venerdì 30 marzo 2012

I giorni dopo le nozze.

Il 23 marzo, era un lunedì, Pino è andato al lavoro ed io al mercato a fare la spesa. E' venuto Bert a portarci indietro la valigetta. Affinchè Bert potesse scattare ancora qualche foto ho indossato di nuovo il vestito bianco e il cappottino celeste e ci siamo avviato verso Via Asiago dove Pino ci ha raggiunto per strada. E là nelle vicinanze della RAI siamo stati immortalati vicino ad una grande macchina che stava lì per asfaltare la strada e che in qualche modo aveva le sembianze di una locomotiva e così sembra che Pino ed io stessimo per partire per un viaggio. In un'altra foto siamo circondati da piccoli scolari della scuola Ermenegildo Pistelli. Chi avrebbe mai immaginato che i nostri tre figli un giorno avrebbero frequentato quella scuola elementare? Bert ci ha lasciato e noi abbiamo distribuito dei confetti in diversi uffici della RAI. Alle Onde Corte i colleghi avevano pronta una bottiglia di champagne e un regalo: una busta con 14.000 lire. Nel pomeriggio mi sono messa un vestito grigio aderente e scarpe beige col tacco e siamo andati alla casa high fashion dove io lavoravo in Via del Babuino per portare anche là i nostri confetti, non dimenticando le sartine dell'atelier. Tutti affettuosi. Poi toccava ai colleghi della RAI in Via del Babuino (quel palazzo adesso è un albergo). Confetti a tutti e complimenti a Pino per la sua bella moglie. Abbiamo poi preso l'autobus  e Pino si è fermato a Via Asiago perchè doveva lavorare fino a tardi, io sono tornata a casa. Ho fatto ordine e più  tardi ho cucinato una saporita zuppa di verdure, a fianco c'era una bella mozzarella. Per noi la nostra stanza era bellissima con fiori in un vaso e arance in un grande cesto. Aspettando Pino ho fatto la maglia, una cosa che, insieme alla lettura, mi è sempre piaciuta. Perciò in ogni momento libero avevo e ho in mano un libro o un lavoro a maglia  Spesso mi capita di leggere e contemporaneamente fare la maglia.
Il giorno dopo ho lavorato un paio d'ore, mostrando vestiti a dei clienti e poi sono andata a Via Sistina da Irene Brin nella sua galleria L'Obelisco che gestiva col marito Gaspero del Corso per portarle i nostri confetti. Lei in quel momento era assente e ho chiacchierato con il marito. Irene Brin era una giornalista che scriveva di moda, arte e costume. Veniva spesso da De Luca per dare un'occhiata alla collezione e si fermava a chiacchierare con me. Me la ricordo algida e gentile. Ci ha fatto avere un regalo, una cosa utile per la casa. (I signori De Luca ci hanno donato un servizio di piatti)
Il 25 marzo siamo andati per cinque giorni ad Avellino. Per due notti abbiamo dormito nel Jolly Hotel. Il direttore, un amico di Pino, ci ha offerto l'ospitalità. Le altre due notti le abbiamo passate nella casa di zia Michelina, la cognata di mia suocera, che andava via per Pasqua con i propri figli. I miei suoceri avevano ancora tre figli a casa e quindi c'era poco spazio per gli ospiti. Sul Corso nel pomeriggio c'era lo struscio e in continuazione si incontravano amici di Pino. Pino mi presentava: "Mia moglie." Un via vai di parenti a casa dei miei suoceri. La domenica di Pasqua ne sono venuti tanti e anche molti conoscenti. Hanno insistito che io mostrassi i miei vestiti nuziali (che in più di un'occasione ho continuato ad usare). Li ho indossati e per gioco ho fatto la mannequin sfilando davanti a tutti. Quel giorno, più tardi, a casa della famiglia Palumbo, si sono riuniti tanti vecchi amici di Pino.Walter, mio cognato ed un suo amico hanno scritto una poesia per Pino e me e l'hanno recitata cantando. Poi ognuno doveva esibirsi in qualche modo. Pino ha cantato ed anch'io: una canzone frisone. E' stata una riunione molto molto carina.
Lunedì 30 marzo ci hanno accompagnato in macchina alla stazione di Napoli. Pino dopo mi ha raccontato che c'erano due giovani uomini che fra loro dicevano: "Chissà se quella bella ragazza è libera." Pino l'ha sentito e ha replicato: "No, è sposata, è signora." "E lei come lo sa?"  "Perchè è mia moglie."
A Roma la vita ha ripreso il solito ritmo.





mercoledì 28 marzo 2012

22 marzo 1959, giorno eclatante

Pino ed io siamo stati fidanzati per circa sei mesi, volevamo sposarci già da subito ma abbbiamo dovuto aspettare un documento dai paesi dove avevo vissuto prima: i Paesi Bassi, L'Argentina e il Canada, che certificava che non mi ero sposata in quei posti. Eravamo molto sicuri del grande passo e molto innamorati. E così ci siamo sposati il 22 marzo 1959, nella chiesa dei Santi Pietro e Marcellino, all'Esquilino. Avevo la residenza in Via Ruggero Bonghi e questa chiesa era la mia parrocchia. Io ero dell'opinione di sposarci in Campidoglio perchè non appartenevo a nessuna religione ma Pino voleva assolutamente che ci sposassimo in chiesa. Non essendo cattolica ho avuto un permesso speciale per le nozze in chiesa e mi è stato chiesto di promettere che i nostri eventuali figli sarebbere stati battezzati. Il parrocco era molto gentile e in seguito siamo andati ogni tanto a salutarlo.
Vedo nel mio diario del 1959 che Pino ed io avevamo trovato un piccolo appartamento in Viale Angelico, vicino alla RAI di Via Asiago dove Pino lavorava allora. Il 4 marzo gli amici con i quali dividevo l'appartamento di Via Ruggero Bonghi hanno trasportato sulle loro macchine i miei averi al nuovo indirizzo. Tutti erano molto affettuosi, a Roma erano la mia famiglia. C'erano Nina e Shirley, Bert e Mike.
Il 22 al mattino Mike è venuto a prendermi con lo scooter a Viale Angelico insieme alla valigetta con dentro i vestiti miei e di Pino. Depositata la valigia al vecchio indirizzo abbiamo raggiunto Pino nella chiesa di San Giovanni dove, di li a poco avrebbe ricevuto la cresima. Dopo, a Via  Ruggero Bonghi, Pino si è fatto il bagno e come al solito ha fatto uscire l'acqua dalla vasca, un lago, che risate. Shirley è tornata a casa con bellissimi fiori e un graziossisimo bouquet da sposa. Nina ha preparato un buon pranzo. Dopo aver mangiato Pino ed io ci siamo cambiati e poi Bert ci ha scattato delle foto. Io avevo un vestito corto, bianco, di piquet con una cintura celeste e un cappottino celeste, disegnati da Tony, lo stilista sudafricano della casa di alta moda dove io lavoravo come mannequin. Pino e gli alri sono andati in chiesa a piedi, a me hanno portato in macchina. La chiesa era ancora addobbata per un matrimonio precedente.
Della cerimonia non mi ricordo molto ma sì che era bella e che il parrocco l'ha chiusa con le parole. "Si vede che vi amate molto e vi auguro che ogni giorno vi amiate di più." Il testimone di Pino era Giuseppe Colombi, il mio Bert Richner. Poi c'erano Mave e Allegra Grome, Walter Dorin, Silvana, la moglie di Giuseppe, Fortunato Pasqualino, Nina, Shirley, Mike Billingsley e un collega di Pino. Tornati a casa c'erano la torta, champagne e confetti. Abbiamo ballato. Verso le otto Pino ha chiesto a Mike dei soldi in prestito e gli sposi sono andati a cenare in un ristorante a Via Veneto.
E' stata una giornata splendida, magnifica.




giovedì 22 marzo 2012

Primavera 1968 - 4

Continuo la mia cronistoria del 1968.
Domenica 26 maggio Carlos è stato con noi per tutto il giorno. Abbiamo passato un bel pomeriggio al Pincio. C'era il teatro delle marionette. David e Jan hanno fatto tante corse. Pino portava Carlos in braccio, ogni tanto lo facevamo camminare, era contento. Durante la passeggiata abbiamo incontrato gli amici Giuliana e Gigi con i loro maschietti Marco e Massimo. Gigi ci ha portato a casa in macchina. Qualche giorno dopo noi quattro abbiamo cenato da loro.
Il giorno dopo Jan ha preso un brutto raffreddore. Il pediatra Dr. Fiordeponti ha diagnosticato: raffreddore asmatico, e ha prescritto delle medicine forti che l'hanno guarito in breve tempo ma l'hanno anche reso nervoso e irascibile tanto che lui e suo fratello litigavano in continuazione. Da impazzire. Ero sfinita. Pino è tornato dal lavoro alle 5 e mezza e ha voluto che uscissi un pò da sola per distrarmi. Sono andata al centro dove per caso ho incontrato Marjan e, dopo aver mangiato un gelato assieme, all'Upim ho comprato un pacchetto di chewing gum per i maschietti e per Jan anche un'arco con le frecce. Come ne era felice. David era carinissimo, non ha mai protestato le poche volte che rimaneva a mani vuote. Anzi, gioiva per Jan.
In cima a Via Teulada c'è una piccola traversa con alla fine un palazzetto rosso. Lì, all'ultimo piano, abitavano Stefano e Maria. Davanti a questa casa c'era una grande aia maltenuta dove razzolava una famiglia di galline. In codesto giardino a volte giocavano David e Jan con Stefano e Maria. Dai padroni delle galline, signor Alfredo e signora Genoveffa, che abitavano al primo piano del palazzo rosso, ogni tanto compravo delle uova fresche e se portavo del pane raffermo per le galline me ne regalavano un paio. Poichè il 4 giugno sul monte faceva troppo caldo ci siamo fermati in questo angolo rurale. Poi i quattro bambini li ho fatto abbeverare dal vinaio nel suo negozietto semplicissimo in quella stradetta, via Faravelli. Mescolava tra loro delle bibite per me imbevibili ma per i piccoli era una ghiottoneria: chinotto, gazzosa, aranciata.
L'8 giugno verso le 8 di sera sono arrivati dalla Svizzera l'amico d'infanzia di Pino, Pino de Maio con la moglie Jeannine, la mamma di Jeannine e il piccolo Jacques di qualche mese più piccolo di Jan. Ho preparato un bel minestrone. I tre maschietti erano vivacissimi. L'amico Peppino ha lavato i piatti. La casa non era grande ma nel soggiorno c'era una grande divano letto ad angolo, perciò anche sul divano poteva dormire una persona comodamente. I mattino dopo sono andati tutti al Vaticano lasciando a me i bambini. Ho preparato un abbondante pranzo che a tutti quanti è piaciuto molto. Jeannine mi ha dato poi una mano in cucina. Dopo la siesta sono ripartiti e io sono andata sul monte con David e Jan dove abbiamo incontrato il compagnetto di scuola di David, Dario con la mamma e il fratellino di 2 anni Claudio. Claudio amava essere portato da David, sulle spalle.
L'11 giugno è arrivato in anticipo un pacco per Jan dal Canada, per il suo compleanno. Un pacco pieno zeppo: oggetti, cose commestibili, ma anche due camicette e una giacca da Davy Crockett. Jan era così felicemente sorpreso e anche David che tornava da scuola perchè oma e opa avevano pensato pure a lui. David ha aiutato Jan a mettersi la nuova giacca e così vestito Jan ha pranzato e quel pomeriggio nel cinema non si è voluto togliere la giacca da Davy Crockett. Il film era "Il pianeta delle scimmie" con Charlton Heston.
Il 12 giugno abbiamo comprato maschere e pinne per i ragazzi e per Jan un fucile innocuo per la sua festa. A casa hanno giocato con il fucile, Jan ne era entusiasta. Giocavano in casa con le maschere sul viso. Amavano trasvestirsi. Credo che Flaminia abbia preso da loro.
Il giorno dopo era festivo: Corpus Domini. Al pomeriggio al CAR si siamo intrattenuti coi colleghi di Pino, Alberto Scafati che aveva con sè sua figlia Donatella e Adriana Retacchi che era accompagnata dal marito Franco e dalla loro bambina Chiara. Poi è venuta anche la signora Tassoni con i suoi tre maschietti e una giovane signora svedese col suo bambino Attilio che avevo conosciuto alcuni giorni prima.
E sono arrivata alla festa di Jan: 16 giugno, una domenica. Sono venuti tanti bambini: Marie Chantal, Marie Solange, Carlos, Alessandro, Eugenio, Edoardo, Sandrino, Marco, Andrea, Stefano, Maria, Dario e Claudio e si sono scatenati. Molti genitori sono rimasti. La pesca era un grande momento, la torta squisita. Di sera ci voleva del tempo prima che Jan dormisse.
Nei giorni che seguivano Jan non si stancava di giocare con il suo fucile, tant'è che David una sera mi ha detto: "Mamma, Jan ama il suo fucile." "No", disse Jan, "Non lo amo, mi piace, mica è la mia sposa."


David, Jan e Stefano

Primavera 1968 - 3

Ho sempre amato leggere ma con tutte le faccende di casa e con i bambini non mi rimaneva molto tempo per farlo. Il 2 maggio ho finito il libro di Sigrid Undset "Kristin figlia di Lavrans". Una sera, a cena da Marjan e Fred, l'avevo visto nella loro libreria ed era come incontrare una vecchia amica: tanti anni prima avevo letto con passione quasi tutti i libri di questa scrittrice norvegese. Me l'hanno prestato e, ancora una volta, sono rimasta colpita da come Sigrid Undset descrive i personaggi e la natura.
L'8 maggio è venuto con noi sul monte Roberto, il giovane fratello della nosta portiera Elena. Suonava la chitarra e David cantava e ballava divertendosi tantissimo.
La mattina dell'undici maggio Jan ed io abbiamo portato, come facevamo ogni tanto, del cibo e un pò di soldi  ad un cieco che elemosinava vicino al mercato di Via Sabotino. Scambiavo sempre qualche parola con lui. Allora i mendicanti erano molto meno di adesso. Quel pomeriggio Pino è rimasto con i bambini ed io sono andata dal ginecologo per un controllo: il bambino cresceva una meraviglia. Tornando a casa ho notato che una macchina mi seguiva. Mi dava noia. Ha continuato a farlo nei giorni seguenti anche quando camminavo per strada con i  bambini. Finchè un giorno sono entrata in un bar per chiamare Pino che lasciando il lavoro ha preso un taxi ed è venuto a prenderci. E' stata la fine dello stalking.
Il 17 maggio, il mio compleanno. Al mercato, oltre alle arance, alle fragole e alle ciliege ho preso anche un mazzetto di roselline rosse e poi Pino è tornato a casa con 12 bellissimi garofani rossi e delle paste Dopo pranzo ho lavato i piatti e aiutato David con i compiti e subito dopo con i bambini al cinema Clodio. Pino doveva lavorare. Il film "Il favoloso dottor Dolittle" è piaciuto ai bambini. Dopo hanno mangiato una fetta di pizza e a casa una omelet. Una bella giornata.
Il 19 maggio, una domenica, Pino lavorava. Abbiamo assistito alla messa nella cappella della RAI e poi pranzato nella mensa, e per noi era una festa. Era anche simpatico chiacchierare con i colleghi di Pino. Dopo con un taxi sono andata coi ragazzi al CAR (Circolo Aziendale RAI). Pian piano è venuta tanta gente con i loro figli e David e Jan si sono divertiti tanto. Io ho preso una sedia a sdraio e avevo la faccia rossa per il sole. Il bambino nella mia pancia a volte era vivace. Pesavo 61 chili con i vestiti (ero alta 1.71). Per tornare a casa abbiamo camminato fino a Piazzale Ponte Milvio dove ho preso una pizzetta per i bambini. Una volta seduti nell'autobus 32 qualcuno bussava al finestrino: era Pino che con la sua collega Anna Maria Greci era venuto a prenderci. Quando è nata Sigrid, Anna Maria è diventata la sua madrina.
IL 23 maggio l'abbiamo passato dalla famiglia Fagiani che avevamo conosciuto al ricevimento del 30 aprile nella villa dell'ambasciatore d'Olanda alla Camilluccia dove, come ogni anno si festegiava il compleanno della regina dei Paesi Bassi. Mi sembra che lui si chiamasse Angelo. Lei si chiamava Elly. Le loro bambine Loretta e Bernadette. Finito il pranzo abbiamo camminato in mezzo ai campi di grano. Il 25 sono venuti loro da noi nel tardo pomerigggio. I bambini giocavano con esuberanza. Per dopo cena avevo preparato due crostate e c'era una scodella piena di ciliegie.


lunedì 19 marzo 2012

Primavera 1968 - 2

Il 22 marzo era il nostro nono anniversario. Abbiamo comprato dei narcisi ed una torta, per pranzo ho preparato lasagne e di pomeriggio siamo andati al parco di Colle Oppio, il mio vecchio quartiera da scapola. I bambini ci giocavano a piacere, Jan era esuberante. Raccoglievano pratoline. Nella casa dove abitavo un tempo non c'erano più i nostri amici di una volta, anche loro avevano cambiato casa.
Il 2 aprile siamo andati insieme dal ginecologo per una visita di controllo. Ero incinta da un pò più di tre mesi e tutto era a posto. Abbiamo raccontato ai ragazzini la grande notizia. Sembravano contenti.
Già il 21 marzo ci eravamo recati da un ginecologo, amico d'infanzia di Pino, Giovanni Gallo che mi ha prescritto vitamine, minerali e extra vitamina C.
Il 3 aprile sono venuti a cena Fred, Marjan con la mamma, Peter e Ronnie Mulder. David non riusciva a dormire, voleva che raccontassimo la grande notizia agli ospiti, però in sua presenza. L'abbiamo fatto alzare e abbiamo raccontato del bebè in arrivo. Esclamazioni di sorpresa ed auguri. David di nuovo a letto. Io quella sera indossavo un vestitino nero aderente con una collana comprata tempo prima a Casablanca.
Il 12 aprile siamo andati per quattro giorni ad Avellino. Anche là tutti felicemente sorpresi dalle nostre nuove. A Walter e Marisa era da poco nata la prima figlia Ilaria e in Canada a mio fratello Minze e sua moglie Elma la terza figlia Sharon Margaret. Abbiamo visitato la famiglia Palumbo, gente cara e molto ospitale. Pino era grande amico dei figli Enrichetto, Irma e Liliana, e dopo anche di Italo che era più giovane. Il giorno della nostra partenza Italo (Scelza Palumbo: Scelza cognome della mamma)
ci ha detto  nuovamente che voleva fare un ritratto a me con i bambini.
La mattina del 21 aprile siamo andati noi quattro a vedere una mostra di quadri in mezzo alle azalee sulle scalinate di Piazza di Spagna. Un bombardamento di colori. Faceva un bel caldo.
Poi di sera è venuta Liliana Palumbo a Roma, nostra ospite per una settimana. Era diplomata ISEF e doveva seguire un corso di aggiornamento per l'insegnamento. Era spesso via ma di frequente consumava i pasti con noi e le piacevano molto. Un pomeriggio è venuta con me e i bambini sul nostro monte. Con noi c'era anche la nostra cara amica Gabriella. Ho scritto nel mio diario che cantava le mie lodi, con mio imbarazzo, e mi trovava magra come un'acciuga. Gabriella era una collega di Pino che ogni tanto ci chiamava:"Posso venire a pranzo da voi?" Diceva che si sentiva tanto bene con noi, i suoi pensieri spesso tristi si distraevano in nostra compagnia. L'anno prima, il 25 settembre, ci aveva presentato il suo fidanzato inglese Humphrey ed il suo amico Chris. Il 4 dicembre seguente ci ha informato che usciti per una gita in barca a vela sul lago di Bolsena, Humphrey e Chris non sono più tornati a riva. Una storia incredibile, misteriosa e triste che ci ha toccato molto. I giornali ne scrivevano.
Il primo maggio ho sentito il bambino muoversi nella pancia. In mattinata sono venute la mia amica Olga con la sua bambina Germana dell'età di David e anche con loro ci siamo arrampicati sul nostro monte. Ci godevamo il bel sole e il verde. Olga diceva che abitavamo proprio in un bel posto. Sto ridacchiando al pensiero di come portassimo regolarmente amici e parenti su Monte Mario, come se quel luogo bellissimo e ancora incontaminato fosse il nostro giardino privato;  ne eravamo orgogliosi e lo volevamo condividere con tutti.


A Piazza di Spagna

domenica 18 marzo 2012

Primavera 1968 - 1

Questo spot lo dedicherò a qualche evento che pesco dal mio diario del 1968 fino al compimento dei quattro anni di Jan..
Un giorno dopo pranzo ci siamo avviati, David, Jan ed io al Foro Italico. Quasi arrivati vediamo sopra  un cespuglio, forse portato là dal vento, un biglietto da mille lire. Ci siamo interpellati ed abbiamo deciso di spenderlo andando al circo Berlin dall'altra parte del Ponte Duca D'Aosta, anche per sfuggire al vento freddo. Il prezzo d'entrata per noi tre era di 1.500 lire. A David è piaciuto molto, a Jan così così.
A volte, giocando nei parchi, a David e Jan gli alri bambini chiedevano: "Ma voi siete stranieri e la vostra mamma è straniera?" Era per il nostro aspetto perchè è vero che io ho un accento che non ho mai perduto ma i miei figli no. A quei tempi gli stranieri in Italia erano rari.
I primi di marzo David per un paio di giorni di seguito ci ha raccontato che nella sua classe lui apparteneva al gruppetto degli Esclusi che sarebbero quelli che non sarebbero promossi. Ci sembrava strano perchè la sua ultima pagella non era male e i voti nei suoi quaderni erano alti o più che sufficienti. Il 7 marzo tornava a casa felice. Pino era stato a scuola e dal giorno dopo non sarebbe stato più incluso nel gruppo degli "Esclusi". Quel pomeriggio siamo andati al cinema a vedere "I viaggi di Gulliver". E' venuto con noi anche l'amichetto Marcello. Nel cinema Jan piangeva, non voleva che bruciassero Gulliver. Quella notte Jan si è svegliato arrabbiato e buttava tutti i vestiti per terra. Sicuramente sognava del film e ha voluto dormire con noi nel lettone.
Jan, piccolo com'era, camminava lunghe distanze. Veniva con me a Piazzale degli Eroi per portare cose commestibili, un pò di soldi e dei fiori alla signora Raparelli, una vedova povera che viveva in una casa popolare ed era tanto felice di vederci arrivare. Poi attraverso noi anche altre persone si sono interessate  a lei e ne era molto commossa. Pino ha coinvolto anche Peter Mulder, i Sanvincenzini  e Padre Igino, il frate cappuccino che la domenica leggeva la messa nella cappella della RAI. Come prima era tanto sola, gli ultimi anni della sua vita è stata accudita da tante persone.
Di mattina, con David a scuola, io e Jan a volte andavamo alle pendici del monte portando con noi Claudia, la figlia della portiera coetanea di Jan. Lei si metteva sopra le mie ginocchia, Jan correva. Claudia veniva spesso su da noi a giocare con Jan. Ogni tanto David e Jan scendevano a vedere la TV da Elena, la nostra carissima portiera. Non avevamo ancora la TV.
Jan era un piccolo tesoro, sì vivace, ma era così assennato nel suo ragionare. Un pomeriggio sul monte David e Jan giocavano con altri bambini ma poi Jan è venuto da me che ero seduta sul solito grande sasso a scrivere una lettera e non voleva più staccarsi da me perchè diceva che c'erano delle bambine che lo volevano sempre baciare.
Il pomeriggio del 15 marzo Pino doveva presentare uno spettacolo radiofonico in una sala col pubblico. Quel giorno, come succedeva spesso, c'erano da noi Cristina e il piccolo Carlos, il mio figlioccio di quasi un anno. Mentre io badavo a Carlos Cristina è andata con David e Jan ad assistere alla trasmissione. Negli intervalli Pino ha avuto Jan sulle ginocchia. Ha avuto tanti complimenti coi suoi figli. Pino orgoglioso
Il 24 marzo veniva festeggiato il primo compleanno di Carlos (era nato il 17 marzo). Julio è venuto a prenderci. C'erano amici cubani, messicani e spagnoli, fra i quali Dante il padrino di Carlos e la sua fidanzata. Carlos era un bambino carinissimo. Tante volte ho badato a lui. Il climax della festa era l'amico ventriloquo molto bravo.







Con Dante e Carlos


venerdì 16 marzo 2012

Carnevale 1968 a Bracciano. Jan 3 e mezzo, David 7 anni.


Nei giorni che Sigrid è stata qui da noi c'erano ancora, come residui del carnevale appena passato, dei corandioli per terra, sulle strade. Ne ho comprato un pacchetto per Livia, li può usare per fare dei collages. Disegnando e incollando può sbizzarirsi. Con questa tecnica il Natale scorso qui a Roma ha fatto qualche segnalibro che poi ho fatto plastificare.
E poi l'argomento carnevale mi ha fatto accorgere che non avevo finito di scrivere su Jan treenne e voglio riprendere il tema e mettere per iscritto come il carnevale del 1968 fu alquanto particolare.
Quando giocavano in casa David e Jan amavano travestirsi da Batman e Robin. Quell'anno, con l'avvicinarsi del Carnevale potevano scegliersi un nuovo costume, un'impresa non facile. Finchè sabato 10 febbraio, nel grande negozio di giocattoli ed altro a Piazza Navona,  hanno visto dei costumi che piacevano loro immediatamente: un completo da Sudista per David e uno da Nordista per Jan. Come erano felici con questi acquisti.
Al lavoro Pino ha sentito che nella piazza di Bracciano, nel pomeriggio del 24 febbraio ci sarebbe stata una festa di Carnevale con una banda musicale e bambini in maschera. Ci siamo andati con un pullman che partiva da Piazza Risorgimento. Dopo un'ora siamo arrivati, era circa mezzogiorno. Per prima cosa abbiamo visitato il castello, che a David è piaciuto tantissimo. Poi abbiamo pranzato in una simpatica trattoria, cominciando con dei cannelloni. Alle tre sulla piazza del municipio è arrivata la banda accompagnata da tanti bambini in maschera con i loro parenti. Ci siamo uniti alla parata che si dirigeva verso la sala cinematografica del paese. All'interno ci siamo seduti in mezzo alla gente. I bambini mascherati in sala venivano invitati a salire sul palco, dieci alla volta. C'erano bellissime damigelle, principi e principesse nei loro sfarzosi vestiti. C'erano Zorro, D'Artagnan..... Anche David e Jan salivano sul podio con uno dei gruppetti. L'atmosfera era festosa e rumorosa. Genitori e nonni applaudivano e chiamavano ad alta voce i propri pargoli. Quando tutti i bambini si erano esibiti sembrava che la festa fosse finita. Ci siamo alzati e usciti dal cinema, per prendere il pullman che partiva per Roma alle 6 meno 10, ma i ragazzi ci hanno pregato di rimanere un altro pò. Ci siamo arresi e siamo rientrati nel cinema. La festa continuava, suonavano musica beat e venivano annunciati i vincitori dei costumi, cominciando con l'ottavo premio. Non sapevamo che ci sarebbe stata una premiazione. E con nostra grandissima sorpresa il primo premio era per i nostri maschietti! 30.000 lire. Con loro anche Pino ed io dovevamo salire sul podio per dare una mano alla giuria. Come eravamo emozionati. Dopo, camminando per strada, David e Jan attiravano gli sguardi di tutti.  Uno di quei giorni David mi ha detto ridendo: "Mamma si dice nordisti e sudisti ma non si dice nordici e sudici."




Segnalibri di Livia


mercoledì 14 marzo 2012

Una settimana con Sigrid

 Sigrid a sei anni


Alla fine di febbraio Livia e Flaminia hanno avuto una settimana di vacanza e in quel mentre Sigrid è venuta dall'Olanda qui da noi a Roma per staccarsi un pò dalla vita quotidiana haarlemmese scandita, tra l'altro, da pioggia e cielo buio. E' stato bellissimo averla con noi anche se ci mancavano le bambine. La sera prima di partire Flaminia ha detto a Sigrid:"Mamma mi mancherai tanto." Kevin e le bambine hanno accompagnato Sigrid all'aeroporto di Schiphol dove Flaminia camminando mano nella mano con la mamma ha esternato: "Mamma la prossima volta andiamo noi due insieme in Italia."
Una volta che Sigrid è arrivata a Roma in casa c'era nell'aria un pò di nostalgia delle bambine. Kevin  ogni giorno si è preso del tempo libero per stare con le  figlie, tanto svolge un lavoro indipendente. Per il resto della giornata veniva un'amica italiana che per mestiere fa la baby-sitter, da sola o con le sue giovani figlie. Quest'amica Livia e Flaminia la conoscono bene e sono felici quando viene Elisa a badare a loro perchè è allegra e bravissima con i lavoretti manuali, le fa divertire e se il tempo lo avesse permesso le avrebbe portate in un parco giochi nelle vicinanze. Sigrid un giorno ha ricevuto da Elisa un sms: "Tutto bene qui, le bambine sono deliziose."  La prima notte dopo la partenza di Sigrid Livia ha dormito nel lettone vicino a Kevin e ha detto: "Sento il profumo di mamma, è come se mi abbracciasse." Ogni giorno Sigrid si è sentita con Kevin e le bambine, le cose andavano a meraviglia. E' stata una grande fortuna che il tempo qui a Roma sia stato bellissimo per tutta le settimana. Stavolta Sigrid non ha preso impegni con le amiche: si vedranno la prossima estate. Lei ed io siamo andate insieme al mercato e abbiamo fatto lunghe passeggiate nel nostro quartiere ma siamo anche andate a Piazza Navona, Campo de' Fiori, Trastevere, Via Ottaviano, Via Cola di Rienzo e una volta insieme a David  abbiamo camminato dall'Esquilino fino a Piazza di Spagna e dintorni. Sigrid si sentiva come quando era una studentessa che, senza pensieri se ne va a spasso per la città gironzolando senza meta.  I giorni più freddi indossava un mio cappotto che da sempre ha voluto conservare. Questo cappotto è dell'inverno del 1958/59. Eravamo fidanzati e Pino me lo ha comprato in una boutique pagandolo a rate e ricordo che era molto ammirato. Ci sono degli spots su questo blog dove l'indosso, sulle foto sono insieme a Pino nel parco di Colle Oppio. David in questi giorni ha scattato delle foto di Sigrid dentro questo famoso indumento. Mi sentivo commossa nel vedere mia figlia vestita col paltò della mia gioventù. E come le sta bene.
La passione di Sigrid è la piscina e ci è andata tutti i giorni, facendo 60 o 70 vasche. Il nuoto la rilassa. Questa bella piscina si trova a due passi da casa, è una grande comodità, in Olanda deve prendere un autobus per arrivare alla piscina più vicina.
Si è sempre gustata i pranzi e le cene che le ho preparato. E poi il sole: si metteva sul balconcino assorbendo i raggi e si è persino abbronzata un pò.
Sigrid è arrivata il 25 febbraio ed è partita il 4 marzo. L'ho accompagnata alla stazione dove ha preso il solito treno per l'aeroporto di Fiumicino. E c'è stato il solito addio. Ma presto ci rivedremo. A fine aprile prenderò io l'aero e starò con i miei tesori per ben 6 settimane.
Sigrid a Roma
Quando, alle nove di sera Sigrid è arrivata a casa in Olanda, le bambine stavano a letto ma non dormivano per l'eccitazione di rivedere la mamma. Per prima cosa Sigrid è andata ad abbracciarle. Flaminia nell'abbraccio ha detto: "Mamma mi sei tanto mancata." Livia era tutta sorrisetti e urletti di contentezza. Kevin non ti dico come era felice.

sabato 10 marzo 2012

Natale 1967 a Caux, Svizzera


Quando ero incinta di Jan, un giorno Pino è venuto a casa all'ora di pranzo portando con sè un ragazzo olandese di circa dodici anni di nome Peter Evenhuis che si era presentato alla portineria della RAI in Via Teulada dicendo di dover svolgere un tema sui lavori svolti nella RAI.  Era olandese, frequentava la scuola tedesca a Roma, era trilingue. Uno degli uscieri si ricordava che Pino era sposato con un'olandese e lo ha chiamato. Pino con grande piacere si è offerto di fare da guida al simpatico ragazzino mostrandogli tutto quello che c'era da vedere come i magazzini con le scenografie, gli studi dove venivano registrati gli sceneggiati e da dove venivano trasmessi i telegiornali, la sartoria e il reparto costumi. Da questo incontro è nata un'amicizia con i genitori di Peter che ci hanno introdotto in una cerchia di olandesi residenti a Roma. Ci frequentavamo abbastanza spesso: per una cena, per un tè o per qualche festicciola. I nostri figli giocavano assieme. Per me era bello poter parlare ogni tanto la mia lingua. Fra questi nuovi amici c'era una coppia, Fred e Marjan, con due figlie della stessa età dei nostri maschietti: Marie Chantal e Marie Solange. Fred e Marjan avevano intenzione di andare a passare il Natale nella Mountain House a Caux in Svizzera, sulle alture di Montreux, insieme alle bambine. Un soggiorno organizzato dal Riarmo Morale, un movimento religioso internazionale che si prefigge di cambiare il mondo riavvicinando gli individui ai valori morali fondamentali. Fred e Marjan ci hanno chiesto di andarci insieme e abbiamo accettato l'invito.
Quando Robin, il padrino inglese di Jan ha saputo che saremmo andati in Svizzera ad un incontro del Riarmo Morale, è sbiancato in faccia. Ha detto che era un movimento cattivo e, bevendo in fretta l'ultimo sorso di tè ha detto che se ne doveva andare,  aveva molto da fare. Pino l'ha accompagnato per un tratto di strada e  Robin gli ha intimato che se noi fossimo andati in Svizzera lui non sarebbe più venuto da noi. Pino ha risposto: "Come vuoi."  Già Robin si era inquietato per il fatto che Pino ed io eravamo andati alla sinagoga dove Pino ha chiesto al rabbino chiarificazioni su certe vicende ebraiche che gli servivano per il libro che stava scrivendo. La volta che io indossavo un pantalone Robin mi redarguiva: "Le donne devono usare solo la gonna". Meno male che Robin è rimasto nostro amico, ci era comunque caro, gli abbiamo voluto molto bene.
Il 23 dicembre siamo partiti col treno alle 10 meno 15 e il giorno dopo alle 12 meno 15 siamo arrivati a Montreux: un viaggio di 14 ore! Perdipiù estremamente disagevole perchè non ci hanno montato le cuccette: l'inserviente era rimasto inspiegabilmente a Roma! La notte ci siamo sdraiati sui sedili coprendoci con i cappotti. Jan ha dormito, David poco, noi niente. La mattina dopo nel treno abbiamo fatto gli auguri a David, compiva 7 anni. Fred ci è venuto a prendere alla stazione con la sua macchina. Nella Mountain House, un ex albergo con le sembianze di un castello da fiaba, ci aspettavano, oltre Marjan e le bambine, anche Peter, Ronnie e Christian Mulder, amici cari e tanta gente da tutte le parti del mondo. Quella sera c'era la festa natalizia con l'albero. Gente di diversa nazionalità  partecipava recitando una poesia o declamando un breve racconto e si cantava tutti insieme. La mattina dopo un coro passava per tutti i corridoi, il loro canto era incantevole. Ogni giorno c'era un bell'evento: spettacoli teatrali, un concerto di sassofono di quattro minatori, conferenze, feste e cinema per i bambini, per loro c'era anche una grande stanza dove poter fare lavori manuali. C'era molta neve e di pomeriggio i bambini andavano sugli slittini. Un giorno Pino ed io con Marjan e Fred e Andrea, un ragazzo italiano, abbiamo preparato il pranzo: pasta alla bolognese. Per 450 persone! E' stato un successo, tanti dopo ci hanno chiesto la ricetta. Mentre noi cucinavamo Ronnie badava ai bambini e Peter scattava delle foto. David per qualche giorno non ha potuto uscire, aveva la tonsillite. C'è una foto di lui a letto con Jan che gli fa compagnia. Il 2 gennaio siamo tornati a Roma,  arricchiti da un'esperienza unica.



Autunno 1967

La bella estate è passata troppo velocemente. Il primo ottobre siamo andati ad Avellino. Abbiamo iscritto David alla scuola elementare più vicina. Pino ha fatto tutti gli accertamenti necessari, il 4 ottobre è stato ricoverato in clinica e il giorno dopo è stato operato. Gino, mio cognato, non se la sentiva di operare il proprio fratello e ha fatto venire un chirurgo di fama da Napoli. L'operazione è riuscita, l'ulcera asportata. Io non lasciavo mai Pino da solo e quando cominciava a stare meglio prendevo un bus verso l'ora di pranzo per andare a prendere David a scuola (di mattina lo accompagnava zia Norma), si pranzava e, mentre gli altri riposavano, facevo i compiti con David. In questa scuola David si trovava molto bene e in breve tempo si è fatto degli amichetti. Ogni giorno ad una certa ora andavo con i bambini da Pino in clinica e venivano anche Norma e mia suocera che poi tornavano a casa con David e Jan. Sembrava che Pino si stesse riprendendo bene, ma inaspettatamente gli sono venuti dei dolori nella schiena, sempre più forti, e una febbre che saliva sempre di più. Non si capiva a che cosa fosse dovuto. Quando il 15 ottobre assieme ai bambini sono arrivata in clinica ho preso un enorme spavento quando ho saputo che Pino stava in sala operatoria. Gino aveva capito che il chirurgo aveva commesso uno sbaglio. Normalmente con questa operazione si mette un tubicino nella ferita affinchè il liquido che si accumula possa fuoriuscire. Questo chirurgo aveva, a suo dire, un metodo nuovo che non prevedeva l'uso del tubicino. La situazione era diventata insopportabile e Gino ha deciso di rioperare suo fratello d'urgenza. Era domenica ma ha rintracciato un'anestisista disponibile. Operando ha trovato una quantità di liquido stagnante, colpevole del male. Questa volta ha applicato un tubicino e Pino ha cominciato a guarire.

Chiusano di San Domenico

Le pagine del mio diario di quasi tutto il tempo trascorso ad Avellino sono in bianco. Ricordo che spesso ero infelice. Quei giorni non avrò avuto nè voglia nè tempo di scrivere. Ho solo annotato due giorni luminosi: l'11 novembre siamo andati, Walter, mamma, Norma e noi quattro al santuario di Pompei per esaudire un voto fatto da Pino. Dopo il pellegrinaggio alla enorme chiesa siamo andati a Napoli, all'Edenlandia, dove i bambini si sono scatenati. Poi il 19 novembre abbiamo passato una giornata a Chiusano di San Domenico dalle tre sorelle di mia suocera e le loro famiglie. Ci siamo arrampicati sulla montagna che sovrasta il paese, fra alberi e cespugli: la natura in Irpinia è stupenda. Dopo un pranzo succulento i bambini hanno giocato con i cani di zio Emidio nel cortile di casa. Verso sera l'aria era fredda e ci siamo riuniti attorno al caminetto.
Il 23 novembre, dopo quasi due mesi siamo tornati a Roma. Leggo nel mio diario che la mattina della partenza ho fatto le valigie e preparato un dolce e anche delle frittelle delle quali la famiglia di mia suocera era ghiotta.
Una volta di ritorno a casa David e Jan hanno cominciato subito a giocare con i giocattoli nella loro stanza che non vedevano da tanto tempo. E' iniziata la nostra solita vita romana.
Il 24 novembre ho scritto nel mio diario: "Sono così felice di essere di nuovo a casa, mi sento come se fossi passata dal buio alla luce."