sabato 31 marzo 2018

Livia 13 anni!


Il 19 marzo era il compleanno di Livia.  A colazione prima di andare a scuola ha avuto i regali dai genitori e dalla sorellina. Da parte mia c'era un cardigan fatto a maglia con le mie mani. Sigrid mi ha mandato due foto di Livia che scartando il mio regalo esclamava: "sembra un quadro".

 
Due compagnette sono venute con lei da scuola per il pranzo e per stare qualche ora insieme. Sigrid aveva preparato un carrotcake (dolce di carote), era la prima volta che ci si metteva e mi ha fatto sapere che è venuto una squisitezza. La vera festa però si è tenuta ieri, sabato 24 marzo, con tante amiche. Per festeggiarla Livia ha deciso: niente giochi e eventi organizzati, però vedere un film da loro scelto e ridere, scherzare e chiacchierare. Per cena Sigrid e Kevin hanno preparato diverse pizze. A conclusione della festa sono venuti i genitori a riprendere le figlie e, come al solito, a chiacchierare un po'.  La ciliegina sulla torta era che tre amiche sono rimaste a dormire.



 
Quella giornata Flaminia l'ha passata a casa dell'amica Merthe dove è rimasta anche a dormire. Non avevano voglia di separarsi e così il giorno dopo Merthe è venuta a casa con Flaminia per un po' di ore.


Adesso, a 13 anni, Livia è una teenager avendo teen nella sua età: thirteen. E un'adolescente. L'adolescenza è un periodo mica facile anche perchè c'è il passaggio alla scuola superiore. Livia è avvantaggiata avendo dei genitori affettuosi, comprensivi e pazienti. Come penso siamo stati Pino ed io con i nostri tre figli.
Ho cercato su internet la parola "adolescenza" per sapere quando comincia e quando finisce. E una risposta l'ho trovata: L'adolescenza è una fase di sviluppo che copre approssimativamente il periodo che va dagli 11 ai 22 anni (o fino ai 25 anni secondo alcuni autori).
 

mercoledì 21 marzo 2018

A scuola con David

Quando David torna da scuola, spesso gli chiedo com'è andata.
Ieri è tornato tardi perché finite le lezioni ha dovuto seguire un corso di aggiornamento per quel che riguarda l'insegnamento agli allievi dislessici. Io ero rimasta a casa perché era un giorno di pioggia. Quando è venuto a salutarmi nella mia stanza gli ho chiesto se avesse fatto buona scuola. Mi ha detto di aver ricevuto un bel complimento. Entrando in classe un ragazzo della prima B gli è venuto incontro dicendo: "Prof, ha mai visto il film L'Attimo fuggente? No perché lei somiglia al professore protagonista del film!" Mi hanno commosso queste parole.
Un'alunna brava ma molto vivace ha finito il lavoro assegnato in classe molto prima del previsto. Per evitare che si annoiasse e distraesse gli altri David le ha indicato un mucchio di vecchie riviste appoggiate su un piano e le ha suggerito di ritagliare a piacere figure e oggetti per farne un collage. Le ha spiegato quale meccanismo seguire. La ragazza si è subito dedicata con entusiasmo a questa pratica per lei nuova. E il lavoro, una volta finito, non era niente male per essere un primo tentativo. David le ha detto che sua madre è appassionata di collages. Avrei voluto vedere il collage opera-prima di questa ragazza.
Il tema che David ha assegnato qualche giorno fa alle sue classi era questo: Meditiamo sui numerosi artisti stranieri che, in passato, si trasferivano a Roma per studiarne le vestigia immergendosi nella vita di questa affascinante e controversa città. Alcuni giovanissimi pittori olandesi, ad esempio, nel '600 giunsero nella città eterna per vedere e studiare  sia i grandi maestri del passato che i pittori loro contemporanei, soprattutto il Caravaggio. Raccontate con un disegno il  rapporto che avete con la vostra città, sia esso sereno o di inquietudine. Tema non facile ma stimolante
Davanti alla classe David parla con molto pathos accompagnando le parole con gesti lenti, larghi, coinvolgenti. Non è certo facile coinvolgere e catturare l'attenzione di una classe di scalmanati






   

giovedì 15 marzo 2018

Bilinguismo: Glenn Doman - Bilinguismo e l'Alzheimer

Con la mia famiglia sono emigrata due volte: nel 1950 in Argentina dove ho lavorato nel Banco Holandés Unido e dove comunicavo con i colleghi in spagnolo (castigliano) e ogni tanto con i capi olandesi nella mia lingua. In un ufficio il mio boss era un tedesco e con lui prlavo su sua richiesta in tedesco. Nella scuola olandese si studiano tre lingue straniere e ne ho tratto sempre un grande beneficio.
Nel 1956 ci siamo trasferiti in Canada e là ho subito trovato lavoro nella London Life Insurance Company. Di nuovo un'altra lingua, e me la sono cavata bene.
Poi una sessantina d'anni fa mi sono trasferita in Italia incontrando una lingua completamente nuova (come lo era anche lo spagnolo), che ho imparato abbastanza bene.
Ma non mi considero bilingue: l'italiano non lo parlerò né lo scriverò mai come una nata in questo paese.
Nel 1974 siamo stati in Olanda come turisti. Alloggiavamo in un albergo ad Amsterdam e facevamo innumerevoli gite per la città. (l'anno scorso Jan e Jennifer sono stati ad Amsterdam e Jan ci ha mandato una foto di lui davanti al piccolo hotel di allora).




Un giorno ci siamo trovati a Waterlooplein dove ogni giorno, meno la domenica, si svolge il mercato delle pulci. Pino ha trovato un paio di cose interessanti da portare a Roma. Io come al solito ero attratta dai libri ed ero emozionata nel rivedere libri letti da giovincella, quando ancora frequentava la scuola. E un altro piccolo libro ha richiamato la mia attenzione: "Leggere a tre anni", di Glenn Doman. L'ho comprato e poi letto con grande interesse a Roma. Glenn Doman era un fisioterapista statunitense (1919 - 2013) che insieme a Carl Delecato ha sviluppato una propria teoria sulla cura dei bambini con lesioni cerebrali. Ha fondato gli "Istituti per il Raggiungimento del Potenziale Umano".
Parole di Glenn Doman:  Le lingue s'imparano con molta più facilità e con più successo in età prescolare. L'orecchio dei più piccoli è molto più attento e la loro mente più aperta e plasmabile, ciò permette di imparare la pronuncia e l'intonazione giuste, capacità che si riduce crescendo.
La magia non è nelle tecniche. La magia è nel bambino e nel suo incredibile cervello. Ogni bambino possiede al momento della nascita un'intelligenza superiore a quella mai usata da Leonardo da Vinci.
L'apprendimento di lingue straniere in età adulta non è mai così efficace come lo è nei primi anni di vita. Anche insegnare a leggere ad un bambino di un anno anziché ad un bambino di sette anni è molto più facile.
In questo libro l'autore spiega come insegnare a leggere ai bambini in età precoce col metodo Doman con il quale i piccoli si divertono; per loro è un gioco.
Studiosi di diverse parti del mondo hanno osservato come la conoscenza di una o più lingue contribuisca a prevenire la perdita di capacità cognitive negli anziani con più di 75 anni.  Studiare una, due o tre lingue durante il corso della vita porta quindi dei benefici. Le persone che parlano due o più lingue mostrano un'attività maggiore in alcune aree del cervello e risultano più protette dalla demenza di Alzheimer.



 

lunedì 12 marzo 2018

Bilinguismo - Peal e Lambert


Le mie nipotine sono bilingue. Vivono in Olanda, frequentano una scuola olandese: la scuola steineriana. Col papà usano la lingua olandese e con la mamma la lingua italiana. Ed è un dono inestimabile crescere contemporaneamente con due o più lingue.
Quando i miei figli erano piccoli si affermava che il bilinguismo precoce fosse dannoso. Si sosteneva che l'energia necessaria all'apprendimento di una seconda lingua venisse utilizzata a scapito di altre attività cognitive. L'incontro con una nuova lingua avrebbe ritardato fra l'altro il processo di apprendimento della lingua madre.  La mia amica Heidi una volta mi ha raccontato che le maestre di scuola elementare dei suoi figli l'hanno convocata a scuola per raccomandarle di non rivolgersi assolutamente al figlio e alla figlia in olandese, perché altrimenti sarebbero rimasti indietro con la lingua italiana e le altre materie.
A differenza di Heidi io non avevo contatti con l'Olanda perché la mia famiglia si trova in Canada e a quei tempi non avevamo  a Roma conoscenze olandesi con cui fosse possibile parlare la mia lingua. Mio marito Pino non parlava il nederlandese, all'inizio si comunicava tra di noi in inglese e già in poco tempo me la cavavo con l'italiano. Quando Sigrid era piccola la nostra cerchia d'amicizie si era frattanto arricchita di coppie olandesi con figli,  e ogni tanto ci incontravamo. Più che altro però eravamo circondati da gente di lingua italiana. Con David e Jan  ho usato solo l'italiano e ho provato ad insegnare a Sigrid, quando aveva circa 5 anni, qualcosa della mia lingua, ma lei, contrariata mi diceva: "Solo tu parli questa buffa lingua" e si tappava le orecchie con le mani. Portandola al nuoto, insieme ai fratelli, una volta arrivati con l'autobus al Foro Italico dovevamo attraversare il ponte Duca d'Aosta e avevamo stabilito che durante quel tratto le avrei fatto scuola. Ma, messo piede sul ponte, lei cominciava a correre. Ci siamo fatti certe risate. Io le correvo accanto e cantavo, e, miracolo, quella canzone l'ha imparata e la cantava volentieri: Wat eet de boer, wat eet de boerin... Poi si è laureata in Lingue e Letterature Straniere e con mia sorpresa ha scelto come prima lingua il nederlandese. Diceva che le era venuta la voglia di impararla. Qualche anno dopo si è laureata anche all'Università di Nijmegen in Vrouwenstudies (Women's Studies) con una bella tesi scritta in un olandese ammirevole. E adesso quando in Olanda la sento conversare con gli amici l'ammiro per il suo linguaggio perfetto.



 
Dopo il 1962, grazie ad uno studio di Peal e Lambert sulla relazione tra bilinguismo e intelligenza la tendenza scientifica ha cambiato direzione: imparare una nuova lingua è come un esercizio per il cervello, aiuta a stimolare e aumentare la flessibilità mentale e porta ai bilingue altri benefici per l'intelligenza.
Ognuno ha la propria idea: per alcuni essere bilingue significa essere in grado di comunicare e farsi capire nonostante i possibili errori. Per altri invece la grammatica e la pronuncia sono essenziali.
Si parte comunque da un comune presupposto: il bilinguismo riguarda innanzitutto quei bambini allevati con due lingue madri diverse e che sono in grado di passare dall'una all'altra in modo naturale.  E questo è il caso di Livia e Flaminia, beate loro.
 

 


venerdì 9 marzo 2018

Settimana 24 Febbraio-3 Marzo 2018 (2)

 
 
Mercoledì 28 febbraio David è tornato a scuola, gli altri sono usciti a fare shopping ed io, dopo aver fatto mille cose per casa, sono andata al mercato col carrello della spesa. Non potevo attraversare il giardino di Piazza Vittorio perché i cancelli erano chiusi dopo che nottetempo erano state incendiate le giostre. E così ho dovuto fare un giro più lungo. Tornando a casa, sul muretto sotto la finestra dello studio medico vicino casa, era mezzo sdraiato un giovane. L'ho riconosciuto, era il giovane molto educato dello Sri Lanka con il quale scambio spesso due parole, in inglese, e al quale do sempre una moneta. Lui mi ha guardato in faccia e con sforzo si è alzato dicendomi: "I am sick." Aveva una faccia terribile, da malato. Sono entrata nello studio medico e ho chiesto alla segretaria se poteva chiamare un'ambulanza. Ci è voluto del tempo per avere un contatto con la guardia medica e poi c'erano domande alle quali il giovane doveva rispondere. Io facevo da intermediario. Poi il personale dell'ambulanza ha detto che sarebbero venuti a prendere il giovane che ho saputo avere 44 anni. E so che già altre volte è stato ricoverato perché soffre di attacchi di epilessia. La segretaria ha dovuto chiudere lo studio per l'intervallo pomeridiano e io sono scappata a casa perché molto in ritardo. Ho lasciato il giovane, che mi ha ringraziato. Non era più solo, due uomini della sua terra si erano uniti a lui. Un giorno di questi sicuramente l'incontrerò di nuovo e saprò come gli è andata. So che di notte ha dove dormire ma la mattina presto deve uscire per passare tutto il giorno in strada. Mi ha raccontato che ha un pasto caldo al giorno e ogni due giorni si può fare la doccia. Parla un inglese non sempre comprensibile per me e se ho capito bene è laureato in scienze.
Noi avevamo già pranzato quando David è tornato da scuola insieme a Rachele e hanno mangiato i resti gustandoli. A Rachele piacciono i piatti da me preparati, per lei inconsueti. David ha parlato l'olandese dichiarando alle bambine che lui sa esprimersi bene, molto meglio di loro e che perciò è meglio che imparino da lui. Livia, Flaminia ed io non smettiamo di ridere ascoltando il suo nederlandese storpiato, esagerato, inventato: è un comico nato. Anche la sua faccia e la sua voce si trasformano. Mentre pronuncia le parole fa strane smorfie e per noi è una comica sofferenza. Rachele assisteva allo spettacolo e sembrava prendere David sul serio.
Livia e Flaminia tra loro comunicano in olandese e mi meraviglio sempre di come prendano parte, senza sforzo, alle nostre conversazioni in italiano. Tutte e due le lingue le parlano alla perfezione. Al papà si rivolgono in olandese, si girano e continuano con la mamma in italiano. Sono bilingue. E' merito di Sigrid che da quando sono nate usa con loro solo l'italiano e per loro legge ad alta voce libri italiani. 
Dopo cena - risotto con zucca - c'era il gelato. D'inverno la gelateria Fassi ogni mercoledì offre le vaschette di gelato a metà prezzo e Kevin e Sigrid hanno preso due vaschette con tanti gusti diversi.
Il 1° marzo il giardino zoologico (che era stato chiuso due giorni per via della neve e del ghiaccio) ha riaperto i cancelli al pubblico. La famigliola ci è andata per vedere principalmente la gazzella, animale scelto da Flaminia per una ricerca scolastica. Alle 16.00 erano di ritorno. Faceva molto freddo allo zoo, un freddo umido e forse perciò le gazzelle si sono fatte attendere. Quando finalmente sono uscite dal loro rifugio Sigrid è riuscita a scattare qualche foto. Hanno guardato con interesse anche gli altri animali. A me non piacciono gli zoo da quando sono cosciente che dopo tutto sono delle prigioni.


Alle 17.00 è venuta Flavia, amica e vicina di casa, a farci una visita. Ha tre nipotini e sul tablet ci ha mostrato una foto recente del più piccolo di un anno e mezzo, Emanuele. Un bimbo carinissimo. A pranzo Flavia aveva avuto degli ospiti e le erano avanzate diverse verdure, il figlio era partito per lavoro per l'Inghilterra e non sapeva come finirle da sola. Ce le ha portate. Sigrid non ha resistito ad assaggiarle prima di andare con Kevin a mangiare fuori: squisite. David e Rachele tornando da una mostra hanno cenato con me e le bimbe. David ha messo una pizza al forno e c'era un'insalata di pomidoro, poi tutte le verdure di Flavia e un resto di gelato. Rachele ed io abbiamo lavato i piatti e poi sul letto di David a vedere un film.
La mattina del 2 marzo sono rimasta a casa con Livia e Flaminia. Hanno giocato con vivacità facendo ginnastica e saltellando. Livia dirigeva i giochi, è agilissima. Che bello avere una sorella con cui dividere tante cose!  Ad ogni pasto Flaminia vuole avere accanto a sé i peluches Busha e Bibi.  Li sistema su uno sgabello oppure nel passeggino delle bambole. In genere quando siamo  tutti seduti a tavola, prima di cominciare a mangiare, dice: "Grazie nonna di aver cucinato per noi."  Nel pomeriggio Kevin e Livia si sono avviati verso il rione Monti e Flaminia è stata dall'amichetta Elena. Sigrid e Kevin da Regoli hanno comprato una tortina al limone per dopo cena e hanno preso anche dei mignons. Per puro caso  anche il nostro vicino di casa, uno scultore, ci ha portato un dolce napoletano con la ricotta fatto da lui quel pomeriggio. Una squisitezza. Che dolce serata!! Qualche giorno prima avevamo inaugurato i primi beignets (bignè) di San Giuseppe. Li prendiamo ad una panetteria di Via Emanuele Filiberto e secondo noi sono i migliori di tutta Roma, pieni come sono di una crema abbondante e speciale.
E arrivato il 3 marzo, giorno della partenza. Hanno preso un taxi per Fiumicino alle 10.30 e alle 16.45 c'era già Sigrid al telefono. Hanno fatto un buon viaggio. Sono stati benissimo da noi a Roma. Gina la gattina tanto felice del loro ritorno non faceva che fare le fusa e chiedere carezze.
  

martedì 6 marzo 2018

Settimana 24 febbraio - 3 marzo 2018 (1)

Stamattina gli olandesini sono partiti per l'Olanda alle 10.30. Ho ricevuto ripetuti forti abbracci dalle bambine e Flaminia: "Ti voglio tanto bene nonna." Kevin e Sigrid guardavano con un tenero sorriso. Sotto casa li aspettava il taxi. Pioveva. David era andato presto a scuola, con lui si erano salutati la sera prima.
Con loro vividamente in mente ho cominciato a ordinare la casa. La settimana con gli amati ospiti è volata via in un soffio. Ecco una piccola cronaca.
Il 26 febbraio hanno visto Roma con la neve, una cosa straordinaria. Che bella vista dalle finestre! Le scuole erano chiuse e perciò Flaminia ha potuto giocare per un paio di ore con Elena, una bambina del palazzo che ha la sua età. Livia frattanto ha realizzato qualche segnalibro. Il giorno prima le bambine hanno disegnato dopo aver chiesto a David di assegnare loro un tema da svolgere. Il tema era: disegnare la copertina di un libro immaginario.


Copertina di Flaminia



Copertina di Livia
 


 
Piazza Dante
 
Nel pomeriggio Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia sono usciti e hanno camminato per le strade coperte di neve. E' venuto Mauro, amico di David da quando hanno frequentato insieme l'Accademia di Belle Arti (24 anni fa). Mauro è fumettista, pittore e fotografo. Ha guardato le nuove foto attaccate al frigorifero e ha detto che gli olandesini sembrano stars di Hollywood. E poi ha visto tutti di persona.
Le bambine hanno bevuto una cioccolata calda. Come al solito David ha raccontato alle nipotine storie assurde, buffissime, che le nipotine ascoltano col fiato sospeso ma anche ridendo.
Il giorno dopo, 27 febbraio, c'erano ancora chiazze di neve ma in gran parte le strade non erano più scivolose e perciò ho fatto le spese nel quartiere. Ancora niente scuola. Gli altri sono usciti mattina e pomeriggio per visitare Trastevere e il rione Monti. David ha fatto una passeggiata con l'amica Rachele. Di sera è venuta Rita, amica di vecchia data di Sigrid, ed è rimasta a cena. Avevo preparato tante cose buone, per lei nuove e molto apprezzate. Dopo cena David e Flaminia si sono presentati da noi in cucina: si erano sbizzarriti mettendosi cappelli e occhiali strani. Flaminia eccitata davanti al pubblico che osservava divertito.
 
 

     

domenica 4 marzo 2018

Le nipotine a Roma

Ieri, 24 febbraio, approfittando di una piccola vacanza scolastica, sono arrivati tutti dall'Olanda per stare una settimana con me e David. Alle 17.15 erano già arrivati, un'ora prima del previsto, perchè l'aereo ha fatto un volo supersonico, il bagaglio era disponibile in tempo superveloce e un taxi ha attraversato come un razzo il tragitto Fiumicino-Piazza Dante. Io con le calamite stavo attaccando alla porta del frigorifero le foto di famiglia più  recenti, dopo aver staccato quelle vecchie e averle messe nell'album di famiglia. David mi stava dando una mano. Hanno bussato al citofono e con David ci siamo guardati increduli. Erano loro! Che felicità ogni volta che ci rivediamo! Tutti e quattro di bell' aspetto anche se stanchi. Flaminia ha detto: "Ho molta energia ma sono stanca."  Le bambine, invece di aprire come sempre la cassapanca con i giocattoli, con zio David hanno visto le foto dei suoi studenti scattate a scuola e pubblicate su Facebook, e poi una parte del film Benvenuti al Sud. Io ho preparato una padella con tante zucchine e cipolle e una grossa insalata. Sigrid ha preparato la pasta. Poi Kevin ha lavato i piatti. Tutti insieme hanno visto la seconda parte del film sdraiati sul letto di David. Ho sentito le risate mentre in cucina leggevo il giornale che Kevin aveva portato dall'Olanda. Il film l'avevo già visto qualche anno prima.
Questa mattina, dopo colazione,  Livia e Flaminia si sono buttate sulla cassapanca e per ore hanno giocato con Barbies e bambole varie. David a un certo punto ha aperto la porta della stanza dove giocavano. Ha esclamato: "Bambine ci ho pensato molto e sono giunto alla conclusione che voi siete le mie nipotine preferite."
Lo hanno guardato in silenzio con stupore e a loro volta ridendo hanno esclamato in coro: "Ma noi siamo le tue uniche nipotine!"