lunedì 30 marzo 2015

Cambio aria

Il racconto "Cambio aria" è del 27 marzo 2004.

Adesso che quasi tutto è pronto per la mia partenza esulto. Quando il viaggio era ancora solo un  pensiero vago mi sentivo combattuta: partire sì, partire no. Intraprendere un viaggio dopo un così lungo intervallo mi sembrava un'impresa insormontabile. Stavolta non mi andava di muovermi, ero come legata fisicamente e psichicamente con dei fili invisibili al mio ambiente abituale. E' stato mio figlio a spezzare per me l'incantesimo, prima dicendomi: "Mamma ti devi dare un pizzicotto." E poi telefonandomi: "Ho preso il tuo biglietto aereo, starai con me tutto il mese di maggio." Non avendo più scampo ho, con mia sorpresa, quasi da subito familiarizzato con l'idea di andare di nuovo in terre lontane. Tanto, l'Europa, con tutti i suoi legami affettivi non scappa, la ritroverò al mio ritorno. Adesso mi godrò la permanenza col figlio "americano". Quante cose faremo insieme. Nelle ore in cui lui lavora andrò in giro da sola per l'immensa città, prendendo i bus, la metro e camminando. Ogni giorno fisserò un nuovo itinerario e se non mi raccappezzo nel trovare le strade chiederò aiuto a qualche passante. Ricordo che la gente è gentilissima e più volte mi è successo che, dopo aver chiesto informazioni, qualcuno  mi abbia addiritura accompagnato per un tratto di strada.
L'appartamento di Jan è pieno di luce, è arredato con gusto, alle pareti tanti quadri. Dalle finestre si gode una bella vista su di un parco. Il quartiere mi piace. E poi c'è Jan. Con i miei figli sto bene.
Mi trovo sull'aeroplano, si decolla. Dopo il trambusto che accompagna ogni partenza comincio a rilassarmi e a staccarmi dalla terra che lascio. Anche se il mio pensiero non è ancora rivolto alla terra che mi aspetta. Sto qui e nell'adesso. Ho un posto nel corridoio. Il posto vicino a me è vuoto, meglio così, non devo scambiare i soliti convenevoli con uno sconosciuto. Il viaggio procede bene. Si legge, si mangia, vengono proiettati dei films. Solo le luci piccole rimangono accese. Gente che dorme, gente che parla sottovoce. Mi viene un pensiero: "Verrà la mia amica immaginaria? Mi si presenterà?" Le ho spedito un messaggio telepatico dicendole della mia partenza. Ascolto musica. Finito un brano c'è una voce femminile che annuncia: "Il programma viene interrotto, verrà ripreso più tardi." Apro gli occhi, mi drizzo sul sedile: ho riconosciuta la sua voce, è lei, la mia amica immaginaria. Eh sì, è proprio lei, seduta sulla sedia che sembra non aspettasse che lei. Ci sorridiamo e ci salutiamo da vecchie amiche. Mi dice: "Ho avuto il tuo messaggio, appena ho potuto sono volata da te. Mi rallegro per questo tuo viaggio. Sarà bellissimo stare un mese con tuo figlio." Parliamo animatamente del più e del meno. Poi lei dice: "Ci troviamo in aria a migliaia di metri da terra, che ne dici se questa volta facciamo prevalere il tema aria?" Io rispondo convinta: "Va benissimo, momento più adeguato non si presenterà più." Contente, tutte e due rimaniamo un attimo in silenzio finchè io non le rivolgo la fatidica domanda, ormai rituale: "Come vanno le cose col tuo compagno?" Con un fiume di parole risponde raggiante: "Le nostre dichiarazioni d'amore non erano parole campate in aria, il nostro rapporto va a gonfie vele. Non abbiamo costruito castelli in aria e non ci diamo arie, lavoriamo la nostra terra ed il mio uomo è anche all'inizio di una carriera come cantante d'opera, l'ho lasciato che cantava un'aria. Lui sa che sono venuta a trovarti in aria. Da noi in campagna si sta bene, l'aria non è inquinata, stiamo spesso all'aria aperta. In casa abbiamo l'aria condizionata, solo che lui per via della voce deve fare attenzione a non prendere un colpo d'aria, deve stare lontano dalle correnti d'aria. La sua carriera ha l'aria di andare sempre meglio. Giorni fa gli ho detto che ha un'aria stanca e dato che c'è aria di vacanza, non dobbiamo mandare all'aria il nostro progetto di cambiare aria per un mesetto. Lui aveva l'aria sollevata: apprezza il fatto che io badi al nostro benessere. Gli dico sempre: "Quando hai bisogno di me, spara un colpo in aria e io sarò da te." Ah, in questo momento sento un vuoto d'aria, vedi quel bambino? Cade con le gambe all'aria. Adesso è tutto tranquillo e repentinamente mi ricordo che devo cominciare a salutarti, mia cara amica dei quattro elementi. Come sono belle le parole acqua, fuoco, terra e aria. E quante volte sono state usate da poeti e scrittori; per noi sono state fonte di divertimento. Se mi vuoi vicino fammelo sapere telepaticamente e io sarò da te in un attimo. Ora devo tornare dal mio compagno, avrà finito la sua aria." Ci scambiamo gli auguri per un felice futuro e con un caloroso abbraccio lei, come le scorse volte, si dilegua nell'aria.
Parlare insieme è stato come prendere una boccata d'aria.
Rimane un'ora all'atterraggio. Chiudo gli occhi e con un sorriso sulle labbra mi immergo nei pensieri: quante cose belle che mi aspettano. Fra poco respirerò, insieme a mio figlio, l'aria del Nuovo Mondo.




giovedì 26 marzo 2015

Rinata col fuoco






"Rinata col fuoco" è dell'11 marzo 2004.

Quando meno me l'aspetto, qualche giorno dopo la sua ultima visita, come toccata da una bacchetta magica, ecco la mia amica immaginaria riapparire da dietro le quinte: quell'amica ballerina, quella col passo di danza. Bussa di nuovo alla mia porta, entra e dice: "La scorsa volta ho trattato talmente a lungo l'argomento acqua da farti straripare la testa. Vogliamo oggi tirare in ballo il fuoco? Insomma buttiamo il fuoco sull'acqua e non viceversa. Ti va di cominciare una nuova sfida?" Mi guarda con tanta insistenza e speranza che io, alzando le spalle con rassegnazione rispondo: "Va bene, dato che ci tieni tanto." Sollevata e contenta mi trascina nel soggiorno dove c'é il caminetto acceso. Ci sediamo vicino al fuoco e guardiamo le fiamme scoppiettanti. Dice: "Io sono sempre attirata dal fuoco." Attizza la brace e dice: "Come mi piace scherzare col fuoco." Ricomincia a parlare di quel suo collega (acqua cheta) dal quale si sente attratta, ma sa già che è un fuoco di paglia. "Sai, io prendo subito fuoco, ma se lui non ne vuole saperne di me, che vada a bruciare nel fuoco eterno. La cosa migliore è non pensarci più e versare acqua sul fuoco perchè ho anche un amante con un temperamento di fuoco e non si può mica mettere troppa carne al fuoco: trovarsi tra due fuochi è come darsi fuoco. Quello che devo fare è mettere a fuoco chi dei due voglio veramente."
Si mette a soffiare nel fuoco e dice: "Meno male che ho il fuoco della fede." All'improvviso diventa rossa come il fuoco: "Purtroppo ho il fuoco nelle vene."
Io le suggerisco di calmarsi e di mangiare con me le castagne che levo dal fuoco. Mangiando le caldarroste e accompagnandole con un bicchiere di vin brulé passiamo un lungo momento quieto e gradevole. Di scatto si alza e canta:
                                                           Fuoco fuocherello
                                                           Sul più bello
                                                           Il giuoco
                                                           Va a fuoco

Mi saluta e se ne va.
Io rimango di stucco: vuoi vedere che mi vuole fare concorrenza a San Remo? Per un pò di tempo non la voglio più vedere, questi suoi giochi mi hanno proprio rotto le scatole. Mi accosto al caminetto facendo attenzione a non prendere fuoco.

Acqua pura acqua chiara talvolta ingannevole





Dei racconti che ho scritto quando seguivo il corso di Scrittura Creativa ne mancano ancora quattro da trascrivere su questo blog e adesso ho deciso di adempiere a questa mancanza.
I quattro racconti hanno come tema gli elementi acqua, fuoco, terra, aria.

"Acqua pura acqua chiara talvolta ingannevole" è del 9 marzo 2004.

Oggi, camminando per strada, ho visto le pozzanghere che si erano formate dopo una notte di pioggia insistente. Mi è venuto in mente quando da bambini i miei fratelli ed io andavamo sotto la pioggia con indosso un mantello nero e degli stivali di gomma nera in cerca di tutte le pozzanghere del quartiere per passarci dentro pestando forte i piedi. Era un divertimento sublime.
Camminando rifletto su come l'acqua possa essere causa di gioia e di dolore. Tra me e me faccio un gioco, un esercizio mentale che consiste nel cercare frasi di uso comune che fanno riferimento all'acqua.
Dopo la passeggiata intorno al palazzo eccomi a casa per mettere per iscritto quello che dalla mia mente è venuto fuori.
Faccio entrare in scena un'amica immaginaria che a passo di danza è venuta a trovarmi, sarà la mia spalla. Quest'amica bussa alla porta e dopo il saluto dice: "Ho la bocca secca, solo un bel bicchiere d'acqua mi potrà dissetare." Raccontandomi le sue peripezie dice sconsolata: "Sai, io mi perdo in un bicchier d'acqua" e beve con gusto la tazza di tè che nel frattempo ho preparato. Ma la sua sete non è scomparsa e mi confida: "Ho una gran sete di sapere." Parlando di un suo collega di lavoro dice: "Sai, di lui non mi fido, è acqua cheta, ma mi raccommando: acqua in bocca." Dopo molti bla-bla-bla dice: "Sai, mi trovo in cattive acque, ho l'acqua alla gola, ormai vado avanti a pane e acqua." Le preparo subito qualcosa di buono da mangiare. Sentendo il buon profumo del sughetto sul fuoco dice: "Mi viene l'acquolina in bocca." E mentre io calo la pasta nell'acqua, lei si va a sciacquare le mani.
A tavola vuole l'acqua minerale. Mentre mangiamo un acquazzone batte contro le finestre e lei racconta di inondazioni, maremoti, affogamenti.
Quando quest'amica immaginaria finalmente se ne va sono esausta e per rimettermi in sesto mi siedo davanti alla TV. Il programma parla di paesi colpiti da siccità. Mi alzo, non ne posso più, ho l'acqua alle ginocchia, sono a pezzi. Mi chiudo per mezz'ora nel bagno e quando esco sono un'altra persona e canto:
                             Sfinita e stancamorta
                             Dopo una doccia
                             Sono di nuovo forte
                             Come una roccia
                             Stanca e affaticata
                             Dopo questa rinfrescata
                             Mi sento come rinata

Ho deciso: con questa canzone vado a Sanremo. Grazie acqua per avermi ispirata. Vedrai che vinco!

mercoledì 18 marzo 2015

Estate 2014 - Terza parte

Il 29 luglio la vacanza toscana è finita e in mattinata si sono avviati per stare due giorni a Barbarano da David e Laura e il cane Seila. Tutti insieme si sono goduti i paesaggi stupendi. Le foto scattate quei giorni sono bellissime.

Sul Canyon del Torrente Biedano

A Barbarano Romano


Il 30 agosto Sigrid, Kevin e le bimbe sono finalmente tornati a Roma, abbronzati, belli. Le bambine hanno giocato tutto il giorno senza sosta e mi hanno accompagnato dalla gattina Moreen in casa della vicina di casa che stava passando 20 giorni di vacanza in Calabria. Abbiamo annaffiato le piante sul terrazzo e Flaminia ha lavato il pavimento. Un giorno, come al solito, le  bambine hanno costruito in cucina una capanna con lenzuola e coperte. E' entrata un attimo l'altra mia vicina e vedendo come la casa era trasformata ha esclamato: "Ed io che pensavo che i miei nipotini fossero terribili ma queste due li superano."


Una capanna in cucina.


Un pomeriggio che ero sola con Flaminia siamo andate ai giochi a Piazza Vittorio, faceva un gran caldo e perciò tornando a casa siamo entrate da Oviesse per rinfrescarci un attimo. Flaminia si è innamorata di un paio di scarpette luccicanti: "nonna ti prego me le compri." E con queste scarpette ai piedi ha giocato da Elena, una bambina del nostro palazzo, si sono messe tutte e due un tutù e hanno ballato su musica operistica. Sono entrata un attimo per dare un'occhiata ed erano carinissime.
Lunedì 4 agosto Kevin è tornato in Olanda, aveva appuntamenti di lavoro. Il giorno dopo Sigrid e le bambine sono andate come l'anno scorso nella piscina a Colle Oppio, in mezzo al verde, a dieci minuti da casa. Per pranzo sono tornate a casa ed avevamo ospiti: Silvia, l'amica con la quale Sigrid ha studiato ed i suoi due bei bambini, Marta e Nicola, abbronzatissimi. I quattro bambini si vedono una volta all'anno. Questa volta all'inizio regnava fra loro la timidezza e solo quando era quasi l'ora di salutarsi hanno cominciato a chiacchierare. Silvia colleziona segnalibri e gliene ho regalato qualcuno fatto da me, ed altri li avevo portati per lei dalla biblioteca di Harlem. Silvia doveva tornare al lavoro e Sigrid con le sue figlie sono tornate in piscina: avevano un biglietto d'entrata per tutto il giorno. E quasi tutti i giorni seguenti ci sono andate rinfrescandosi nell'acqua e godendosi l'ombra sotto gli alberi sedute sulle sdraio. C'erano due altre bambine con cui giocare. Un giorno Flaminia ha preferito rimanere a casa a vedere un film sul computer, s'intratteneva con David e Laura e giocava animatamente per tutta la casa. Io nel frattanto facevo le spese e cucinavo. Quando dopo pranzo mi sono sdraiata un pò sul divano, Flaminia a intervalli si stendeva vicino a me abbracciandomi, la sua faccia contro la mia. Spesso mi dice: Come è bella morbida la tua pelle e anche i tuoi capelli sono così morbidi." Ed io: "Anche nonno diceva quando eravamo giovani che ero tutta di seta." Verso sera è venuta Rita, un'amica di Sigrid di vecchia data, ha ammirato le bambine e la casa, e anche il terrazzo condominiale con la bella vista le è piaciuto molto. Poi lei e Sigrid sono andate a mangiare una pizza. Dopo aver cenato le bimbe si sono preparate per andare a letto ma prima hanno visto sul grande letto, insieme a David e Laura un film con Johnny Dorelli, che risate. Tutte e due erano vivacissime ma una volta a letto dormivano in poco tempo.
L'undici agosto è arrivato il giorno della partenza. Flaminia mi ha abbracciato forte, piangeva e diceva: "Non ti voglio lasciare." L'ho consolato dicendo che forse ci saremmo viste a Natale e mancava poco. David ed io abbiamo accompagnato Sigrid, Livia e Flaminia fino al pullman che le portava a Fiumicino. David è salito pure lui sul bus come stabilito per assisterle all'aeroporto. Io sono tornata a casa con le lacrime agli occhi.
Di sera ho continuato da sola a badare alle piante della mia vicina e a Moreen la gattina. Dopo aver finito con le incombenze mi son seduta fuori sul divanetto, Moreen è saltata sul divano accanto a me e, in grande confidenza, e matta di coccole, mi ha leccato le mani e le braccia. Per farle compagnia più a lungo mi ero portata dietro un libro. I pensieri slittavano però verso le nipotine, i nostri due splendori.



 
   

Estate 2014 seconda parte




Leggo nel  mio diario che il 26 luglio la signora cinese, Susy, che mi fa dei massaggi, mi ha invitata ad una festa cinese buddhista in un tempio del quartiere prenestino (dopo 16 massaggi il gonfiore e il dolore a piede e gamba sinistri erano completamente scomparsi (una buca nel marciapiede aveva procurato questo male). Sono stata accolta, unica non cinese, con grande gentilezza. Entrando tutti si mettevano delle ciabatte e si lavavano le mani: due bei tavoli pieni di  ciotole e scodelle contenenti pietanze appetitose aspettavano i partecipanti. Susy mi ha presentato alla caposacerdotessa e ad altre amiche. Quanti sorrisi e parole gentili. Quando incontri cinesi per strada sembrano distanti, freddi, ma forse è uno scudo, insicurezza, perchè qui li ho visti da un'altra prospettiva. Susy, molto attenta e premurosa, mi ha riempito un piatto con tante cose diverse, tutto vegetariano e molto buono. Una ragazza mi ha detto in inglese che vive in Olanda, prima a Rotterdam e adesso a Hilversum. Come guida mi è stata assegnata una ragazza che è cresciuta in Australia e mi è stata a fianco tutta la serata come interprete. Prima venivano proiettati filmini in cinese e poi c'era la funzione buddhista taoista celebrata dalla sacerdotessa e dalle sue discepole, inizialmente partecipavano solo le donne, poi solo gli uomini. Tutto molto solenne e disciplinato. La mia guida traduceva e mi spiegava i significati dei gesti.  La dottrina religiosa taoista è caratterizzata da valori quale l'amore, il rispetto e l'armonia verso il prossimo ma anche verso la natura, la quale è considerata sacra, in quanto il Taoismo è una religione che trova la sacralità nell'universo, cioè in ogni cosa che esiste.
Finito il servizio  ho parlato con tante persone; l'amabile sacerdotessa ha riempito per me un sacchetto con bellissime mele che ha preso dalla splendida composizione di frutta posta ai piedi della statua centrale del Buddha. Il giovane cinese col quale ero venuta in macchina mi ha riportato fin sotto casa.
E così passavano i miei giorni.
Sigid mi telefonava spesso, si trovavano come gli altri anni molto bene in questo agriturismo in Toscana, per Livia e Flaminia c'erano due bambine con cui giocare e tuffarsi in piscina. Facevano gite nei dintorni, la natura toscana è bellissima. Erano felici.





 

 



lunedì 16 marzo 2015

Estate 2014, prima parte

Mi aspetta un compito che ho rimandato di giorno in giorno: aggiornare l'album di fotografie di famiglia cominciando da luglio-agosto dell'anno scorso. La ragione principale è che ce ne sono tante, troppe, di foto da cernere. Ma è meglio che mi decida perchè ne arrivano sempre di nuove e aspettando oltre questo mio incarico diventerebbe un'impresa ardua.
Fin da bambina è stata sempre una grande passione per me quella di raccogliere foto di famiglia in albums, soltanto che prima, e prima ancora, le foto erano rare perchè molto più laborioso era scattarle, svilluparle e poi stamparle. Quando ero bambina per tante notti ho avuto un sogno ricorrente: la casa bruciava, ma io ero capace di volare e salvavo tutti, prendevo per mano i miei genitori che a loro volta afferravano i miei due fratellini, non dimenticando la mia carissima bisnonna che viveva con noi, e oltre ai famigliari che cosa salvavo? L'album con le foto, messo dentro uno zainetto sulle mie spalle!
Consulterò il mio diario dell'anno scorso e con il suo aiuto annoterò qui qualche evento estivo. E così risalirò anche alla data precisa in cui sono state scattate le foto che voglio applicare nell'album.
Appena le scuole in Olanda hanno chiuso per la vacanza estiva, l'otto luglio Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia sono venuti da noi a Roma. Come sempre le bambine hanno subito svuotato la cassapanca, Flaminia ha riempito un cesto pieno di peluches che ha portato sul suo letto nel soggiorno, ha indossato il lungo vestito rosa da principessa e in testa si è messa un cappellino rosso. Livia, sul suo letto, ha dato un saluto a bambole e Barbies. Insomma anche qui è casa loro. Uno dei posti preferiti di Flaminia è sulle ginocchia di David e così insieme sfogliano un libro o vedono un filmino sul computer. Le sorelline sono tutt'orecchie quando lo zio racconta le sue avventure e ridono, e noi adulti ridiamo con loro, io sempre mi chiedo da dove David peschi tutte queste storie più che buffe. Livia questa volta gli ha consegnato un bigliettino con su scritto in olandese: David inventa le storie.
Il pomeriggio del giorno dopo Sigrid, Kevin e Livia sono andati a farsi tagliare i capelli dal loro parrucchiere di fiducia in Prati e David ed io siamo andati con Flaminia a Colle Oppio dove c'è un piccolo parco giochi per bambini. Seduta su una panchina c'era la mia amica Marcella con le sue tre sorelle più una loro amica, e hanno fatto i complimenti a Flaminia. Il giorno dopo Sigrid, Kevin e le bambine hanno camminato in zona Piazza Navona assieme a David e alla sua collega Teresa.

Piazza del Fico


Piazza Navona
Io avevo un impegno e ho fatto trovare la cena pronta. Quando le bambine sono andate a dormire Flaminia non ha trovato Busha e se ne stava lì sul suo letto a piangere grosse lacrime in silenzio. Livia l'abbracciava consolandola. Meno male che Kevin ha trovato l'orsacchiotto sotto il letto di David. 

Con l'inseparabile Busha
Il 12 luglio gli olandesini sono partiti per la Toscana in una bella macchina rossa presa a noleggio. All'una Sigrid mi ha chiamato: erano arrivati nel solito agriturismo e c'era come gli anni precedenti il cane Maya e la mamma gatta con due piccoli, faceva freddo.

Con Maya
Io ho avuto a pranzo la mia amica americana Meridith che era venuta a piedi dal Gianicolo - una passeggiata di un'ora e mezza - dove era guest painter (ospite-pittrice) all'Accademia Americana; lo studio assegnatole era stupendo. Qualche anno fa ho visto una sua mostra qui a Roma e mi piacciono  molto i suoi quadri.
Come ogni domenica alle 16, il 13 luglio ha chiamato Jan, lui e Jennifer stavano in Colombia, a Bogota. Viaggiavano in lungo e in largo per il paese che Jan conosceva già e che ama molto.
Il 15 luglio David e Laura sono partiti per Barbarano Romano ed io nel pomeriggio mi sono avviata a fare una visita ad un'amica e a suo marito, nel nostro vecchio quartiere. Prendendo la metro alla fermata Vittorio Emanuele tutti dovevamo scendere a Termini perchè un palo era caduto sui binari.
In superficie le navette seguivano l'itinerario della metro ma si riempivano in un attimo con tutta la fila di gente che aspettava. Molti erano turisti. Ho incontrato una signora del mio palazzo ed insieme siamo riuscite a ficcarci dentro un bus strapieno. Faceva un caldo quasi insopportabile, meno male che in compagnia ci siamo un pò distratte. Ho dovuto prendere ancora un altro autobus ed erano oltre le 18.00 quando finalmente sono arrivata dagli amici in Via Aladino Govoni. Ho dato un'occhiata in sù all'appartamento dove abitavamo sei anni fa. Non mi ha fatto particolare impressione. Ogni tanto mi assale un pò di nostalgia di quei tempi perchè là eravamo tutti uniti e c'era tanto spazio. La strada è diventata più brutta, hanno tolto alcuni oleandri e costruito dei brutti box levando un tratto del marciapiede. La mia amica era addolorata perchè nel loro giardino l'ente proprietario dell'immobile, la Fondiaria, ha abbattuto un bellissimo e sano cedro altissimo. Si chiedeva il perchè.
Siamo stati molto bene insieme, prendendo un tè. Finchè ero a casa erano le 9 e mezza.
Il giorno dopo la mia vicina di casa compiva 50 anni e sono stata invitata alla sua festa, sua madre è venuta per l'occasione dalla Calabria. Sulla sua terrazza c'erano tavoli con tante leccornie che formavano la cena ed insieme ai tanti ospiti ho assaggiato di tutto. Era un'allegra compagnia. Il figlio e i suoi amici suonavano la chitarra e cantavano, la figlia Silvia si è unita al coro.
Ho parlato con molte persone simpatiche. A mezzanotte abbiamo brindato alla festeggiata. Che facile tornare a casa: la porta accanto.      


lunedì 9 marzo 2015

Una settimana di febbraio

In Febbraio le bambine hanno avuto una settimana di vacanza e l'hanno passata insieme ai genitori qui da noi a Roma. Tutto era pronto e aspettavo con ansia il loro arrivo, era mezz'anno che non vedevo le bambine e, quando nel pomeriggio hanno suonato alla porta e ho aperto, che gioia e che abbracci lunghi e forti forti. E' venuto anche David e altri abbracci. Come al solito le bambine si sono avviate subito nella mia stanza, alla cassapanca, che è piena dei loro giocattoli e si sono messe a giocare come se non fossero passati tanti mesi.
Più tardi, mentre preparavo il sugo per la pasta hanno visto tutti insieme, nella stanza di David, un film di Fantozzi e come ridevano. Avevano appetito. Livia dormiva come di consueto nella mia stanza (che diventa così la "nostra" stanza) e Flaminia su di un materasso appoggiato per terra nel soggiorno dove Sigrid e Kevin dormono sul divano letto. La casa si è riempita di vivacità. Flaminia ha portato Busha, il suo peluche preferito e questa volta anche l'orsacchiotto Bibi.
La mattina dopo Sigrid è andata a Porta Portese senza di me perchè ero convalescente da una gastroenterite. Ha avuto fortuna con gli autobus ed è tornata presto. Flaminia frattanto ha giocato un paio di ore da Elena che abita nel nostro palazzo e ha la sua stessa età, si conoscono già dall'estate scorsa. Dopo pranzo David è andato con le bimbe sul terrazzo condominiale approfittando del bel sole e là si sono date da fare con l'acqua e le piante; Flaminia come sempre pulisce tutto il pavimento con la scopa.



Nel pomeriggio David e Kevin hanno partecipato alla festa di Shirley che celebrava il suo 80esimo compleanno. Una festa molto allegra con tanti ospiti asssortiti. Peccato che non mi sentivo ancora di fare grandi spostamenti perchè Shirley è la mia prima grande amica a Roma. Dopo cena David ha suonato la chitarra e cantato inventando buffe parole e Kevin gli ha fatto compagnia cantando e inventando altrettanto divertenti strofe in olandese.
Per fortuna il tempo è stato quasi sempre molto bello permettendo loro di fare tante uscite per la città e nei parchi. Un pomeriggio Elena è venuta a giocare qui da noi e David ha fatto disegnare le tre bambine, erano incantate. E un'altra volta Flaminia ha giocato con Elena a casa di lei. Ed è venuta  anche Maria, una bambina di questo quartiere. Quando Flaminia ha compagni di gioco diventa radiosa, la sua voce canta, il suo corpo balla. Livia non aveva nessuna con cui giocare, la ragazzina nel  nostro palazzo un pò più grande di lei e con la quale si trova sempre molto bene quest'anno fa la prima media ed era sommersa dai compiti, non le rimaneva tempo libero. Ma sia Livia che Flaminia si sono divertite molto con David e quando Flaminia aveva la compagnia di Elena e Maria, Livia ha camminato chilometri con i suoi genitori.
Piazza di Spagna

Villa Celimontana


Nella  classe di Livia ogni bambino ha dovuto scegliere un animale su cui fare una ricerca. Sono andati persino un giorno con la maestra e alcuni genitori allo zoo di Amsterdam. Livia ha scelto il lupo, poi si è documentata sui libri presi in prestito alla biblioteca di Haarlem, e anche qui, una mattina, ci ha lavorato. Al Campidoglio hanno scattato una foto di Livia davanti alla statua di Romolo e Remo con la lupa capitolina e questa foto verrà aggiunta alla ricerca. Livia sarà l'unica nella sua classe ad avere un'immagine con la lupa romana.


Dai suoi atteggiamenti ci si accorge che sta attraversando un periodo pre-adolescenziale. Capita che a volte dica "mi annoio", una frase che prima non faceva parte del suo vocabolario. Soltanto durante gli ultimi giorni, come ha sempre fatto, si è chiusa nelle sua (nostra) stanza per giocare indisturbatamente e a lungo con le Barbies e i peluches. Fra poco compie dieci anni.
Una settimana passa veloce e con rammarico è arrivato il momento dell'addio. Flaminia ha detto: "Non voglio partire." e "Nonna e zio David venite con noi, vi supplico." David li ha accompagnati alla stazione dove hanno preso il treno per Fiumicino. Mi ha fatto un grande piacere che Sigrid e Kevin arrivati da noi con una faccia stanca partendo avevano un bel bel viso riposato.