giovedì 30 ottobre 2014

Tornata a Roma

L'altro ieri mattina sono tornata a Roma. Questa volta ho viaggiato, di notte, con l'Alitalia. E' venuto David a prendermi all'aeroporto di Fiumicino ed era bellissimo rivederlo e rivedere Roma, la bella cenerentola con i suoi bei monumenti e colori e le sue strade e marciapiedi sporchi e pieni di buche. Abbiamo preso un pullman/shuttle che ci ha portato alla stazione Termini. Il pullman era pienissimo e si capisce, il prezzo del biglietto è di 5 euro (mentre l'andata è di 4 euro). Il prezzo del treno aumenta di continuo ed è arrivato a 14 euro.
Scesi dal pullman siamo passati, con la valigia, per il "nostro" mercato Nuovo Esquilino e dato che la casa era sprovvista di tuttto, ci siamo riforniti al mio solito stand di frutta e verdura. La signora, pesando l'uva, le banane etc, ha espresso il suo piacere che io fossi tornata, è sempre molto gentile. A casa c'erano Laura e Seila, la cagnolina, tutte e due di buon aspetto. La prima cosa che David ha fatto è stata mandare una mail a Jan e Sigrid per comunicare il mio buon arrivo. Quel giorno sono rimasta a casa, ho disfatto la valigia ed il borsone e me la sono presa con calma per smaltire il lungo viaggio. I miei pensieri però non riposavano, viaggiavano avanti e indietro, ma più che altro indietro, rivivendo il mese passato con Jan durante il quale anche Sigrid è venuta per dieci giorni. Siamo stati così bene insieme, in armonia. Ripassavo con la mente tutti i momenti di tutte le giornate. E' vero quel detto che dice che ci si rende conto il giorno dopo di come si era felici il giorno prima.
Il tempo a Roma questi giorni è bellissimo e così nel pomeriggio mi sono messa a leggere sul balconcino il libro che Jan mi ha dato per il viaggio: "Murder in Amsterdam" - The Death of Theo van Gogh and the Limits of Tolerance di Ian Buruma. Jan  l'aveva letto e gli era piaciuto molto. Sulla prima pagina di ogni libro attacca un it con la sua opinione e qui leggo: "Well written. Fast reader. Balanced view. Bi-partisan but insightful on Holland and its mentality." 
Hanno bussato alla porta ed era la mia vicina di casa Flavia che voleva verificare che fossi tornata e mentre parlavamo si è unita a noi Rosa, l'altra vicina, dicendo: "Che piacere che sei tornata." L'amicizia di queste amiche mi fa sentire bene. Il pomeriggio del giorno dopo, era domenica, sono venute a prendere un tè da me. I biscotti speculaas che avevo portato da New York sono piaciuti molto (piacciono anche a David). E lunedì mi ha telefonato Marcella, un'altra amica del palazzo ed abbiamo camminato per il parco di Colle Oppio. E ancora, il giorno dopo sono andata con Flavia al Mercatino. Insomma la mia vita romana ha avuto un buon inizio. Ho ricominciato anche a fare la maglia e mentre le mie mani lavorano, i pensieri danzano.



Union Square

Tre volte alla settimana c'è il Farmer's Market o Greenmarket all'Union Square e ci siamo andati il sabato pomeriggio del 4 ottobre. Tutt'intorno sulla grande piazza agricoltori espongono i propri prodotti coltivati in loco, offrendo direttamente ai consumatori newyorkesi il cibo più fresco e nutriente della regione.
La piazza nei giorni di mercato si trasforma in un quadro variopinto. Oltre a frutta e verdura appena colte è una profusione di fiori recisi e piante, vino, cidro, sciroppo d'acero, torte fatte in casa e tantissimi tipi di pane, perchè non solo americani espongono qui ma anche molti immigrati. Il pane affascina sempre, viene la voglia di assaggiarne tutte le varietà. Lo scrittore americano Louis Bromfield ha detto bene: "Bread is the king of the table, and all else is merely the court that surrounds the king."
Si avvicina Halloween ed è tempo di zucche. E quante ce n'erano, di diversi colori e forme. Bellissime. Jan ha scattato delle foto.




Poi abbiamo camminato tanti blocks per comprare una mozzarella da Eataly. Il negozio/ristorante era pieno zeppo di gente. Tanti mangiavano ai tavolini dove intorno si muovevano in continuazione camerieri e clienti. C'erano un vocio e un rumore tali da non potersi cibare in tranquillità. Un manicomio.
Tornando in Union Square, dov'era parcheggiato lo scooter, Jan ha fatto una foto di me con sullo sfondo il grattacielo Fuller Building, meglio noto come Flatiron Building perchè assomiglia a un ferro da stiro. La punta dell'edificio è larga soltanto 2 metri, l'altezza è di 86,9 metri, divisi in 22 piani. E' situato sulla 175 Fifth Street ed è stato completato nel 1902.



  
Ho dimenticato di raccontare che prima di Union Square abbiamo visitato alcune gallerie nel quartiere Chelsea che il sabato sono aperte al pubblico. Come sempre molta gente faceva il tour artistico. Certi quadri astratti mi sono piaciuti molto ed altri mi hanno lasciata sorpresa: com'è che questi lavori sono finiti in una galleria? In un'altra galleria grandi installazioni appese al soffitto, incredibilmente ornamentali erano già state tutte vendute.

A casa, dopo cena, abbiamo visto il vecchio film "Dieci incredibili giorni" con Orson Welles, Anthony Perkins e Marlene Jobert che ho definito La Grande Pepata.

mercoledì 29 ottobre 2014

HARLEM MUSEO BIS


Sulle cartoline del museo di Harlem c'erano testi molto simpatici, ne trascrivo tre:

Birthdays are good for you
Statistics show that
People who have the most
Live the longest

How old would you be
If you did'nt know
How old you are?

Thank you for being!


E qui seguono i quadri dell'artista Charles Gaines, Gridwork 1974-1989, esposti nello stesso museo. La mostra si intitola Numbers and trees

 




martedì 28 ottobre 2014

Harlem Museo, passeggiate, cena

Il 5 ottobre siamo saliti fino in cima al Morningside Park per fare qualche spesa a Broadway. Poi lungo la strada abbiamo trovato tante bancarelle di agricoltori con i loro prodotti freschi di raccolto ed una piccola zucca si è fatta da noi acquistare. Nell'Amsterdam Avenue abbiamo dato un'occhiata alla Hungarian Pastry. Era piena di studenti della Columbia University occupati con il loro brunch. Le paste in questo negozio sono squisite e l'ambiente molto accogliente, studentesco.
Il sole era caldo, all'ombra faceva quasi freddo, un tempo ideale per camminare ed abbiamo macinato una trentina di blocks
Ogni domenica il museo "The Studio Museum" alla 125a Strada dedicato all'arte afro-americana è aperto gratis al pubblico da mezzogiorno in poi. Ogni anno ci piace molto visitarlo, i lavori esposti sono sempre nuovi. Questa volta erano in mostra quelli dell'artista Charles Gaines eseguiti fra il 1974 e il 1989  parte dei quali non è mai stata mostrata prima. I quadri esposti erano gridwork sarebbe a dire lavoro di reticolato, a grata. Una maniera antichissima per prima dividere la tela in piccoli quadretti con numerini e poi dipingerci sopra. Ci piaceva che i quadri al muro formassero quasi un collage.


 In una seconda sala una simpatica signora ci ha chiesto di dove eravamo, lei e sua sorella erano venute in vacanza dall'Inghilterra. Nel piccolo negozio del museo vendevano delle cartoline con su scritte delle frasi che ci hanno fatto sorridere.
Il tempo era bello e perciò abbiamo optato per non fare ancora ritorno a casa e, camminando per belle strade con bellissime case brownstones, siamo arrivati al Marcus Garvey Park. Mi sono ricordata che in questo parco ci sono stata diversi anni fa con Jan e Jennifer in occasione di uno spettacolo nell'anfiteatro.


Siamo passati vicino ad una scalinata che porta su fino ad una grande piattaforma chiamata Acropolis sulla quale si fanno spettacoli e concerti ed ogni tanto si organizzano feste. Naturalmente tutto è gratis.


Vicino ad uno degli spazi giochi ho visto una casetta su di un piedistallo. Mi sembrava una casetta per uccellini. Da vicino ci siamo accorti che all'interno c'era una fila di libri e sulla porticina c'era scritto che tutti i bambini potevano attingerne a volontà. I volumi vengono sempre sostituiti con nuovi esemplari.


Anche qui c'erano dei tavoli dove si gioca a scacchi e le grandi rocce nere erano immancabilmente presenti. Ci ha colpito un cespuglio con voluminosi fiori rossi.


D'estate c'è una piscina aperta a tutti dove danno anche lezioni di nuoto. New York offre innumerevoli piscine sparse per tutta la città: gratis.
Anche questa volta abbiamo camminato per circa 30 blocks.
A casa abbiamo subito preparato il grande tavolo in soggiorno e dato gli ultimi tocchi in cucina: la maggior parte della cena l'avevamo già preparata. Verso le 19.30 sono venuti i nostri ospiti Yolonda, Jacqueline e Ron Merlino. Era bello rivederli dopo tanto tempo. Con le due ragazze ci seguiamo su Facebook. Yolonda è attrice ed abbiamo scoperto che dipinge anche, non lo sapevamo mica. Questa sera ci ha fatto vedere per la prima volta qualche sua opera sul telefonino e sono quadri molto belli. Jacqueline è personal trainer e personal shopper. Ron organizza concerti classici e operistici in tutto il mondo, ha una sua impresa affermata, in più è un conoscitore di vini. Lui e Jan si sono conosciuti un paio di anni fa ad un wine tasting. Mentre si mangiava abbiamo parlato di mille cose e si vedeva che la cena è piaciuta: zuppa di piselli molto speziata, un sartù di riso e un abbandonante insalata mista con a fianco pane e formaggi e diversi vini. Per dessert c'era il gelato portato da Yolonda, chocolate chip e speculaasjes, biscotti olandesi trovati per caso qui a New York e che sono piaciuti particolarmente.
Di Ron c'era un porto dolce, un prodotto di Madeira che era ottimo accompagnato alle cose dolci.
Verso mezzanotte gli ospiti se ne sono andati con ognuno due bottiglie di vino regalate da Jan e Yolonda con un doggy bag.  Per me era un "arrivedederci al prossimo anno" Adesso mi godo ancora i fiori portati da Jacqueline che ho aggiunto a quelli rimasti dal compleanno di Sigrid.

 

lunedì 27 ottobre 2014

Musei


Il 3 ottobre, nel pomeriggio, assieme a Jan ho visto nel Folk Art Museum una mostra dell'artista olandese Willem van Genk (1927-2005) intitolata Mind Traffic. Oltre 40 lavori d'arte: pitture panoramiche, collages, disegni, sculture di trolleys ed un'installazione di impermeabili. Questo artista, internazionalmente conosciuto, viene considerato un outsider. Ho letto sul dépliant che ha avuto una vita difficile: a 5 anni ha perduto la mamma rimanendo con il papà e nove sorelle più grandi. Autistico, solitario ed incompreso si è immerso nell'arte. Mi dispiace molto, vorrei che tutti fossero felici.

Nella sala attigua c'erano i lavori di Ralph Fasanella di origini italiane e anche lui autodidatta, è considerato uno dei maestri dell'arte primitiva americana. Dipingeva soggetti legati al movimento operaio.
Bench Workers
Nella piccola sala centrale del museo era in corso un concerto blue-grass con tre musicisti molto bravi. La fiddler, Melody Allegra Berger, aveva anche una voce potente. E così i nostri occhi e le nostre orecchie sono stati contemporaneamente e gradevolmente impegnati.



Ancora non stanchi d'arte ci siamo fermati alla Asia Society per vedere l'esposizione dell'artista sudcoreano Nam June Paik (1932-2006), intitolata "Becoming Robot" che sì, era interessante, ma non ci ha affascinato. Questo artista viene considerato il pioniere della video arte. Nella sala erano esposte grandi videoinstallazioni con televisori modificati.


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giovedì 16 ottobre 2014

Live Poultry Markets


Qualche giorno fa quando stavo sullo scooter con Jan ho sentito all'improvviso un odore sgradevole; ho girato la faccia e ho fatto in tempo a vedere che avevamo passato uno dei posti più brutti e infernali su questo pianeta: il Granja (cascina) Live Poultry Corp nella 126a Strada angolo Amsterdam Ave. A New York ce ne sono 90 di questi orribili campi di concentramento per galline, anatre, ma anche per capre e pecore. E vengono tenuti malissimo. L'anno scorso ne ho già parlato su un post e adesso me lo sono ricordato con una grande tristezza nel cuore. Esistono perchè c'è gente che vuole carne fresca, non quella del supermercato e quindi si sceglie un animale vivo che poi viene amazzato in una stanza sul retro. Le galline vengono quasi tutte dalla Pennsylvania, non sono più in grado di fare uova e così vengono spedite a questi posti affrontando viaggi funesti ammassate in scatoloni senza bere nè mangiare. Ho visto su Internet che i clienti sono per lo più latini e cinesi che nei loro paesi si cibavano di animali allevati da loro. C'erano anche dei commenti. Una ragazza dice: "Sono italiana ed i miei genitori come i miei nonni erano abituati a mangiare animali allevati nella propria fattoria in Italia. Perciò si servono da questi Live Poultry, e lasciamoli fare perchè anche io m'accorgo che i loro polli sono più saporiti di quelli del supermercato". Ci sono dei gruppi di persone che si battono per eliminare questi negozi disumani ma fino ad ora senza risultato. Sarà che finchè ci sono migliaia di clienti gli interessi sono tali da far rimanere tutto com'e.


Ma non bisogna illudersi perchè le galline allevate fuori dalle gabbie non vivono una vita migliore. Non staranno rinchiuse, ma si vede dalle foto che anche loro vivono con grande sofferenza stipate come non mai. Sono considerate oggetti che portano soldi e niente più.

Come sono contenta che tutti noi in famiglia siamo vegetariani.
La cosa simpatica che mi è capitato là sullo scooter è che poco dopo aver passato il Live Poultry c'era un uomo che aspettava sul marciapiede di poter attraversare la strada e che indossava una T shirt con la scritta: FRIENDS NO FOOD.


giovedì 9 ottobre 2014

Rudolf Steiner School New York


Con Sigrid ci siamo sentite tramite email e su SKYPE. Il suo aereo era atterrato in orario, il bagaglio lo ha avuto in breve tempo e prendendo subito un bus ha trovato alle 8 di mattina le bambine ancora a casa e ha deciso di portarle alla loro scuola steineriana insieme a Kevin. Tutti felici di essersi riuniti.
Sigrid ci ha ricordato che il 1° ottobre la Rudolf Steiner School a New York avrebbe tenuto un Open House e ci ha chiesto di partecipare noi a questo evento e raccontarle poi le nostre impressioni.
E così Jan ed io ci siamo trovati alle 19.00 davanti al bellissimo palazzo dell'East 79th Street. Fuori,  una bandiera con su scritto RUDOLF STEINER SCHOOL ci ha invitato ad entrare, e una volta dentro siamo stati ricevuti con estrema gentilezza da insegnanti e genitori. Abbiamo visitato due locali dedicati all'asilo e le sei classi della scuola elementare, il tutto distribuito su 5 piani. Le classi superiori si trovano nel palazzo accanto. Già dalla prima elementare si comincia con due lingue straniere, lo spagnolo e il tedesco, e sui tavolini degli alunni erano esposti i loro temi in queste due lingue ed anche i loro disegni. Si inzia anche a suonare uno strumento, a fare la maglia e a lavorare all'uncinetto, sia maschi che femmine iniziano dal primo anno così come con la pratica dell'euritmia, l'arte dei movimenti. Tutte le classi sono arredate con mobilio di legno, le tende alle finestre sono di un colore tenue. Ci ha impressionato l'atmosfera di pace, tranquillità e rilassatezza che ci regna, ci sembrava di essere su un altro pianeta. Poi in una sala gremita di genitori di eventuali futuri alunni uno degli educatori ha illustrato l'insegnamento della scuola Waldorf o steineriana (si chiama anche Waldorf perchè nella fabbrica di sigarette Waldorf, Rudolf Steiner ha aperto la sua prima scuola per i figli dei dipendenti). Quando ha terminato il maestro hanno parlato alunne ed ex alunne con parole chiare e anche spiritose.




Bisogna coltivare la fantasia dei bambini. Ogni essere umano è un artista e l'obiettivo della scuola Waldorf è di educare il bambino come un tutto: testa, cuore e mani: Head, Heart and Hands.    Affiliazione religiosa: Nessuna.
La scuola Rudolf Steineriana che frequentano Livia e Flaminia ad Haarlem, Olanda è identica a questa. Una scuola migliore non potevano scegliere Sigrid e Kevin per le loro figlie. C'e' pero' una differenza: la scuola di New York è per ricchi, in Olanda se la possono permettere tutti.
Ormai anche in molte scuole private ed anche pubbliche hanno inserito nel loro insegnamento dei metodi steineriani.
Famosi personaggi del mondo dell'arte e delle scienze raccontano dei benefici che hanno tratto dalla loro educazione nella scuola Waldorf.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

Central Park

Il 28 settembre siamo andati ad un flea market domenicale davanti e dentro ad una scuola sulla Columbus Avenue angolo 79th street per poi camminare per le strade dell'Upper West Side con le sue bellissime case, anche là piante e fiori dappertutto. Sulla 80a Strada ci siamo fermati un attimo davanti alla casa dove Jan ha abitato quando era appena arrivato a New York. Nel 1992 andando in Canada sono stata prima da lui per una settimana e poi ho proseguito il mio viaggio per London Ontario, Canada. Quella volta a Broadway abbiamo visto il musical Cats che ci ha talmente annoiato  da farci scappare dopo appena mezz'ora. Quando Sigrid è stata da Jan, a settembre dello stesso anno, è andata anche a Boston a visitare alcuni zii paterni, poi a Westpoint a trovare il guest teacher d'inglese dell'Università di Nimega dove studiava col progetto Erasmus. 


Su una panchina abbiamo mangiato le cose buone comprate da Zabar's e poi in giro per Central Park, il grande cuore verde di Manhattan che si estende per 51 blocks, oltre 4 chilometri di lunghezza e 800 metri di larghezza. Il tempo era bello, faceva addiritura caldo e tantissima gente che ha avuto la nostra stessa idea si è riversata in quest'oasi. Siamo entrati da Strawberry Fields, un piccolo spiazzo dedicato a John Lennon che abitava proprio di fronte, nel Dakota Building, davanti al quale è stato assassinato. Non c'era come negli anni scorsi il raduno di persone di tutte le età che suonano e cantano le canzoni dei Beatles; questa volta niente, ma erano comunque in molti a rendere omaggio al famoso Beatle.
Sul Bow Bridge, forse il più bel ponte di tutti i 36 sparsi nel parco, Jan ha scattato la consueta foto a Sigrid, come nelle altre due passate occasioni.
Fiori e piante dappertutto e qualche albero si vestiva già di colori autunnali.


Camminando sui sentieri abbiamo incontrato gente che faceva footing o andava in bicicletta mentre altri remavano nel laghetto o si godevano, come noi, i vari spettacoli e performances. Ci siamo fermati ad osservare come maschi e femmine in un campo recintato giocavano con fervore a beach volley. Sul prato verde chiamato Sheep Meadow in tantissimi erano sdraiati a prendere il sole, a giocare a frisbee e a fare pic nic. Da questo prato si gode un bellissimo panorama dei grattacieli. Alla fine del XIX secolo ci pascolavano le pecore (sheep).




Nel Central Park ci sono almeno 50 spazi per bambini con altalene, scivoli, castelli in legno ed altro, tutti diversi tra loro. E c'è anche uno zoo.
Siamo rimasti un paio d'ore a goderci le innumerevoli cose belle e divertenti di questo parco poi Sigrid se ne è andata per vedere per l'ultima volta una pittura astratta di Helen Frankenthaler esposta nel MOMA, un lavoro che l'aveva particolarmente colpita. Jan ed io ci siamo avviati a fare le spese da Trader Joe's, un grande supermercato. In Verdi Square dove abbiamo parcheggiato lo scooter davano un concerto jazz. Sedie e panchine tutte occupate. Ci siamo fermati un attimo.
Questa è stata l'ultima uscita insieme, Sigrid il giorno dopo è tornata in Olanda. Sono stati dei giorni indimenticabili.
E' arrivata una mail da Kevin, diceva che aveva mostrato alle bambine le foto spedite da Sigrid. Flaminia ha dato un bacio sullo schermo esclamando: "Mamma quanto sei bella." 

DUMBO

Anche qui come a Roma ci sono le svendite e Sigrid ed io abbiamo fatto shopping sulla 125th Street, qui ad Harlem, e per le bambine abbiamo acquistato qualche vestitino molto carino da Old Navy, GAP e Children's Place. Sigrid è anche andata qualche volta a downtown con metro e bus per visitare un museo e sbirciare nei negozi. Ha trovato la gente molto disponibile: appena lei apriva la mappa per vedere l'itinerario da seguire qualcuno si fermava chiedendo "can I help you?" Nel frattempo io sono andata alla Columbus University dove in una grande sala da concerto adulti e bambini costruivano, come ogni anno, dei lampioni con materiale messo a disposizione dall'università per una suggestiva fiaccolata nel Morningside Park. Quest'anno il tema era la mitologia greca. Tutti lavoravano con impegno. Spesso vengono organizzati degli eventi per grandi e piccoli in questo magnifico parco.
Il 26 settembre tutti insieme abbiamo visto la mostra "Affordable Art" a Chelsea nell'enorme spazio che una volta funzionava come magazzino (warehouse). Gallerie da tutte le parti del mondo esponevano l'arte dei propri artisti a prezzi abbordabili. Qualcosa che ci piaceva l'abbiamo visto ma tanto affordable non era. In ogni caso era divertente esprimere dei commenti fra di noi e parlare con qualche simpatico gallerista.


Il giorno dopo Jan ed io siamo andati sullo scooter a Brooklyn e prendendo la metro Sigrid ci ha raggiunto. C'era il DUMBO Art Festival. (DUMBO è l'acronimo di Down Under the Manhattan Bridge Overpass). L'anno scorso ne ho già parlato in un post. Tante gallerie d'arte sono aperte al pubblico, artisti che eseguono performances per le strade, tavoli dove bambini fanno lavori manuali con tanto materiale colorato, coppie di freschi sposi che posano con il loro seguito per foto ricordo, arte esposta dappertutto. Le tante cose da vedere e la grande massa di gente accorsa (225.000 persone), i mille colori e la cacofonia di suoni quasi ci stordivano. E anche il caldo che è scoppiato quel giorno. All'ombra, su una panchina, con la vista sull'East River con dall'altra parte Manhattan - un quadro stupendo, unico - abbiamo mangiato le saporite cose comprate lì per lì da un camion/friggitoria e in un pastificio.


Jan poi mi ha lasciato al Washington Square Park, lui aveva lavoro da svolgere. Ho aspettato Sigrid e quando l'ho vista arrivare, così carina, ho pensato che fosse la ragazza più bella di tutte.
Dopo una sosta nel parco abbiamo preso la metro per tornare a casa. Jan è venuto alle 8 ed abbiamo mangiato la zuppa di piselli che avevo preparato in anticipo. Con la solita insalata.



La strada dell'ufficio di Jan


martedì 7 ottobre 2014

High Line e compleanno di Sigrid

Il 20 settembre di mattina mentre Jan andava via per lavoro Sigrid ed io abbiamo camminato sulla 125th Street, una strada piena di negozi. Ci sono le svendite ma abbiamo dato solo un'occhiata per renderci conto di quello che offre il mercato e solo più in là Sigrid ha deciso quali acquisti fare per le bambine.
Nel pomeriggio siamo andati al High Line Park, Sigrid con la metro e Jan ed io sullo scooter per  affaticare il meno possibile le mie ginocchia che scricchiolano. Già in casa ci sono tre piani da salire e scendere. Non ci sembrava vero di passaggiare in questo bel giardino insieme a Sigrid. Per lei era la prima volta ed è rimasta entusiasta come noi di questo straordinario spazio pubblico con una superficie di 160 ha. costruito su una linea ferroviaria merci elevata sopra le strade della West Side di Manhattan. Dall'anno scorso è stato aggiunto un altro tratto, l'ultimo, perchè qui finiscono i binari;  ora si estende fino alla 34th Street, a pochi passi dal fiume Hudson. Era gremito di gente, molti turisti. La prima parte di questo parco è stata aperta al pubblico il 9 giugno 2009. Già in precedenza ho dedicato un post alla High Line. Ho saputo che anche a Roma hanno intenzione di realizzare una High Line nel quartiere Talenti e che sarà realizzata dall'architetto Renzo Piano.
Il giorno dopo, domenica 21, Kevin e le bambine attraverso SKYPE hanno fatto gli auguri a Sigrid per il suo compleanno e Jan, per festeggiare la sorella, ci ha offerto un brunch al ristorante Emporio nel quartiere Nolita (North of Little Italy), ma prima di metterci a tavola abbiamo fatto un salto a quello che è rimasto di Little Italy. Per festeggiare San Gennaro c'erano per strada tantissime bancarelle per lo più con cibi italiani. Un via vai di gente e tutti a mangiare: come ha detto una volta Woody Alan: "Il mondo è un grande ristorante." E noi il brunch a Emporio l'abbiamo molto gustato. Seduti vicino a noi, ad un lungo tavolo, c'era il giovane proprietario italiano con moglie e bambini ed alcuni amici con i loro piccoli. Mangiavano una pizza. Poi siamo andati a Soho. Tante belle strade. Anche Sigrid ha ammirato Washington Square. C'era di nuovo una giovane artista circondata da colombi di stoffa fatti con le sue mani, tra i quali camminavano dei piccioni veri. Quando l'ho vista qualche giorno prima aveva testa e braccia cosparse di chicchi di granturco e addosso un manto e un cappello fatti di piccioni veri intenti a beccare; a terra intorno a sè i suoi volatili finti, ma molto verosimili.


E questa volta ci siamo seduti in tre su una panchina davanti al playground Vesuvio a guardare i passers-by. E a casa dopo cena c'era una torta a sorpresa da Jan, un cheesecake.
Kevin il giorno dopo ha raccontato che la sera prima le bambine l'hanno aiutato a piegare il bucato. C'erano anche vestiti di Sigrid. Flaminia si è messa a piangere forte e ha drappeggiato gli indumenti di Sigrid intorno a sè e dopo ha portato a letto una T- shirt della mamma. Eravamo tutti molto commossi. Quel piccolo tesoro.




lunedì 6 ottobre 2014

E' arrivata Sigrid.

Il 19 settembre, una settimana dopo il mio arrivo, è venuta Sigrid a stare con noi per una decina di giorni. Jan è andato a prenderla all'aeroporto. Dalla finestra poi ho visto un taxi sotto casa e Jan e Sigrid che scendevano. Che gioia rivedere la mia bella figlia. Aveva un buon aspetto, il viaggio era andato liscio e il suo aereo della KLM era arrivato persino un'ora in anticipo. Anche dieci anni fa era stata qui con noi quando Jan abitava ancora nell'appartamento di Manhattan Ave all'angolo di questa strada. 
Dopo aver mandato una mail in Olanda ha voluto subito esplorare il quartiere insieme a Jan per verificarne i cambiamenti dei quali le avevamo accennato. E li ha trovati favorevoli: nuovi negozi e ristoranti eleganti un pò dappertutto; specialmente Frederick Douglass Boulevard ha subito grandi trasformazioni ed è diventata una strada dove si passeggia volentieri. Harlem è un quartiere che offre tutto. L'appartamento di Jan e Jennifer le è piaciuto moltissimo, ne aveva intravisto qualcosa quando parlava con Jan su SKYPE ma vedendolo di persona ne è rimasta incantata. 
Avevo preparato il sugo alla genovese, forse il sugo preferito in famiglia, che, insieme ad un'insalata, formava una cena molto gradita. Non ci sembrava vero di stare di nuovo insieme a New York.
Sigrid raccontava di aver detto a Livia e Flaminia di non sapere che cosa portare per gli zii Jan e Jennifer, alchè le bambine hanno esclamato ad una voce: "Noi gli faremo un disegno." e si sono messe subito al lavoro. I loro bei lavori hanno trovato un posto qui sul frigorifero. 
Sigrid è andata presto a letto. Aveva avuto dei giorni pienissimi nell'organizzare le giornate delle bambine durante la sua assenza. Alcune mamme della scuola steineriana hanno offerto di darle una mano. Quando Kevin è andato per lavoro a Londra, i suoi genitori sono venuti dalla Germania per stare con le nipotine, portandole a scuola di mattina e riprenderle nel pomeriggio. 
Abbiamo saputo dopo che si sono divertiti sia nonni che nipotine.

Washington Square Park e dintorni

Il 18 settembre, una bella giornata di sole con 67 gradi Fahrenheit/19 Celsius, dopo pranzo Jan mi ha lasciato al Washington Square Park e ha continuato il viaggio in scooter per andare al suo ufficio, a Brooklyn, che funziona anche come deposito dei vini che importa dall'Italia, e dopo aveva vari incontri con clienti.
Il parco della Piazza Washington è uno dei più conosciuti della città ed è grande 39.500 metri quadrati (New York ne conta 1900 di parchi) ed è sempre frequentatissimo. Nei prati in molti prendevano il sole sdraiati nell'erba, c'erano gruppi musicali e diversi personaggi strambi che però qui fanno parte del consueto paesaggio. Mi sono seduta su una panchina a guardare come molti bambini giocavano con degli attrezzi divertenti su piccole collinette di erba artificiale. Una bambina che arrivava con la sua tata, prima di avventurarsi sull'erba morbida, si levava le scarpine per poi correre con gioia verso le amichette. Genitori e tate si sedevano sull'erba vicino a loro; frequentando spesso questo parco si creano amicizie fra grandi e piccoli. Ho camminato sui sentieri ammirando alberi e piante, il tutto perfettamente curato. 





Su tavolini di pietra si giocava a scacchi. Un uomo seduto davanti alla sua scacchiera aspettava che qualcuno si sedesse con lui per giocare una partita. Il parco è anche attrezzato con tavoli da picnic e c'è un altro bello spazio giochi per bambini all'interno di un recinto di ferro. Ci sono bagni pubblici. Per i cani ci sono due dog runs (spazi per cani e i loro propietari), uno per cani di taglia piccola ed uno molto spazioso per cani grandi. Questi dog runs sono forniti di molte panchine e una grande panca che circonda un voluminoso albero. Per i cani ci sono una fontanella e un laghetto e per i padroni sono messi a disposizione sacchetti di plastica e riviste sui cani. Si vede che in questi posti sono felici sia i quadrupedi che i bipedi.


Oltrepassata la statua di Garibaldi ed un uomo che suonava musica classica al pianoforte sono arrivata alla fontana sui cui gradini erano seduti in molti, un paio di bambine camminavano nell'acqua. Quando fa caldo in tanti si rinfrescano nel laghetto della fontana, bambini e adulti, spesso in costume da bagno. Ed è permesso. Non ci si stanca mai di osservare la gente, un'umanità così varia è difficile da trovare altrove. In tutto ho visto quattro ragazze che potevano essere modelle, due di loro avevano un cagnolino al guinzaglio. Molti studenti frequentano il parco perchè tantissimi palazzi nei paraggi appartengono alla New York University.
Ho attraversato la strada per vedere la mostra fotografica di Ernest Cole alla Grey Art Gallery che aveva come tema l'Apartheid nel Sud Africa. Dopodichè mi sono nuovamente trasferita nel parco e, vicino all'Arco di Trionfo,  mi sono riincontrata con Jan. Dopo una lunga camminata ci siamo seduti come tutti gli anni su una delle panchine davanti al playground Vesuvio nella Spring Street, quartiere di Soho (South of Houston). Qualche anno fa su questa panchina erano sedute con noi delle signore italiane con le quali abbiamo chiacchierato. Da una vita abitano in uno di quei palazzi, ad un piano alto, senza ascensore. Dopo le spese del mattino si incontravano un attimo su una di quelle panchine per farsi compagnia. Non le abbiamo più incontrate. Questo quartiere è molto accogliente, una piccola città a se stante. Dopo ancora molti blocks abbiamo comprato da Agata e Valentina un breadpudding e un grande brownie. Siamo tornati a casa lungo il fiume Hudson con il New Jersey al lato opposto.
Per cena abbiamo mangiato un minestrone e visto un film. Con un senso di benessere.


Il nostro quartiere ad Harlem


Il 14 settembre, il giorno dopo Port Chester, Jennifer era occupata a fare le valigie e le ultime spese prima della sua partenza per la Giamaica e Jan ed io siamo andati sullo scooter all'annuale festival nella Lexington Avenue all'altezza della 92nd Street dove come al solito c'erano una decina di blocks chiusi al traffico e stands di molti paesi che con dépliants e prodotti promuovono la propria nazione. Tavoli dove i bambini facevano lavori manuali con materiale a loro disposizione, giochi per i piccoli guidati con molto entusiasmo dai volontari, palchi con musica eseguita da gruppi famosi, e dimostrazioni della YMCA dei propri innumerevoli corsi. Tantissima gente.
Sentivo un pò il jet lag e per qualche giorno sono rimasta nel nostro quartiere mentre Jan andava via per il suo lavoro. Con un libro sono stata al Morningside Park che sta a due passi da casa. Un parco bellissimo, tenuto benissimo, un capolavoro di architettura. I giochi per bambini un incanto, come anche il laghetto con la sua cascatella, le tartarughe, le papere e le oche canadesi.


Scalinate incredibili portano in su fino alla
Amsterdam Avenue, Broadway e la Columbia University. Poi come ogni anno prendo in prestito dei films dalla biblioteca del quartiere, ho fatto le spese da Best Market e mi diverto sempre nel preparare la cena. Ci sono di nuovo tante zucche in giro, si avvicina Halloween e naturalmente abbiamo mangiato la pasta con la zucca. Dopo cena Jan ed io ci godiamo un film. Già due volte abbiamo visto un film dell'India, molto carino, e anche un bel film italiano con Walter Chiari. Il film americano The Railway Man ci è piaciuto molto.
Quando cammino per le strade del nostro neighbourhood qui ad Harlem noto con piacere le tante e belle piante poste sugli ultimi gradini delle scale che conducono alla porta d'entrata dei palazzi e le piccole aiuole intorno agli alberi curate dagli abitanti della strada. Marciapiedi puliti e senza buche.



sabato 4 ottobre 2014

Vita americana, Port Chester

La sera del 12 settembre sono arrivata a New York con la Delta Airlines, con un ritardo di due ore per problemi tecnici. Jan mi ha aspettato fuori dall'aeroporto, leggendo un libro al sole. Che bello rivederlo e poi anche Jennifer nella loro bella casa accogliente e a me così familiare. Cenando e chiacchierando si sono fatte le 23.00 quando siamo andati a letto (le 5 calcolando l'ora italiana). Jan ha mandato una  mail a Sigrid e David per far loro sapere del mio buon arrivo. La mattina dopo abbiamo parlato con Sigrid su SKYPE. Il 19 settembre viene anche lei a New York per una settimana abbondante. Che emozione! Jan poi ha preso un treno per Port Chester dove aveva un wine tasting in un'enoteca. Ed è cominciata subito la mia vita americana: con Jennifer, in una macchina presa a noleggio, siamo andate anche noi, nel primo pomeriggio, a Port Chester che è situata più a nord nello stato di New York. Arrivati dopo un'ora scarsa abbiamo prelevato Jan dal wine store e ci siamo avviati ad un barbecue party nella stessa cittadina. Un conoscente di Jan del mondo del vino, Martin, ci aveva invitati alla festa di compleanno di sua nuora, Rebecca, nella casa di lei e suo marito, Mike. La villa era circondata da un enorme giardino, quasi un parco, ma quel giorno pioveva a intervalli e perciò la festa si svolgeva in casa. Alle pareti erano appesi molti bei quadri della moglie di Martin, morta due anni prima. Le stanze erano piene di ospiti e di tavoli pieni di cose buone, anche molti piatti vegetariani. Rebecca compiva 40 anni e la maggior parte della gente era della sua età, coppie con bambini dell'età dei suoi gemelli di 7 anni. Ho parlato con molte persone, tutte simpaticissime e molto spontanee. C'era un italiano sposato con una californiana e anche un'italiana con il suo marito svedese.

Dalla macchina ho visto tanto verde e molte belle case con grandi giardini e nelle strade principali diversi ristoranti messicani, peruviani e brasiliani. Tornati a casa per saperne di più su Port Chester ho guardato su Internet.
Al principio era la terra degli Indiani Mohicani, nomadi poi, nel 1660, un gruppo di giovani uomini e donne inglesi hanno comprato da loro della terra per stabilircisi. In seguito la prodigiosa crescita industriale della prima metà del 20° secolo ha attratto grandi numeri di immigranti europei, principalmente da paesi come l'Italia, la Germania, la Polonia e l'Irlanda. Più di recente sono arrivati in tanti dal Sud e dal Centro America. Dei 29.000 abitanti il 59% è di origine ispanica. 
La cittadina è situata sul fiume Byrom che sfocia nel fiume Hudson.
La famigliola che ci ha ospitato si trasferisce fra non molto in Pennsylvania e perciò ha messo in vendita la propria villa. Cliccando l'ho trovata su Internet: 731 Kingstreet e sulle foto si vede la casa dal di fuori, ma ci sono anche delle immagini bellissime degli interni. 
Nel 1870 l'ingegnere William E.Ward ed il suo amico Robert Mook hanno costruito una grande casa usando per la prima volta calcestruzzo rinforzato per dimostrare le capacità di questo materiale. La struttura ha retto benissimo negli anni e adesso viene chiamata Ward's Castle. E cosi' la cittadina possiede anche un castello.