martedì 13 maggio 2014

1964 (3)

David mi faceva anche dei complimenti. Quando mi ha visto stirare un mucchio di indumenti ha osservato: "Mamma sei proprio brava!". E quando più tardi tornavo dal fare le spese ha detto: "Mamma come sei bella." e Pino annuiva: " Ha ragione, sei bella oggi." Quel giorno David è rimasto a casa perchè tossiva molto. In quei tempi bastava chiamare il pediatra convenzionato e in giornata veniva a casa a controllare. Ha prescritto uno sciroppo.
Il 14 febbraio è arrivato un pacco dal Canada che i  miei genitori avevano spedito il 29 ottobre. Già si temeva che si fosse perduto. Per David c'erano due pantoloni e anche una giacca da David Crockett. Era felicissimo e l'ha voluta subito indossare. Pino quel giorno è tornato presto dal lavoro perchè c'era uno sciopero in atto, e ha portato con sè un ragazzino olandese di 10 anni: Peter Evenhuis. Peter, che frequentava la scuola tedesca, aveva come compito una ricerca sulla RAI e perciò si era presentato ai cancelli della RAI in Via Teulada. Gli uscieri si ricordavano che la moglie di Pino era olandese e l'hanno chiamato nel suo ufficio. Pino con il suo carisma ha preso l'olandesino sotto le sue ali e  gli ha mostrato tutto quello che c'era da vedere. E poi Peter è venuto con Pino a casa. Ha giocato con David, abbiamo chiacchierato ed è rimasto a cena. Avevo prima chiamato i suoi genitori per chiedere il permesso. Verso le nove è venuta la mamma a riprenderlo. E così è nata un'amicizia che è durata diversi anni. Attraverso Jacob e Gerda Evenhuis abbiamo conosciuto e frequentato tanti altri olandesi, quasi tutti della nostra età. E così ho potuto parlare ogni tanto la mia lingua.
In quei giorni Pino ha finito di scrivere il suo primo libro All right, un romanzo che è stato poi pubblicato dalla casa editrice Trevi. Scriveva anche racconti. La scrittrice Flora Volpini ha letto un suo racconto, definendolo stupendo. Pino scriveva, cancellava, correggeva e io poi battevo a macchina la versione definitiva; non c'erano ancora i computers e quindi si usava la macchina da scrivere. 
Leggo nel mio diario che un pomeriggio, a casa di sua nonna, dove aveva tutti i giocattoli, Germana era gelosa che David li toccasse. Spesso litigavano e poi facevano la pace, e, quando Germana mi abbracciava a sua volta David era geloso e la spingeva via. Quella sera Pino ed io, insieme, abbiamo messo David a letto. Abbiamo cantato per lui e Pino ha ripetuto quello che spesso diceva: "Un figlio così me lo sono sempre sognato."


David con Germana (a sinistra).



sabato 10 maggio 2014

1964 (2)

A David piaceva tanto andare al giardinetto il pomeriggio, saltellava e cantava alla mia mano. Trovava sempre bambini con cui rincorrersi, gli venivano le guance rosse stando all'aria aperta. Qualche volta ci andavamo di mattina e allora c'erano più bambini della sua età che erano però tutti più piccoli di lui. Una mamma mi ha detto: "Ma suo figlio non deve andare a scuola?" Ed era sorpresa quando le ho detto che aveva da poco compiuto tre anni. A volte David piangeva quando era ora di tornare a casa, voleva rimanere finchè l'ultimo bambino non se ne fosse andato. Quando i bambini molto più grandi non volevano che participasse ai loro giochi perchè ritenuto troppo pischello, David piangeva dalla delusione. Andavamo anche dall'amichetta Germana di mezz'anno più grande, a casa della nonna, a Viale Angelico. Germana aveva tantissimi giocattoli. Veniva con la mamma  anche da noi e i bambini giocavano tutto il pomeriggio senza mai litigare. Con Olga, la sua mamma, sono rimasta amica.
A David piaceva trasvestirsi, da cowboy, da indiano e, delle scarpe che Pino gli ha fatto col cartone, simili a quelle che indossavano gli zampognari che a Natale suonavano sotto casa, era orgogliosissimo. Pino gli ha costruito anche un teatrino di cartone e dei pupazzetti di stoffa, ci giocavano insieme animatamente.
Andando a cena da Alberto, collega di Pino e dalla moglie Rossella c'era Donatella la figlia coetanea di David con cui giocare, e come erano vivaci.
Un pomeriggio sono andata con David a trovare la sua giovane madrina Daniela, che però stava a letto al piano di sopra con l'influenza. C'era sua mamma Luisa, con la quale mi trovavo molto bene. Anche questa volta abbiamo chiaccherato a non finire. Le piaceva il berretto fatto a mano che avevo in testa e l'ha voluto subito imitare, cercando nel suo cesto della lana bianca, era un genio con i lavori manuali. Mi ha fatto come al solito tanti complimenti e di David ha detto che era un bimbo stupendo. David in continuazione andava su da Daniela.
Il 2 febbraio siamo andati in montagna a Roccaraso. Alle 10 abbiamo preso un taxi fino a Termini. Allora si faceva una lunga fila per i biglietti del treno. Si partiva alle 11 e alle 3 si cambiava treno. Alle 4.30 siamo arrivati a Roccaraso. Un lungo viaggio ma David si è divertito tutto il tempo intrattenendosi con molti dei passeggeri, tanto che alla fine tutti lo conoscevano. Eravamo fortunati, c'era la neve. E nell'albergo Trieste abbiamo trovato tanti bambini con i loro simpatici genitori. C'erano anche i signori Fioravanti con i loro tre figli. I bambini dell'albergo rotolavano tutto il tempo nella neve e David è andato su uno slittino preso in affitto. Pino ed io, seduti sulle sedie a sdraio, abbiamo preso il sole. Con una slitta trainata dai cavalli ci siamo avviati al Rifugio degli Alpini. Un'altra volta lo skilift ci ha portato sulla montagna, un posto bellissimo. La settimana è volata e il 9 febbraio siamo tornati a Roma. Durante il viaggio David ha dormito e a casa non era stanco per niente. Abbiamo pranzato, io ho letto la lettera settimanale di mia madre ed altre lettere di amici e poi abbiamo deciso di andare a Via Cola di Rienzo dove c'era la sfilata dei bambini in maschera di carnevale accompagnati dai genitori. David felicissimo con addosso le piume da indiano e la faccia dipinta. Faceva freddo e c'era molto vento. Tutti a letto presto.



Sulla neve a Roccaraso


Roccaraso

giovedì 8 maggio 2014

1964 (1)

L'undici marzo è venuto Carlos, il mio figlioccio, per stare un paio di giorni da noi. Poi ha passato dieci giorni da suo padre nelle Marche per tornare di nuovo da noi per qualche giorno. Ho voluto verificare quando è stato che Cristina, sua madre, si è presentata a casa nostra come ragazza alla pari e perciò ho preso il mio diario del 1964, l'anno che è nato Jan: il 16 giugno. Ma sfogliando il diario ho finito per leggerlo tutto dall'inizio. E come sempre quando rivivo tempi remoti attraverso i miei vecchi diari oppure vecchie lettere, tanti sentimenti teneri, melanconici e nostalgici vengono a galla.
All'inizio di questo diario il protagonista era David, che aveva appena compiuto tre anni e di lui voglio rievocare qualche episodio.
In gennaio ero incinta, nel quarto mese, e anche se ancora non ingrassavo la vita si allargava e perciò chiudevo le gonne e i pantaloni con  l'elastico. David osservava e commentava: "Mamma, la tua gonna è troppo piccola."  Ed io: "Sì, la mia pancia si ingrandisce perchè ci sta crescendo un bambino, un tuo fratellino o sorellina." David metteva le sue braccia intorno a me e baciava diverse volte la  mia pancia.
Il giorno dopo Pino è andato alla RAI per parlare coi colleghi portando con se David. Quando sono tornati a casa Pino mi ha detto: "Senti un pò nostro figlio." Mentre Pino si intratteneva con i suoi colleghi, durante una piccola pausa  David ha detto a chiara voce: "Nella pancia di mamma sta crescendo un fratellino." I colleghi hanno chiesto se questa notizia fosse vera e, dopo la risposta affermativa, hanno espresso tanti auguri e congratulazioni.
Quando il tempo era bello uscivo con David nel pomeriggio. Nel piccolo parco di Piazza Maresciallo Giardino David incontrava altri bambini con cui giocare. Io mentre badavo a lui parlavo con delle signore e facevo la maglia. Un signore attempato si è seduto sulla nostra panchina dicendo: "Fammi sedere un pò vicino a questa bella signora con queste belle gambe." Dopo un pò, a sorpresa, è venuto Pino da noi perchè aveva un intervallo tra un programma e un altro, e ha giocato con suo figlio. Dopo cena ho giocato io con David ed abbiamo "letto" dei libri. Quando Pino è tornato dal lavoro e David dormiva ormai da un pò abbiamo preparato la calza della Befana. Era il 5 gennaio.
La mattina dopo quando David ha trovato la calza con caramelle e piccoli giocattoli era felicissimo. Più tardi sono andata insieme a lui dal parrucchiere, girando l'angolo di Via Teulada. Avevo quasi finito di pagare quando David mi ha preceduta nell'uscire, ma una volta fuori non c'era più traccia di lui, era scomparso. Ho cercato, chiamato, niente, ero disperata. Ho fatto una corsa a casa, in cima a Via Teulada. Niente David. Ho chiamato Pino ed insieme abbiamo cercato affannosamente. Niente di niente. Pino è andato alla RAI e via radio hanno data la notizia e chiesto se qualcuno l'avesse visto. Poi per strada le ragazze Bozzi ci hanno detto che David l'hanno visto nell'edicola. E sì, là stava seduto, per terra dietro al banco, sfogliando tutto intento giornaletti per bambini. Pino ed io eravamo affranti e pallidi, David però non era cosciente della situazione da lui creata: questa era l'edicola dove lui con la mamma andava regolarmente a fornirsi del suo giornaletto preferito. Pino è tornato al lavoro. I suoi colleghi sono stati carinissimi. Quando sono andata con David a comprare il latte nel bar in Via Teulada, i  molti giovani presenti sono venuti verso di noi chiedendo se questo fosse il bambino che si era perduto.


venerdì 2 maggio 2014

Jan a Roma




Ho avuto una mail da Jan in cui diceva che, dopo un buon viaggio, la sera è arrivato a New York dove Jennifer lo aspettava con pasta al sugo e, finito di mangiare, è andato subito a dormire.
Jan è stato in Italia per essere presente alla fiera del vino a Verona, "Vinitaly" (Salone internazionale del vino e dei distillati) che quest'anno si è tenuta dal 6 al 9 aprile. Come sempre ci ha incontrato Gregorio il suo amico produttore di vino e sua moglie Barbara. Dopo la fiera ha visitato diverse aziende vinicole nel Veneto, nelle Marche e  in Abruzzo.  Da noi è arrivato la sera del 12 aprile e il 16  mattina è tornato a New York. Come ogni anno ci ha raccontato dei suoi incontri nel mondo del vino e mi ha affascinato la sua descrizione di come, in momenti e posti diversi, abbia incontrato due ragazze sui trent'anni appassionate produttrici del  proprio vino. Si chiamano Cristiana e Lorenza. Non si conoscono tra loro. La casa di Lorenza, che funge anche da deposito, nel tempo si è riempita di talmente tante bottiglie, botti ed attrezzature varie che per lei non c'è più posto e perciò vive in un camper, usando però il bagno della casa.
E' stato bellissimo avere Jan con noi, abbiamo chiaccherato di tutto. David, Laura e Jan hanno camminato per un paio d'ore nei dintorni di Piazza Navona mentre con me Jan ha portato fuori la cagnolina Seila quando di mattina David e Laura stavano al lavoro e siamo andati al mercato. Gli alberi di Piazza Vittorio sono in fiore, bellissimi. Questa piazza potrebbe essere stupenda se venissero prese come esempio le piazze di New York. Io non potevo fare lunghe camminate perchè avevo una distorsione al piede sinistro per via di una buca nel marciapiede.
L'ultima sera è venuto a trovarci l'amico produttore Andrea per salutare Jan ed è rimasto a cena. Andrea ormai è diventato un amico di famiglia. E' stata una serata molto piacevole.
Da un pò di giorni stavo consultando il mio diario del 1964, l'anno in cui è nato Jan, per cercare il giorno che è venuta da noi come ragazza alla pari Cristina Lopez del cui figlio Carlos poi sono diventata madrina. 
Carlos, che abita nelle isole Canarie, da un pò di anni viene in Italia in primavera per stare qualche giorno con noi a Roma e per poi incontrarsi con suo padre nelle Marche. 
Leggendo questo diario rivivo quel tempo, con Jan piccolissimo, e quanto vorrei averlo un momento bèbè nelle mie braccia. Adesso è un uomo ma guardandolo vedo in lui ancora quel bambinuccio e sento tanta tenerezza.
Prima di partire Jan ha scelto uno dei miei ultimi collages ed anche uno piccolo di tanti anni fa.(19-9-2006)