, amoruccio, con aria da sorella grande.
Ma Flaminia cresce, non è più così piccola e le è venuto fuori un caratterino vivace, irruente.
Capita che faccia ancore un pisolino al pomeriggio e quando si sveglia scende con la mamma nel soggiorno  dove Livia con le amichette gioca a negozietto. Con cura hanno esposto in tante file i prodotti da vendere.
Entra Flaminia, vede la situazione e vuole partecipare, lo fa a modo suo, si butta sugli articoli in vendita e afferra quelli che le piacciono di più mettendo a soqquadro il negozio. Livia in lacrime. Allora Sigrid per portare pace si trasferisce con Flaminia su in mansarda dove ci sono tanti giocattoli e libri. Da lì spesso mi chiamano con SKYPE.



Livia ama ritagliare, incollare, modellare, fare collanine, dipingere, disegnare: ha cominciato quando era piccola. Disegna spesso, anche con le amichette sedute intorno al tavolo e con tutto il materiale necessario davanti. Ma anche Flaminia vuol prendere parte al gioco. Afferra più matite colorate e pennarelli che può, scarabocchia dappertutto, anche sul tavolo. Per terra poi si trova di tutto. Livia si dispera.

domenica 17 ottobre 2010

Livia

Niente foto!


Dai racconti giornalieri di Sigrid deduco che Livia sta diventando più socievole. Ne siamo molto felici. In casa propria o dai nonni, cioè nell'ambiente a lei familiare, è sempre stata giocherellona e disinvolta, ma con gli estranei cambiava, non si spostava dalle ginocchie della mamma, il pollice in bocca. Quando era invitata in casa delle amichette per un compleanno, o solo per giocare, non ci andava senza la mamma o il papà e solo quando era quasi ora di tornare a casa cominciava a sciogliersi: prima aveva bisogno di osservare e familiarizzare con l'ambiente. In olandese si dice "de kat uit de boom kijken", che è difficile da tradurre, liberamente tradotto potrebbe essere più o meno così: "guardando finchè il gatto scende dall'albero."
Flaminia è tutto l'opposto. In casa di altri bambini si butta subito nella mischia e non vede l'ora di scoprire i  nuovi giocattoli e ogni tanto li porta a far vedere ai genitori.
Da un pò di tempo anche Livia va volentieri a casa delle amichette, tutta sola. A sua volta invita le bambine a casa propria e, anche se sono presenti i genitori delle compagnette non è più a disagio e si dedica ai giochi con intensità. In questo modo si gode di più la vita e rende i genitori più tranquilli. Alll'improvviso sa anche fare più cose, come ad esempio andare da sola in bicicletta. Anche sull'altalena va da sola. Quest'estate nei giardini di Colle Oppio e di Piazza Vittorio ci chiamava tutta orgogliosa: "Guarda nonna, guarda zio David, guarda Laura che cosa so fare", e andava in altalena, in alto, in alto.
Non sappiamo se sia cambiata in meglio perchè ha cambiato scuola, o perchè doveva comunque succedere crescendo. All'asilo dove andava prima le maestre e i bambini erano molto carini, ma qualcosa non andava, la mattina, prima di uscire protestava. Sigrid e Kevin ne soffrivano, bisognava trovare una soluzione. Sono così andati ad informarsi alla scuola Montessori e a quella Steineriana (Rudolf Steiner) pensando che  il metodo alternativo sarebbe stato il più adatto all'insolito carattere di Livia. Alla fine hanno scelto la scuola Steineriana. Il caso ha voluto che in una classe ci fosse ancora un posto libero e, dalla primavera di quest'anno, Livia frequenta come dice lei la "Nuova Scuola". Ci va volentieri, i genitori hanno scelto bene.  Livia è diventata un'altra bambina.


sabato 16 ottobre 2010

Pioggia e sole in Olanda



Ieri ero al telefono con Sigrid e la sentivo di buon umore perchè questi giorni c'è il sole e ha smesso di piovere. Dice: "Mi fa bene allo spirito, tutto sembra più allegro, possiamo stare in giardino, vado con le bambine ai parchi giochi e con Flaminia in bicicletta a prendere Livia a scuola."
Il mese di luglio sono stati in Italia, Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia. Venti giorni a Roma e dieci giorni in un agriturismo in Toscana. A Roma faceva troppo caldo. L'unica che non ne soffriva era Livia (5 anni e mezzo). Che veniva a dirmi:"Nonna, senti, sono sudatissima", poi continuava imperterrita ad essere assorbita dai propri giochi.
Tornati in Olanda, per il resto dell'estate il clima è stato disastroso: pioggia a non finire.
L'anno scorso dopo i rimproveri della sorella: "Non hai ancora visto Flaminia", Jan si è mosso dall'America
per vedere finalmente la nuova nipotina. Per stare insieme ai fratelli anche David è andato a Haarlem con la sua ragazza Laura.
In casa non c'era posto per tutti e, dato che il tempo era incredibilmente bello, David e Laura hanno dormito in una tenda montata in giardino.
Le bambine crescono bilingue ed erano felici della compagnia. Kevin capisce l'italiano e sa esprimersi bene nella lingua di sua moglie.
Hanno fatto tutto assieme: cucinare, mangiare in giardino, lunghe camminate, gite in bicicletta nei dintorni e fino al mare.
Tutto sotto il sole dei Paesi Bassi.