domenica 30 luglio 2017

Autunno/inverno 1966

Il pomeriggio del 14 dicembre, dopo aver giocato con gli amichetti, David e Jan si sono messi a dipingere. Non mi ricordavo che così piccoli già si dessero da fare con la pittura. Jan era carinissimo col pigiamino nuovo che avevo comprato alla Rinascente. Ne ho preso uno anche per la piccola Chiara, la bimbetta di Adriana e Franco. Cristina e Giulio sono venuti a cena.
Il 17 dicembre, un sabato, Pino ed io siamo stati invitati per una serata da Marisa e Elveno Pastorelli. La giornata si svolgeva così: di mattina dopo aver rifatto i letti ho fatto le spese al mercato di Via Sabotino insieme a Jan. A pranzo avevamo ospiti: Bert e  sua moglie Annelies. Non sono rimasti a lungo, avevano un impegno. Ho lavato i piatti e sono uscita con i ragazzini che si sono divertiti a giocare dentro e sopra delle macchine abbandonate. Faceva freddo, di mattina c'era del ghiaccio per terra. I bambini avevano le guance rosse. A casa di Stefano, che era gelata, hanno guardato la TV per un'oretta. Ho fatto il bagno a David con l'aiuto di Jan che si è inzuppato per bene. Ho messo Jan a letto e Pino che tornava dal lavoro l'ha fatto dormire mentre io mi sedevo con David che faceva i compiti. Alle 21 meno un quarto sono venuti Giulio e Cristina.  Pino ed io abbiamo preso un taxi. Indossavo un tubino nero e avevo un nastro nei capelli, una pelliccia finta. E' stata una bella serata. All'una eravamo a casa. Cristina e Giulio sono rimasti a dormire. Il giorno dopo sono venuti a pranzo: spaghetti alla genovese, insalata e le paste domenicali. Anche il giorno dopo hanno pranzato da noi.
David per il suo compleanno ha avuto dai nonni canadesi qualche dollaro da spendere e nel pacco che è arrivato c'era un giaccone invernale per lui e uno per Jan. In un negozio del centro David si è scelto due scatole di soldatini e Jan ha avuto un piccolo aeroplano. Io ho acquistato della lana azzurra per farne un pullover per Jan.
Il 24 dicembre era il compleanno di David: 6 anni. Prima di andare a scuola gli abbiamo dato i nostri regali: una pistola dei pirati, un libro e soldatini. Più di tutto gli è piaciuta la pistola. Verso le 16.00 cominciava la festa di David. Cristina e Giulio sono venuti per dare una mano. Da loro David ha avuto un libro, e caramelle anche per suo fratello. Anche Adriana ha pensato a David: una scatola di matite colorate; e soldatini per Jan. Sono arrivati gli amichetti:  Claudio e Matilde, Germana (con la nonna), Renzo e Stefania, Marco (con la mamma), Marcello e Mario (e la mamma), Stefano non è venuto perchè aveva la tonsillite. I bambini hanno mangiato, bevuto e giocato a sazietà. Pino, che era venuto appositamente dal lavoro, ha fatto con loro il gioco della pesca con indovinelli: c'erano premi per tutti. Un collega di Pino, Fabrizio, ha scattato qualche foto e anche lui si è divertito. E per finire la torta (fatta da me con le pesche) con sopra le candeline. E' stata una festa molto riuscita.



Il giorno dopo era Natale. A quei tempi la RAI dava ai figli dei dipendenti un regalo di Natale. E quando i maschietti si sono alzati hanno trovato nel soggiorno un castello per David e per Jan una biciclettina (Pino ha dovuto prima montarli). Come erano contenti. La mattina dopo ho preparato il pranzo e  sono venuti Cristina e Giulio e insieme siamo andati a Piazza San Pietro, il Papa benediceva gli astanti. Il tempo era mite, bellissimo. Di ritorno siamo passati dalla signora Raparelli, le abbiamo dato un pacco e l'abbiamo pregata di venire con noi per il pranzo ma lei non ha voluto.
E' venuto Dante a pranzo, un amico messicano che avevamo conosciuto attraverso Giulio e Cristina. Ha guardato i disegni di David con molto interesse definendoli fantastici. Abbiamo ascoltato musica. Cristina si è riposata, poi abbiamo lavato i piatti insieme.
Il 26 dicembre David ha portato un libro all'amichetto Stefano per il suo onomastico. Pino è andato con i maschietti sul nostro monte e io frattanto ho ordinato la casa e pulito il balcone. Per caso ho alzato gli occhi e ho visto sul pendio, stagliate contro il cielo azzurro, le figure di Pino, David e Jan. Ci siamo salutati con la mano. Ero tanto emozionata. Nel pomeriggio abbiamo fatto il giro delle chiese per vedere i presepi.

venerdì 28 luglio 2017

Autunno 1966 - 2

Siamo stati ospiti delle suore messicane amiche di Cristina. Qualche settimana dopo, il 10 novembre, ci hanno ricambiato la visita. Sono arrivate con quasi due ore di ritardo, gioise, sorridenti. Non si sono scusate, per loro era del tutto normale. Ho preparato per l'occasione una torta. Erano simpaticissime e volevano molto bene a Cristina.
Domenica 13 novembre, di mattina i maschietti hanno giocato sul campetto della chiesa. Jan ha giocato a girotondo con tanti altri bambini. David ha incontrato molti ragazzini che conosceva, una bambina della sua scuola lo prendeva sempre per mano. Nel pomeriggio abbiamo passeggiato insieme per il centro. Faceva molto freddo. In una tavola calda accogliente i maschietti hanno cenato. Jan era tanto contento, cantava "amole, amole." Un pò di notti prima c'è stato un fortissimo temporale. I tuoni rimbombavano sulla città. Jan mi ha chiamato: "mamma, Jan paula, tempolale." L'abbiamo preso nel nostro letto. David non si è svegliato per niente. Un pomeriggio camminando per Villa Borghese Jan si è guardato intorno e ha detto: "E' bello qui." Vedendo una pozzanghera fangosa con rifiuti ha commentato: "Che polchelia". David ha ricominciato a non aver appetito. Il 15 novembre il pediatra l'ha trovato magro come un chiodo: altre vitamine. La sua passione era il disegno, quello che ha fatto quel giorno era per oma (nonna in Canada). Sono venuti Cristina e Giulio a cena. Giulio che era sarto aveva aggiustato qualche indumento per noi.
Cristina non veniva più tutti i giorni, a volte qualche ora nel pomeriggio. Il 18 novembre Giulio ci ha fatto sapere che Cristina stava a letto, non si sentiva molto bene e perciò non venivano a pranzo. Io stavo facendo una zuppa di piselli e, una volta pronta, insieme ai maschietti ho portato loro un pentolino con zuppa, poi panini e companatico, più un piattino con 5 paste e un regalo perchè era il compleanno di Cristina. Compiva 22 anni Nel pomeriggio si è fatta vedere dal medico, dopodichè sono venuti da noi per dirci che era un blocco intestinale il suo male.
Il 22 novembre ho dovuto portare io David a scuola, una bella camminata. Strada facendo gli ho comprato dei gessetti colorati. Ho accompagnato David fin dentro sua classe. Ho salutato la maestra che mi ha scrutato dalla testa ai piedi. In quei giorni una mamma straniera era una rarità. Pino poi è andato a riprenderlo. A casa della signora Elena, la nostra portiera, David ha visto un film molto carino con gli indiani, poi a casa David e Jan hanno fatto gli indiani col torace nudo e mettendosi piume in testa. Erano baciabili. E baciati. Jan ancora con il puppyfat, la rotondità da cucciolo.
Leggo nel mio diario del giorno 30 novembre che su una bella rivista letteraria è stato pubblicato un altro racconto di Pino intitolato La Medaglia. Da parte della mia amica Anneke è arrivato un disco con canzoni di Sinterklaas (San Nicola). Quando era brutto tempo Pino mi chiamava dal lavoro per dirmi in quale cinema proiettavano un film adatto ai bambini. Così al cinema Farnese a Campo dè Fiori abbiamo visto, con l'amichetto Stefano, un film che a loro è piaciuto ma che io ho trovato abominevole: Tarzak e gli uomini leopardo. A volte veniva con noi anche Marcello.


Il 2 dicembre è venuta per la prima volta una signora per pulire la casa. In seguito sarebbe venuta una volta a settimana per tre ore. David continuava ad avere dei 10 nel suo quaderno, ogni tanto accompagnato da un bravo! Disegnava sempre, anche su una piccola lavagna che gli avevo preso e Jan suonava la sua nuova armonica a bocca. L'8 dicembre, giorno di festa, con il collega di Pino, Fortunato Pasqualino, abbiamo visitato Palazzo Barberini, un bellissimo edificio e contenitore d'arte antica. Non ci si siamo rimasti a lungo perchè i ragazzini, stufi di guardare quest'arte per loro ancora noiosa hanna cominciato a fare baccano. Pino è stato presentato alla scrittrice Elena Boni.
Visitando Pino alla RAI il 9 dicembre abbiamo assistito ad una trasmissione radiofonica. David ha trovato la musica dei "capelloni" bellissima.
L'11 dicembre dopo aver passato un bel pomeriggio a Villa Borghese, dove i bmbini sono andati a cavallo e sulla giostra, abbiamo trovato a casa una squisita torta e due monete del Vaticano per David e Jan. Il padrino di Jan, Robin aveva lasciato queste cose per noi dalla portiera. Il giorno dopo sono venuti Stefano e Maria con la loro mamma e anche loro si sono deliziati con la torta.
Quella sera quando i bambini dormivano ho finito di battere a macchina una commedia radiofonica scritta da Pino.

giovedì 27 luglio 2017

Autunno 1966 - 1

Era regola che di sera prima di andare a letto leggessi ad alta voce un racconto. Jan aveva i suoi libri di favole ma cominciava ad ascoltare quando leggevo per David. Alla mattina ci alzavamo già verso le 6.30 e dopo colazione c'era ancora tempo per leggere il seguito del racconto della sera prima. I ragazzi disegnavano spesso seduti insieme al tavolo. I loro disegni li ho conservati, incollandoli su vari albums. La stessa cosa che faccio adesso con i lavori delle mie nipotine. Con Jan facevo il gioco "E poi, e poi..", passando in rassegna tutto quello che aveva fatto durante il giorno. E si ricordava ogni particolare. 


Disegno che David ha fatto a sei anni

Quando uscivamo per fare una passeggiata David veniva in bicicletta e si vedeva che era felice, tutti noi quattro insieme. Non avevamo ancora la TV e se c'era un programma interessante lo vedevamo a volte da Adriana e Franco che abitavano al piano sotto il nostro. Erano colleghi di Pino e si erano conosciuti a casa nostra. Cristina veniva volentieri con noi. Attraverso Adriana aveva trovato un ginecologo che la seguiva, gratis. Tutto bene con la gravidanza. Lei e Giulio stavano con i maschietti le rare volte che Pino ed io andavamo al cinema.
Il 23 ottobre, una domenica, Pino è andato per due giorni ad Avellino. David quel pomeriggio è andato al mare con Stefano, Maria e i loro genitori. Io ero in ansia finchè non è tornato. Sono uscita con Jan quando si è svegliato dal pisolino. Era carinissimo con un pantaloncino fatto da me ai ferri. Pino è tornato da Avellino e ha portato pizza dolce e castagne. Per David un astuccio scolastico e una batteria per Jan. La prima di una lunga serie che di seguito ha avuto in vita sua. Il 26 ottobre, prima di andare al lavoro, Pino ha parlato un attimo con la maestra di David. Diceva la maestra che David era fra i sei migliori della classe. Ogni giorno aveva un 10 nel suo quaderno, una volta persino tre dieci: uno per un disegno, uno per il compito di casa e uno per il lavoro fatto a scuola. Adesso, prendendo le vitamine aveva più appetito.
La sera del 27 ottobre, dopo aver letto per tutti e due un racconto, Jan si è svestito da solo, è andato in bagno, ha acceso la luce e ha fatto la pipì. Tutto da solo, a due anni. 
Il 28 ottobre David è tornato a casa con un altro 10 e Pino è venuto a casa con Shirley. Che sorpresa! Ha pranzato con noi e dopo ha guardato i disegni di David che ha trovato molto buoni e interessanti. Lei è stato la mia prima amica a Roma. Anche Shirley era brava nel disegno, per un pò di tempo ha frequentato l'Accademia di Belle Arti qui a Roma. Ha condotto un corso d'inglese in televisione insieme ad un giovane di nome Jerry. Lei americana, lui inglese. Shirley bravissima con la sua voce squillante. Dopo, per anni ha lavorato all'ANSA. Il 5 novembre Pino ed io abbiamo cenato da lei. C'erano altri amici. La cena a base di carote e cavolfiore mi è piaciuta. Allora Shirley aveva un grande appartamente sopra il cinema a Campo dei Fiori.
Il 2 novembre Pino ed io insieme ai maschietti, prendendo un autobus a Piazzale Clodio, abbiamo fatto una visita alla signora Raparelli sempre così sola. Le abbiamo portato dei pensierini.  
Il 7 novembre sono tornata dalla signora Raparelli insieme a David. Giulio ci ha portato e riportato in macchina. Avevo per lei uno scatolone pieno di cibarie raccolte dai colleghi di Pino. Era come al solito tanto felice della nostra visita.
Il 9 novembre David e Jan hanno giocato a pallone sul campetto della chiesa Santa Lucia. Facevano le corse e correvano dietro il pallone. Erano solo loro due ma più tardi si è presentato un gruppetto di ragazzi molto più grandi e il gioco è diventato più vivace,  troppo pericoloso per il piccolo Jan mentre David si è inserito bene nella squadra. Ogni tanto mi donava un sorriso stupendo, bellissimo, felice. Quella sera, mentre Cristina e Giulio stavano con i maschietti, Pino ed io siamo andati a cena da Fred e Marjan. C'era anche la mamma di Fred, Tonnie, un'amica olandese con il marito italiano e il loro cognato indonesiano. Abbiamo chiacchierato animatamente, piacevolmente. Ho parlato anche nella mia lingua. Ed è bello immergersi ogni tanto nella propria lingua natale. Si vuole bene alla lingua con la quale si è cresciuti.


giovedì 20 luglio 2017

1966 David e la scuola

David andava volentieri a scuola. Andava e tornava in macchina con Patrizia e il suo papà del nostro palazzo. Nel pomeriggio giocava a pallone nella nostra strada, via Goiran, con un gruppetto del quartiere. La via era senza uscita e in quei tempi circolavano pochissime macchine. Jan che aveva solo due anni a volte faceva un pisolino, io frattanto lavavo i piatti e ordinavo la cucina. Poi con David e Jan andavamo in giro. Un pomeriggio Pino è andato con i maschietti al parco di Colle Oppio vicino al Colosseo ed io e Cristina siamo andate al centro a vedere i negozi al Corso. Siamo entrate nella Rinascente e nella Standa. Ho comprato un regalino per i maschietti e una sciarpa di seta per le mie amiche Anneke e Thea. Cristina mi ha detto: "Per fortuna che Pino non è geloso, tutti gli uomini ti guardano." Annotavo i complimenti nei miei diari perchè mi meravigliavano, sarà perchè quando ero bambina, e poi ragazza, in Olanda non si usava e ancora adesso da quelle parti ricevere un complimento è una rarità.
Il 7 ottobre è stato pubblicato un racconto di Pino in un quotidiano. Peccato che non ho scritto quale giornale fosse. David aveva ogni giorno un compito per scuola. Per esempio doveva scrivere una pagina con la parola "casa". In cima doveva incollare l'immagine di una casa che io ritagliavo da una rivista.
La mattina del 9 ottobre sono venuti a prendermi Cristina e Giulio per andare a Porta Portese. Abbiamo trovato vestiti usati molto carini. Alle 11.30 eravamo di ritorno e a Pino sono piaciuti molto i nostri acquisti. Ho preparato sugo alla genovese che piace sempre a tutti. Nel pomeriggio è iniziato a piovere. Jan attraversava tutte le pozzanghere perdendo sempre una scarpa. Sono venute Olga e Germana. Poi David ha fatto il suo compito.


Settembre 1966

Stranamento l'undici ottobre David è andato a scuola svogliatamente e quando all'una è tornato a casa aveva gli occhi rossi. Non ha voluto dirci perchè aveva pianto. Mangiava poco come quasi sempre. Poi, facendo i compiti era nervoso e impaziente. Siamo andati a trovare Pino in TV. Il medico dell'ambulatorio ci ha detto di dare a David tante vitamine e per sicurezza fargli fare un xray del torace perchè era  magrolino. Pino ci ha fatto vedere come si lavora negli studios, e una sala con una collezione di armi è piaciuta molto a David.
Il 12 ottobre, come al solito, i bambini sono venuti nel nostro letto. David è andato a scuola tranquillo. Proprio nell'istante in cui è tornato a casa, di nuovo con gli occhi rossi, mi ha telefonato Pino che era a scuola per parlare con la maestra. Diceva che mentre entrava a scuola David stava uscendo con la sua classe. Un bambino, indicando David, ha detto alla sua mamma: "Guarda mamma, quello è l'asino della classe." Pino sentendo queste parole si è indignato ed è subito andato a parlare con la direttrice che ha disapprovato il comportamento della maestra. Hanno dialogato con l'insegnante che ha replicato in modo insensato: "Adesso che so che è un bambino sensibile lo metterò al primo banco." Il giorno dopo David tornando da scuola era su di giri, di buon umore, felice. E di conseguenza tutti noi in casa eravamo felici. 
Ancora sono incredula e arrabbiata e addolorata che un insegnante di scuola elementare (o di una qualsiasi altra scuola) potesse dimostrare una tale mancanza di sensibilità. Come poteva svolgere un mestiere che richiede almeno i principi della pedagogia? Come poteva offendere e umiliare un bambino di 5 anni che fra altro era educato e molto intelligente? Questo mestiere non era adatto a lei. Adesso che le mie nipotine frequentano la scuola steineriana tante volte ho pensato che questo modo di insegnare sia il migliore. Nessun bambino è uguale all'altro e qui di ogni bambino viene studiato il carattere e le attitudini e trattato di conseguenza con il massimo rispetto e una profonda comprensione della sua individualità. Una scuola così avrei voluto per i miei figli. Le scuole attuali sono migliorate prendendo come esempio il metodo educativo della scuola steineriana. 
Dopo qualche giorno David tornava a casa con regolarmente un 10 meritato nel suo quaderno. La sua salute era a posto, doveva continuare con le vitamine.

martedì 18 luglio 2017

1966, prima anno scolastico di David

La mattina del 10 settembre il pediatra ha controllato i ragazzini. Ha trovato Jan cresciuto enormemente e tutti e due belli e sani. Ha prescritto vitamine per aiutarli nella crescita e per far superare a David la frequente inappetenza. Cristina ed io abbiamo preparato il pranzo. Giulio ha mangiato insieme a noi e poi ha portato me e i bambini alla piscina. Sono rimasta sorpresa quando ho visto che David nuotava! Jan, una volta nell'acqua, non aveva più voglia di uscirne. Eravamo tutti e tre belli e abbronzati. I maschietti trovavano compagnetti con cui giocare ed io parlavo con i loro genitori. Ci veniva anche una signora che sopra una gamba aveva una svastica incisa; David e Jan si divertivano con i suoi due maschietti. Quel giorno abbiamo avuto un passaggio fino a casa da un signore con la sua bambina. Pino era già a casa e gli ha offerto un drink. Poi io ho preso un autobus per stare un pò con la signora Raparelli che essendo sempre sola era felice della mia visita. Ho raccontato alla mia amica Olga di questa piscina e un paio di volte ci è venuta sua figlia Germana con la nonna. Olga stava divorziando e aveva trovato lavoro in una rinomata boutique. A volte lei e Germana venivano a trovarci la domenica. L'aiutavo a tradurre dei documenti dall'inglese che servivano per il suo lavoro.
Abbiamo comprato per David un grembiule blu e una borsa rossa per scuola.
Molte volte i bambini si alzavano prestissimo e venivano nel letto da noi. Capitava che David, per farci una sorpresa, fosse già completamente vestito.
Nel nostro quartiere c'erano molti bambini con cui giocare. Oltre Stefano, Maria e Marcello c'erano fra altro Claudia, Luisa, Matilde, Renzo e la sorellina Stefania. Andando con David e Jan in giro per il nostro quartiere abbiamo conosciuto Renzo e Stefania che abitavano alla fine della nostra strada nel sentiero che scende verso Via Gomenizza. All'inizio erano scorbutici, non c'era verso di trovare un dialogo tra di noi, non parlavano proprio e quando la loro mamma usciva in giardino, contentissima della nostra presenza, si nascondevano dietro a lei. La mamma ci diceva che le avrebbe fatto molto piacere se fossimo tornati. Ci è voluto del tempo prima che si sciogliessero e, fino ad allora, noi li abbiamo soprannominati bambini stupidelli. Poi, a volte, hanno giocato a casa nostra. Andavamo anche a far visita alla famiglia Bozzi a Via Teulada. E poi avevo da stirare, rammendare, cucinare, fare le spese, e fare la doccia a tutti i componenti della famiglia. E ogni settimana scrivevo una lettera ai miei genitori in Canada, inoltre corrispondevo con amiche e parenti all'estero.
Quando Cristina non si sentiva bene (era incinta) io le tenevo la fronte mentre vomitava. Ogni tanto continuava ad andare al cinema con David. Mi ha detto che le sarebbe piaciuto avere me come madrina per il figlio che doveva nascere e se fosse  stata femmina darle il mio nome.
1° ottobre, leggo nel mio diario: Davids eerste schooldag!! Il primo giorno di scuola di David!!
Pino, Jan ed io l'abbiamo accompagnato. Pino portava Jan sulle spalle perchè il giorno prima saltando dalla finestra sul balcone si era leggermente slogato un piede. Gli faceva male, ma secondo il medico della RAI, che l'aveva esaminato, non era niente di grave e sarebbe passato dopo pochi giorni. David, orgoglioso, camminava davanti a noi con la sua borsa rossa sulla schiena, ma, avvicinandoci alla scuola, i suoi occhi diventavano rossi. Che calca. Quanti genitori, nonni, bambini e maestre!  A David è stato assegnata una classe con solo maschi. Era il più alto ma sicuramente il più piccolo di età. Ha cominciato a piangere. La maestra l'ha preso per mano e gli ha carezzato la testa. Verso l'una è tornato a casa in macchina con il papà e la sua bambina abitanti nel nostro palazzo. Era silenzioso. Dopo pranzo ha voluto subito giocare con gli amichetti nella nostra strada.
Il nostro bellisimo, tenero primogenito. 



giovedì 13 luglio 2017

Cristina futura mamma, 1966

Siamo tornati da Avellino il 17 agosto e il giorno dopo Cristina è venuta qualche ora da noi e mi ha detto che pensava di essere incinta. Ci è sembrata una bella notizia. Adesso Cristina veniva da noi un paio di ore al giorno. A volte usava la nostra lavatrice e stirava le sue cose. Ho preso un abbonamento per la piscina all'aperto del Foro Italico e dal 19 agosto ho cominciato ad andarci con i bambini. C'erano due turni disponibili: mattina o pomeriggio. A volte veniva Cristina con noi.
La mattina del 19 agosto siamo andati insieme alla scuola elementare Ermenegildo Pistelli per iscrivere David al primo anno scolastico. Avrebbe compiuto 6 anni il 24 dicembre. Dopo pranzo in piscina. Ci si andava a piedi o con l'autobus. I bambini si divertivano un mucchio, da soli o con altri bambini, dentro e fuori dell'acqua. Jan tornava a casa stanchissimo. Una sera dal balcone ho visto Monte Mario in fiamme. Quando l'incendio si è propagato sono venuti i pompieri, mi sono sentita sollevata.
Cristina e Giulio hanno acquistato una macchina. Il 3 settembre lui ci è venuto a prendere e abbiamo pranzato da Padre Guglielmo. Pino non poteva venire perchè aveva il turno di lavoro fino alle 19.00.
Leggo che abbiamo gustato molto il pranzo. I bambini hanno giocato a pallone. Padre Guglielmo ha battezzato la nuova macchina. Giulio ci ha riportato a casa. E' stato un bel pomeriggio.
Possedendo finalmente una macchina Giulio se poteva ci veniva a prendere all'uscita della piscina e lui e Cristina pranzavano da noi.



Il 4 settembre, una domenica, dopo pranzo, Pino, io e i bambini siamo andati con due autobus fino alla cima di Monte Mario. In un boschetto, sotto i pini, i bambini hanno giocato mentre noi li guardavamo sdraiati nell'erba. Da lì ci siamo incamminati fino al bar Lo Zodiaco e dopo un  gelato siamo scesi giù per il monte seguendo ripidi sentieri. Una deliziosa passeggiata in mezzo al verde selvatico. David veloce e agile come un cervo. Arrivati giù le ginocchia mie e di Pino erano tremolanti, i maschietti invece erano freschi come delle rose. Ci siamo seduti un attimo dentro una vecchia macchina abbandonata. Eravamo vicino al "nostro" giardino delle galline. 
Il 6 settembre Pino aveva una giornata libera dal lavoro. Jan è rimasto con lui mentre David e io siamo andati in piscina. Pino ha preparato il pranzo. Poi, dopo aver mangiato, un autobus ci ha portato a Piazza del Popolo. Siamo saliti su fino al Pincio ed era bello con tutte quelle tonalità di verde. Abbiamo mangiato un gelato. C'era un palco per concerti e i maschietti si divertivano correndoci sopra. Una giostra, un teatro di burattini. Scendendo le scalinate, a Piazza del Popolo abbiamo incontrato i nostri amici e colleghi di Pino, Giuseppe Colombi e Fortunato Pasqualino. Ci ha raggiunto la fidanzata di Fortunato, Barbara, e nella sua macchina ci hanno dato un passaggio fino a casa. Barbara era californiana. 
Il 14 settembre Pino è venuto con noi in piscina, gli è piaciuto l'ambiente con tutti quegli alberi intorno. E così ha potuto vedere come i bambini si divertivano e come David cominciava a nuotare. Un amico avellinese di Pino vedendo David ci ha detto che "ha il fisico e l'armonia adatti per giocare a pallacanestro", ma a lui è sempre piaciuto il nuoto. Al bar della piscina abbiamo mangiato i nostri panini portati da casa bevendo una coca cola.
Nel pomeriggio ho accompagnato Cristina dal ginecologo nella clinica di Viale Angelico. Era incinta di due mesi.



martedì 11 luglio 2017

Avellino, luglio 1966

Il 20 luglio abbiamo preso un treno per Napoli. Cristina e Giulio ci hanno salutato alla stazione. A Napoli un pullman ci ha portato ad Avellino dove siamo stati fino al 17 agosto a casa di mia suocera Raffaella, mia cognata Norma e cognato Walter. Pino non rimaneva tutto quel tempo con noi, andava e veniva da Roma. Un giorno durante lo struscio pomeridiano sul Corso abbiamo perduto Jan. I marciapiedi erano affollati e ad ogni passo incontravamo vecchi amici, conoscenti e parenti: erano esclamazioni ed abbracci. All'improvviso non si è più visto Jan. Pino, Walter, un amico ed io l'abbiamo cercato con affanno e l'abbiamo trovato vicino alla posta in compagnia di due poliziotti. Jan piangeva, tanto che gli hanno comprato dei cioccolatini. 
Con Pino abbiamo fatto tante visite. Dalla famiglia Palumbo - Irma, Liliana e la loro mamma -  eravamo accolti sempre con grande affettuosità. Gli altri figli, sposati, abitavano in altre località. I nostri maschietti venivano ammirati e coccolati. Durante questi incontri si rievocavano gli anni in cui da giovanissimi facevano musica insieme, Pino cantava e Liliana suonava il pianoforte. E ricordavano di come come Pino e Enrichetto Palumbo insieme ad un gruppo di amici andassero in scena con la loro compagnia d'avanspettacolo. Il debutto era al teatro Partenio nel 1955, il titolo dello spettacolo "Occhio alla città", regia di Pino D'Amore. Ho trovato su internet una foto, per David e per me completamente nuova.


Nel pomeriggio del 25 luglio siamo andati ad Atripalda a trovare mio cognato Nino (Carmine), sua moglie Lina (Raffaella) e i loro figli Steny (Stanislao), Rita e Paola, che allora era una carinissima bèbè.
Un altro giorno è stato dedicato a Chiusano dove abitavano tre sorelle di mia suocera, Clelia, Amelia e Wilma e le loro famiglie. Clelia non era sposata ed era, come la sorella Wilma, maestra di scuola elementare. Tutti ci hanno accolto con calore. Lo zio Emidio, marito di zia Wilma, saputo della passione di David per fucili, spade e pistole gli ha regalato un elmetto italiano della prima guerra mondiale e un fucile da balilla. L'elmetto l'aveva trovato lavorando nei campi.
C'erano dei saldi e in una boutique di Avellino ho comprato un vestitino e un cappottino bianco di mezza stagione che è costato 4.900 lire. La commessa mi ha detto che sembravo una ragazza. E sempre  assieme a Pino ho dato un'occhiata nella bella boutique Nazaro al Corso. Il figlio del propietario era amico di Pino, avevano studiato insieme, non trovando lavoro si era associato al papà incaricandosi anche dell'amministrazione. Mi ha mostrato dei capi che erano rimasti invenduti perchè troppo stretti per la sua clientela abituale. A me andavano a pennello e per un nonnulla mi arricchivo di un originale indumento. In questo modo, anni dopo, quando Sigrid aveva pochi mesi, sono entrata in possesso di un autentico vestito Mary Quant.
Spessissimo andavo con i bambini nella Villa Comunale. Le bambine Lina e Gabriella ci venivano a prelevare. Per David noleggiavo una bicicletta, ci pedalava per tutti i sentieri e le due sorelline, più grandi di lui, ne usufruivano a turno. Amavano anche badare a Jan. Ed io potevo fare qualche ferro a maglia. Di queste bambine ho già parlato in un altro post. Erano vicine di casa quando mia suocera abitava al Corso, vicino alla chiesa del Rosario. All'epoca c'era solo David e a loro piaceva molto fare con lui e me delle escursioni in posti verdi della città. Mia suocera ha poi traslocato in un appartamento sopra il cinema Giordano e anche Lina e Gabriella si sono trasferite altrove. Hanno voluto farmi vedere la casa nuova e insieme a loro, a David e a Jan ci sono andata prendendo un autobus. La mamma era molto contenta di rivederci e ci ha offerto  tè e biscotti.
Penso che sono stata un mese con i bambini ad Avellino per fuggire il caldo di Roma ma neanche qui il caldo scherzava. Mia suocera parlava sempre di Mercogliano come fonte di freschezza. Un pomeriggio abbiamo preso un bus insieme a lei e Norma per Mercogliano. Mamma aveva 30 anni più di me e perciò allora aveva solo 65 anni. Abbiamo trovato veramente più frescura però ai bambini il posto non offriva nessuno svago. Abbiamo consumato qualcosa seduti davanti ad un bar, i bambini ci correvano intorno, li tenevo ben d'occhio perchè nel viale passava molto traffico. In quella stessa strada c'era la funicolare che negli anni seguenti abbiamo preso diverse volte insieme a Pino per andare a Monte Vergine. Il santuario in cima non mi è mai piaciuto con la sua atmosfera fredda, pagana, superstiziosa. Ma la natura là in alto è incredibile, stupenda.
Il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di M.V., venivano da noi tantissimi parenti e conoscenti per assistere dal piccolo balcone e dalle finestre alla processione che in basso passava sul Corso. Molte donne che seguivano il corteo erano scalze. Mia suocera in queste occasioni offriva un dolce squisito fatto da lei: una base con sopra crema di vaniglia e crema di cioccolata. Tutti, a ragione, si complimentavano con Raffaella per questa torta. E' arrivata anche mia cognata Tina (Concetta) con la piccola Rosa che aveva un anno più di Jan. David giocava col suo cugino Diego.
Quando i cuginetti insieme ai loro genitori venivano a farci visita in genere era dopo cena, alle 9 e oltre. David e Jan erano già a letto, stanchi dopo una giornata di giochi. Ma si svegliavano per il gran vocio e facevano compagnia ai cugini.
Ma della mancanza di sonno ne risentivano, spesso erano quello che normalmente non erano: noiosi e piagnucolosi, capricciosi. A David è venuto un tic, sbatteva in continuazione le palpebre e alzava le spalle di continuo. Pino ed io abbiamo fatto controlare i suoi occhi da un amico occulista. Con gli occhi tutto bene, era stanchezza.
In casa ho dato spesso una mano stirando e ogni tanto preparando il pranzo per tutti, per lo più a base di verdure. E come erano ghiotti di frittelle con le mele, di macedonie e di budini. Per tutti, una novità. Per il resto veniva tutti i giorni, meno la domenica, una ragazza a fare le pulizie di casa. Se ne andava dopo aver lavato i piatti del pranzo. La domenica lavavo io i piatti. Le spese venivano portate a casa da donne della campagna che portavano i cesti sopra la testa.
Il 17 agosto pomeriggio ritorno a Roma. Walter ci ha portato in macchina alla stazione di Napoli. E che sorpresa: a Roma Termini ci stavano aspettando Cristina e Giulio. Insieme con un taxi a casa. E un'altra sorpresa da parte di Cristina: per i maschietti soldatini a cavallo e una pistola, per tutti budino e macedonia. Abbiamo cenato insieme dopodichè Cristina e Giulio sono andati a casa loro e noi tutti a nanna.

mercoledì 5 luglio 2017

Lido di Venezia

Da sposati Cristina e Julio hanno preso in affitto un piccolo appartamento a Piazzale Clodio a due passi da noi. Julio che ormai era diventato Giulio ha continuato il suo lavoro da sarto per i religiosi. E Cristina veniva ogni giorno per un pò di tempo da noi. Nel pomeriggio del 30 giugno è andata con David al cinema mentre io preparavo le valigie, portavo fuori Jan e preparavo la cena. Il giorno dopo Cristina mi ha aiutato a prepare i panini ed ha voluto venire con noi in taxi alla stazione. Era un venerdì e, come ancora adesso succede spessissimo di venerdì, c'era una manifestazione in corso che ostacolava il traffico.
Siamo saliti sul treno alle 11.30 e dopo un viaggio interminabile siamo arrivati a Venezia alle 19.00. Un motoscafo ci ha portato al Lido di Venezia. Il nostro hotel era vicino al porto. Il Lido è una sottile isola, lunga circa 12,2 km e larga da un minimo di 196 m a un massimo di 1,7 km (internet). La spiaggia era molto bella. Jan si è appassionato al mare, una volta immerso nell'acqua era riluttante ad uscirne fuori, anche se spesso andava a testa sotto. L'aria marina poi l'ha reso extra vivace. Tutti noi ci siam goduti i bagni nel mare e i bambini si divertivano anche nel parco giochi con altri bambini dell'albergo i cui genitori sono rimasti sorpresi quando hanno saputo l'età di David e Jan. Di frequente abbiamo preso un traghetto per San Marco. Camminando per le calli David si è innamorato di una pistola giocattolo e l'abbiamo presa, per Jan dei soldatini. Durante una giornata piovigginosa i maschietti correvano in una Piazza San Marco quasi deserta; indossavano degli impermeabili gialli avuti in prestito da una famiglia americana del nostro albergo. Pino ed io eravamo incantati dallo spettacolo: quella grande, bellissima piazza, bagnata e luccicante, con quelle due figurine gialle che si spostavano avanti e indietro, come in un balletto fiabesco. Il 16 luglio era finita la nostra bella vacanza di quindici giorni. Abbiamo salutato con affetto tutti i nostri nuovi conoscenti e alle 8.30 siamo partiti. 







Il viaggio in treno di 8 ore ci è sembrato di nuovo interminabile. Arrivati a Roma alle 18.30 con mezz'ora di ritardo, abbiamo preso un taxi. Eravamo stanchi ma che bello: la casa era pulita! Dopo aver fatto un pò di spese sotto casa ho preparato un minestrone. E sono venuti Cristina e Giulio. Hanno trovato David che camminava per casa in costume da bagno con ai piedi le pinne e sul viso la maschera. Appena arrivati a casa si era messo a piangere, voleva  "Venezia, Venezia!".
Jan adesso dormiva, per la prima volta nella stanza con David. Cristina gli ha preparato il suo letto nuovo. Il giorno dopo, domenica, lei e Giulio avevano intenzione di andare in spiaggia e Cristina ha preparato il cibo per il loro picnic. Siamo andati presto a letto.
Quella notte ho avuto un momento di panico. Tornando a Roma, passando per un lungo tunnel, nel treno non si è accesa la luce, c'era un buio pesto ed io ho paura del buio. Ho rivissuto quei momenti spaventosi quando nel mio letto aprendo un attimo gli occhi c'era l'oscurità. Ho gridato: "Pino, Pino, un fiammifero." Pino mi ha accarezzato il viso per tranquillizzarmi, facendo così mi ha dato un pugno sugli occhi e invece di accendere la luce si è messo a cercare fiammiferi. Rileggendo questa pagina del 17 luglio sto ridendo. 

sabato 1 luglio 2017

1966, l, 2 e 9 giugno

Voglio riportare qui il commento che il 1° giugno un critico ha espresso dopo aver letto i lavori letterari di Pino: "Mi sono piaciuti moltissimo. Eccellente qualità. Altissima poesia."
E anche qualche altra cosa voglio ricordare su questa pagina, eventi che dopo tanti anni avevo dimenticato, e leggendoli mi toccano.
Il 2 giugno leggo fra l'altro che, di mattina, a Piazzale Clodio, abbiamo visto i carri armati diretti a via dei Fori Imperiali, poi Pino e David hanno preso un bus per Piazza Venezia e Jan ed io il bus 31. A Piazzzale degli Eroi siamo scesi e in una casa popolare abbiamo portato scarpe, un vestito e soldi alla signora Rapanelli che, scrivo "conduce una vita così triste e povera." La signora R. era molto felice della nostra visita e dei regali. L'avevo conosciuta non tanto tempo prima, un giorno che era appoggiata al davanzale della sua finestra in Via Andrea Doria e passando l'ho salutata. Lei ha risposto sorpresa e abbiamo scambiato qualche parola. Era anziana e vedova da poco ed era molto sola. Le ho promesso che sarei andata a trovarla. E così ho fatto, da sola o con i bambini, portandole sempre un pensiero. Una volta che le ho dato un cardigan fatto a mano da me ha esclamato che non aveva mai avuto una maglia così bella. Mi ricordo che a volte andavo con il carrello della spesa a prelevare la sua biancheria e dopo la portavo indietro lavata e stirata. Fino alla fine l'abbiamo assistita. Quando si è ammalata, Pino insieme al nostro amico Peter, con molto affetto sono stati da lei all'ospedale. Lei era commossa, non si sentiva più sola.
Nel pomeriggio di questo stesso giorno sono uscita con i bambini che nel nostro quartiere trovavano sempre altri bambini con cui giocare. Alle 7 si tornava a casa ma David, che giocava con Stefano, non voleva venire. Diverse volte l'ho chiamato dal balcone ma lui insisteva nel non voler tornare a casa. Jan frattanto l'avevo lavato, stava in pigiama e aveva mangiato. Erano quasi le 9 quando David ha bussato alla porta. L'ho fatto bussare e bussare finchè e venuto su con la nostra portiera, la signora Elena. Gli ho detto che per questa volta poteva entrare. L'ho lavato e mandato a letto senza mangiare. Tutti e due dormivano subito. Ma io ero desolata, mi sentivo una madre cattiva. Avevo affrontato la situazione nella maniera giusta?

David, Stefano, Maria,Jan, Marcello - Settembre 1966

Il 9 giugno c'era come ogni anno lo spettacolo dei carabinieri "Il Carosello", a Piazza di Siena, organizzato dalla Croce Rossa Italiana. Pino ed il suo collega Riccardo erano gli annunciatori. Io e i bambini e anche Cristina e Julio avevamo un bel posto in tribuna. Oltre ogni aspettativa i maschietti si sono comportati molto bene, sono rimasti al loro posto interessandosi intensamente a tutti i numeri del programma. Nell'intervallo hanno giocato sui prati. Alle 8.30 era tutto finito e a Via Veneto abbiamo preso assieme a Cristina e Julio un taxi. A casa abbiamo mangiato, tutti insieme, un piatto di spaghetti.
Pino era molto stanco perchè, prima del Carosello, aveva anche lavorato alla RAI dalla mattina presto fino alle 16.00