lunedì 14 marzo 2022

I due Jan

 

Un paio di settimane fa Jan è andato nel New Jersey per incontrare eventuali nuovi clienti. Un suo assistente, adesso in pensione, ci abita ed era felice di accompagnare Jan in queste enoteche e ristoranti molto distanti fra loro. Per Tom questa gita era una distrazione e un divertimento, trovandosi con Jan, chiacchierando di tutto e mostrandogli i bei posti di questa parte dell'America. Risulta che la famiglia di sua moglie ha origini di Chiusano San Domenico, il paesino dei bisnonni materni di Jan. Il mondo è pieno di sorprese!

Tanti anni fa sono stata assieme a Jan nel New Jersey prendendo il treno che viaggia sotto il fiume Hudson per passare una giornata da amici musicisti di Shirley. C'era anche Shirley, la nostra amica americana di Roma. In una bella villetta immersa nel verde e immersa nella musica jazz suonata dall'ospite e la sua band siamo stati benissimo con persone calorose e ospitali. Perciò un piccolo assaggio del New Jersey l'ho avuto quel giorno.

L'8 marzo in una mail Jan mi racconta: "Domenica ho preso il treno che attraversa il fiume Hudson. La stazione di Hoboken (nome che forse deriva dall'olandese Hoebuck-scogliera o rocca) è un monumento storico costruito nel 1907. Da lì ho preso la citi bike che funziona anche a N.J. e ho fatto una bella pedalata lungo il fiume della graziosa cittadina, piena di brownstones tipo Brooklyn".

Gli ho risposto: "Sei stato di nuovo nel New Jersey! Questo fatto mi ha fatto pensare tanto a opa (nonno). Una volta su internet cercando qualcosa sui miei antenati ho trovato che Jan Fennema, nato a Suameer il 27 agosto 1907, ha lavorato per un anno nel New Jersey. Io mica lo sapevo dove opa fosse stato in America. Sapevo solo che quando aveva circa 19 anni, dopo il servizio militare, si è avventurato in America dove ha lavorato in una fattoria modello, cioè modernissima: c'erano già la mungitura meccanica, stalle pulitissime e musica soave in sottofondo. E' tornato in Olanda perchè il nonno di mia madre, prima di morire, desiderava rivedere il fidanzato di sua nipote, mia madre. Forse ti ricordi che oma (nonna) era cresciuta dai nonni. Opa voleva sposarsi e tornare in America con la sua sposa. Ma per certe circostanze gli è scaduto il contratto di lavoro e perciò è rimasto nei Paesi Bassi. Il destino ha voluto che io e i miei fratelli non nascessimo nel New Jersey. Adesso tu, Jan, nel 2022 sei nel New Jersey come opa nel 1926. I casi della vita!

Ho cercato su internet da dove provenga il nome Hoboken (che mi suona così bello ed esotico nelle orecchie) e ci sono due possibilità. Anzi tre. La prima: i nativi la chiamavano Hopoghan Hackingh che vuol dire Terra della Pipa da Tabacco: le pipe della pace. L'abbondante roccia verde del territorio veniva usata per scolpire le pipe.  All'inizio del 1600 arrivarono i coloni dei Paesi Bassi e la chiamarono Hoebuck, che in olandese antico significa Alto Promontorio. Ma alla fine ho incontrato un ulteriore sito con un'altra supposizione. Il nome  potrebbe derivare dalla presenza di una vasta area boschiva della zona consistente per lo più di alte querce, Hoge Beuken in olandese, che si è poi trasformato in Hoboken.               

 

                                                               Jan Fennema - 19 anni  


                                                                    Jan D'Amore, 19 anni
                                                                                                                                                                                                                   

 

 

 

 

 

 

martedì 8 marzo 2022

Lunga vita di un cappotto: 1958-2022 ed oltre.

 

Come ogni anno Sgrid, Kevin, Livia e Flaminia durante una vacanza scolastica sono venuti dai Paesi Bassi per stare con David e me a Roma, cioè dal 19 al 26 febbraio. Meno male che la burrascosa tempesta che in diversi paesi nordici aveva causato tanti danni si era calmata e l'aereo ha potuto partire nei tempi stabiliti e il viaggio è stato tranquillo, senza scosse. E' sempre emozionante rivedere figlia, genero e nipotine. Dall'ultima volta che ci siamo visti Flaminia, 13 anni, è cresciuta molto, è quasi alta quanto la sorella: 1.73.

Quasi sempre c'era il sole e ne hanno approfittato per fare tante uscite per la città. Un giorno, con  David, si sono avviati verso Monte Mario portando cibo e acqua in quantità. Attraverso i bellissimi sentieri del parco del monte sono arrivati al bar Zodiaco che hanno trovato chiuso, forse per via del covid. Dall'alto hanno visto la casa di Via Goiran dove hanno passato la loro prima felice giovinezza. Quando la Via Panoramica ancora non esisteva io e i figli ci arrampicavamo tra la vegetazione selvatica aggrappandoci ai cespugli. Al bar Zodiaco si mangiava un gelato e si osservava Roma ai nostri piedi gareggiando nell'individuare monumenti e quartieri. In noi è rimasto un debole per Monte Mario. I gitanti sono tornati a casa soddisfatti e stanchi dopo una camminata di almeno 12 chilometri. Una sera abbiamo cenato dall'amica/vicina di casa Flavia, c'era anche suo fratello Alessandro che da non molto si è trasferito all'Esquilino, a cinque minuti da noi. Flavia e suo fratello sono bravissimi cuochi e la cena era squisita. Noi avevamo portato i beignets (bignè) di San Giuseppe di un panificio a Via Emanuele Filiberto, per me i  migliori di Roma. E poi anche del vino.

Nel titolo di questo post parlo di un cappotto. Questo cappotto ce l'ho dal 1958. Pino ed io c'eravamo fidanzati da non molto. Aspettavamo le mie carte dai paesi dove avevo vissuto per poterci sposare. Queste carte servivano per dimostrare che non mi ero mai sposata prima in quei paesi. Un giorno ho accompagnato Pino a Via Po dove qualche volta lavorava in una succursale RAI. Nella vetrina di una boutique c'era esposto un bel cappotto. Pino ha insistito che lo provassi. Mi stava benissimo e Pino l'ha comprato, pagandolo a rate. Ancora lavorava a cachet che adesso si usa chiamare lavoro precario. Mi hanno fatto tanti complimenti con quel paltò. Ho una foto dove sto insieme a Pino nel parco di Colle Oppio con addosso quel soprabito. Poi Sigrid l'ha messo qualche volta e anche di lei ho una foto con indosso quel capo il giorno del matrimonio della sua amica Cristiana nel 2003. Sigrid era la testimone della sposa e mentre gli sposi sedevano davanti all'altare lei ogni tanto si alzava per aggiustare per i fotografi lo strascico del vestito della sposa. Io  ero seduta assieme a Kevin su una panca al centro della chiesa da dove vedevo le occhiate ammirate rivolte alla mia figlia elegante.

Sigrid mi ha sempre detto di tenere il cappotto. Lo verrebbe portare con sè in Olanda ma è talmente pesante e voluminoso che non entra nei  bagagli a mano. In quei tempi non esistevano ancora le felpe ed altri indumenti caldi e leggeri. Come David ha già fotografato le nipotine con un mio vestito estivo a due pezzi, questa volta, un pomeriggio, è uscito con Flaminia per  ritrarla con questo famoso cappotto e il giorno dopo ha scattato anche con Livia, sempre nelle vicinanze di casa nostra, all'Esquilino. Sono venute fuori delle immagini bellissime: le nostre due modelle di 13 e 16 anni. Chiederò a David di illustrare questo post con qualche foto. In ogni caso il cappotto rimane qui nell'armadio e poi si vedrà..

Nonostante il poco tempo a disposizione Flaminia è riuscita a fare un collage. Anche Livia aveva  voglia di farne uno però l'ha rimandato alla prossima estate quando col caldo si sta più in casa.

                                                         Colle Oppio - 25 gennaio 1959


                                                               Sigrid, gennaio 2003



                                                 Flaminia a Colle Oppio, febbraio 2022


Flaminia
 
 
Livia
 
 
 

                                                                            Livia



                                                                       Collage di Flaminia







mercoledì 2 marzo 2022

Sigrid a Roma 3-23 gennao 2022

Per ulteriori restrizioni nei Paesi Bassi - altri lockdowns per la nuova variante del covid detta Omicron - Sigrid ha deciso di venire da sola a Roma per 8 giorni. Kevin di questi tempi lavora più che altro online e avrebbe badato all'andamento della casa facilitato dalla vacanza scolastica di una settimana delle figlie. Era stabilito che a febbraio tutti e quattro avrebbereo passato, come tutti gli anni, una settimana qui da noi. Ma niente è più sicuro da un paio di anni, bisogna vivere alla giornata.

Sigrid è arrivata da noi il 3 gennaio, un pò  pallida perchè lei, marito e figlie avevano avuto un bel raffreddore, cioè un'influenza stagionale: il tampone fatto era negativo. Qui ha trovato il sole che le mancava in Olanda e stava proprio bene girando per la città, prendendo i mezzi pubblici e camminando, spesso assieme a David. Ma dopo qualche giorno le è tornato il raffreddore. David è andato a prenderle il test in farmacia che si può fare in casa ed era negativo. Comunque la cena che era prevista dall'amica/vicina di casa è stata spostata ad una data futura. Il malessere è peggiorato con una febbre a 39° e tosse. La tosse se l'è curata con uno sciroppo a base di erbe che da diversi anni ci soddisfa enormemente e ha aumentato la dose giornaliera di vitamine. Ho scritto già un post nel quale cito lo Shute Institute di London Ontario, Canada, e il più grande vitaminologo esistente, Dr Andrew Saul, e racconto che da una trentina di anni assumiamo integratori. La maggior parte del tempo Sigrid stava a letto e nel momento in cui il sole entrava nel soggiorno dalla portafinestra se lo godeva. Mangiava volentieri un piattino di pastina e le diverse verdure che preparavo e sorseggiava le spremute. La febbre scendeva e per il ritorno ad Haarlem era necessario il tampone e così accompagnata da David il 9 gennaio è andata in farmacia e il test risultava positivo. Non ce lo aspettavamo e perciò siamo rimasti sgradevolmete sorpresi. E così doveva rimanere a Roma per la quarantena. Ha telefonato alla KLM e c'era posto il 23 gennaio. Cominciava a sentirsi meglio e il 14 ha preso un taxi per fare il test molecolare all'uffio d'igiene, il risultato si è saputo il giorno dopo ed era negativo. La sua stanchezza dovuta al post Covid migliorava. E' andata dal parrucchiere e approfitando delle belle gornate ha cominciato a passeggiare per la città, spesso con David. Hanno fatto degli autoscatti per ricordo. Di sera dopo cena, se ci andava vedevamo un film sul computer di David. Sigrid ha visto come nasceva un mio collage e ne ha voluto una foto. Il 23 è partita, David l'ha accompagnata alla stazione dove ha preso un treno per Fiumicino. Mi ha fatto un grande piacere vedere il suo aspetto: un fiore.

A Schiphol sono venuti a prenderla Kevin e Flaminia. Il giorno dopo Kevin era malato, con forti  crampi allo stomaco e malessere. Poi anche Flaminia ha cominciato a stare parecchio male. Livia ha avuto solo per breve tempo un lieve mal di gola: Più in là il tampone di tutti e tre risultava positivo perciò niente scuola e niente lavoro. Meno male che c'era Sigrid che badava ai malati. Nel frattempo anche Jan a New York ha preso il covid. Una volta guariti da quest'influenza la stanchezza rimane per un bel pò di tempo. Ma con pazienza si sono ripresi bene e stanno in salute.