lunedì 27 marzo 2017

Una settimana in febbraio - 1

A febbraio c'era una settimana di vacanza alla scuola steineriana e Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia hanno pensato bene di passarla a Roma. E dal 18 febbraio fino al 25 febbraio sono stati da noi.
E' sempre una gioia vederli arrivare. Livia ormai quasi alta come me. Flaminia fra pochi anni arriverà anche lei alla mia altezza. Loro crescono con grande velocità mentre io con gli anni ho perso 6 cm, adesso sono 1.65 e chissà forse anche di meno: sono la nanetta della famiglia.
Appena arrivati e dopo aver mangiato un pranzo leggero le bambine si sono buttate come al solito sui giocattoli contenuti nella cassapanca. Meno male si interessano ancora di bambole, peluches, Barbies e accessori. Ci giocano per ore. Livia a un certo punto però si è mostrata preoccupata per la gattina Gina che era rimasta tutta sola, ma una vicina della loro strada l'ha rassicurata con un sms dicendo che Ginuccia stava dormendo sul divano insieme al suo orsacchiotto personale, preso appositamente per lei. Con questo piccolo orso Gina gioca sfrenatamente, lo butta in aria, lo riaferra con le quattro zampette e i denti, lo dimena sgangheratamente, e poi ci dorme vicino. E' molto vivace, si arrampica sugli scaffali più alti e dentre le piante. Per la sua vivacità le bambine le hanno dato il soprannome di Ginburrasca invece di Gianburrasca. Quando le bambine dopo scuola stanno ognuna nella propria stanza con un'amichetta, Gina gratta alla porta, vuole entrare, vuole compagnia e in genere si mette a dormire in qualche parte della stanza. Più spesso sta con Flaminia, sarà perchè la sera Flaminia essendo la più piccola va a letto un pò prima di Livia, e Sigrid le legge una storia. Gina si unisce a loro e col musino fa capire a Flaminia di alzare il piumino affinchè possa mettersi sotto. Si sdraia contro Flaminia e fa le fusa. Sigrid dice che fa una tenerezza! Si pensa che grazie a questo rito serale Gina abbia cominciata a cercare la compagnia di Flaminia anche di giorno, grattando più spesso alla sua porta. Adesso che è rimasta sola per una settimana viene ogni giorno una signora della loro strada con il suo bambino a badare a Gina e manda messaggini per assicurare che la gattina sta benissimo.






I regali che stavano nella borsa perduta e poi ritrovata sono piaciuti molto. Nella scuola steineriana bambine e bambini fanno la maglia nell'ora di lavoro manuale e perciò hanno imparato ad apprezzare gli indumenti fatti a mano. Anch'io ho imparato a fare la maglia alla scuola elementare e poi l'ho  insegnato a Sigrid e lei ogni tanto continua a lavorare quando trova il tempo. Da New York ho avuto notizia che anche Jennifer ha cominciato a sferruzzare. Si è iscritta ad un corso alla biblioteca comunale, ci ha trovato signore simpaticissime che le hanno consigliato dove acquistare ferri e filato e che insegnano con passione l'arte di fare la maglia cominciando con cose semplici. Jan dice che Jennifer fa tardi la sera perchè non riesce a smettere di fare la maglia. E la capisco, è bello aver in mano un lavoro e vederlo crescere, sentire poi soddisfazione quando è terminato. In origine, molto tempo fa, era un lavoro maschile. Adesso viene considerato esclusivamente femminile ma tanti attori e attrici, negli intervalli tra una ripresa e un'altra lavorano a maglia. Il tricotage appassiona ed è un valido anti stress. Anche in Italia sono spuntati degli knit-cafès dove gruppetti di donne e uomini si riuniscono per fare la maglia, dandosi consigli a vicenda. Un modo per socializzare e rilassarsi, creando.

venerdì 24 marzo 2017

Kafka, santi e santini

Quando David l'anno scorso insegnava all'EUR, un giorno in una classe ha dato ad ogni alunno una fotocopia del racconto di Kafka "Un messaggio Imperiale". Lo ha letto ad alta voce e ha chiesto ai ragazzi di fare un disegno ispirato alla storia, non una semplice illustrazione ma qualcosa che scavasse nel profondo a livello emozionale. E i ragazzi hanno realizzato dei lavori molto belli. Questo tema è stato un successo, tanto che ne parlavano anche nelle altre classi. Nei corridoi un'insegnante ha chiesto ad un alunno di David di quale scrittore fosse il racconto da illustrare. Il ragazzo con circospezione ha risposto: "Professoressa, non penso che lei conosca l'autore del racconto, si tratta di Franz Kafka."


Disegno ispirato al racconto di Kafka - Micol
Un altro tema a dir poco originale è stato: scegliete un'età adulta e ritraetevi come immaginate potreste essere in quel momento.
Un altro compito assegnato è stato: tutti abbiamo un angelo custode, invisibile ma sempre presente. Provate ad immaginare il vostro tentando di renderlo visibile attraverso un disegno.
Un insegnate di un'altra classe è entrato da David per un'informazione. Vedendo i ragazzi al lavoro e scoprendo il tema, ha esclamato: "Magari avessi io avuto un simile insegnante quando frequentavo il liceo artistico."


Io e il mio angelo custode - Lorenzo

Quest'anno, dopo anni di richieste, finalmente David è stato trasferito al Liceo Artistico di via di Ripetta situato in centro e quindi vicino casa.  Giorni fa in una classe ha dato il tema: inventare e disegnare un santino di un santo mai esistito. Su Facebook David pubblica regolarmente alcuni tra i lavori ultimati ed io rimango sbalordita da come sono bravi questi ragazzi. Disegni incredibili. David sa stimolare i suoi pupilli, tira fuori il loro talento. La sua mente è un pozzo inesauribile di idee e di storie.
Ho trovato tanti aforismi sui santi. Certi così originali che ne voglio trascrivere diversi.

I santi di legno scolpito hanno certo fatto più per il mondo che quelli in carne e ossa - Georg Cristoph Lichtenberg.

Santi: persone che hanno fatto carriera dopo la loro morte - Gabriel Laub.

Indubbiamente vi sono molti canonizzati in terra che non saranno mai santi in cielo - Thomas Browne - Religio medici, 1643.

E' noto come i monaci scrivessero vite sciocche di santi cattolici nei manoscrtitti sui quali erano state scritte le opere classiche dell'antico paganesimo: Karl Marx.

Dei santi - più della chiesa - dovrebbe occuparsi la psichiatria: Giovanni Soriano - Maldetti, 2007.

La santità forse non è altro che il colmo della buona educazione: Marcel Jouhandeau - Dell'abiezione, 1939.

I santi sono individui che hanno fatto di tutto pur di finire sui calendari: Enzo Costa.

Il santo: passa la vita a illustrare le infinite cose che in nessun caso è disposto a fare: Elias Canetti - La tortura delle mosche, 1992.

Canonizzare. Prendere un peccatore morto e tirarne fuori un santo: Ambrose Bierce- Dizionario del diavolo, 1911.

Santo: Peccatore morto, riveduto e corretto - Ambrose Bierce - Dizionario del diavolo. 1911

Per secoli i leaders cristiani hanno considerato la donna come un male necessario, e i più grandi santi della chiesa furono quelli che disprezzarono le donne più degli altri: Annie Besant - The Freethinkers'Textbook, 1876. 

Il crinale fra estasi mistiche ed estasi erotiche è sottilissimo, sempre che non siano la stessa cosa. Molte sante sono in realtà delle psicopatiche sessuali che hanno sublimato la loro libide in pericolose forme di amore universale: Massimo Fini, Dizionario erotico, 2000.

Santi, per la chiesa, è anche chi ha fatto del male nel suo interesse: Roberto Gervaso, Il Grillo parlante, 1983.


Santino di una santa immaginaria - Cecilia


Santino di un santo che non esiste - Julien


Il compito più recente assegnato da David ai suoi allievi è stato questo: immaginate e disegnate un campione di uno sport che non esiste.

Campione di uno sport inesistente - Nathan


lunedì 20 marzo 2017

Natale in Olanda e partenza

Il 4 gennaio David si è avviato a piedi fino alle dune, le Kennemerduinen, e ha passeggiato nei sentieri in mezzo alla natura incontaminata. Il parco è di circa 38 km quadrati. Ci sono 100 specie di uccelli, 37 tipi di farfalle, si incontrano animali selvatici tra i quali i bisonti, e quattro laghi artificiali con spiaggia. Le dune di sabbia sono coperte da una vegetazione varia e in questo modo il vento non sposta la sabbia. Io ho lasciato l'Olanda nel 1950 e ricordo le lunghe dune collinose di sabbia gialla morbidissima. Si attraversava queste dune salendoci fin su in cima e poi scivolando giù dall'altra parte, continuando così finchè si arrivava alla spiaggia del Mare del Nord. 
Mentre David camminava Sigrid ha fatto una nuotata in piscina e io sono rimasta a casa in buona compagnia delle nipotine e le due amichette Freya e Noa. Le bambine giocavano senza tregua nelle camerette di Livia e Flaminia. Per pranzo ho preparato, fra l'altro, un'omelette con prezzemolo che è scomparsa in un attimo. 
Scattata qualche anno fa esiste una foto di David, Livia e Flaminia sulla porta d'ingresso. Il 5 gennaio Sigrid ne ha scattata una uguale. Mettendo le due foto insieme si vede come sono cresciute le bambine.
 
2012



2017
 
Come al solito le nipotine si divertivano molto con zio David. Si ricordavano tanti dettagli dei suoi racconti passati e gli chiedevano di inventare un seguito. Lui è un affabulatore e di storie ne fa nascere a volontà.
Jan e Jennifer frattanto ci hano fatto sapere che stavano  talmente bene a Roma che ci sono rimasti un giorno in più del previsto, dopodichè hanno noleggiato una macchina e si sono avviati verso produttori di vino nel Nord Italia. E da Milano sono tornati a New York.


Jan e Jennifer davanti al Pantheon

Durante la mia precedente visita ho finito di incollare i disegni di Livia negli albums. Questa volta nei ritagli di tempo mi sono dedicata ai disegni di Flaminia ordinandoli cronologicamente e poi incollandoli sugli albums. Ce n'erano cartelle piene. La mattina della partenza mia e di David per Roma sono riuscita a portare a termine i disegni del 2013. La prossima volta continuerò l'impegno preso.
Come ogni volta prima di partire ho messo sul tavolo alcuni pensierini per le nipotine: ad ognuna due libri e un minuscolo peluche, più una moneta da due euro. In genere li trovano dopo la nostra (o mia) partenza, ma questa volta Sigrid e Kevin sono venuti nella Popelingstraat per vedere insieme a David e me dove e come attaccare i quadri alle pareti. Le bambine ci hanno raggiunto e hanno così scoperto i regalini esposti in bella mostra sopra il tavolo, ed erano sorprese. Spesso i piccoli doni inaspettati colpiscono di più. Poi ci siamo trasferiti nella Korte Annastraat per fare le ultime cose prima del viaggio. Flaminia ha cominciato a leggere uno dei nuovi libri e non la smetteva più.

Alle 15.00, con sopresa di David e me, tutti insieme ci hanno accompagnato all'aeroporto di Schiphol.
Là ci siamo salutati con tanti baci a abbracci. Che bambine stupende le nipotine.
Arrivati a Fiumicino senza difficoltà alla biglietteria della TAM ci hanno consegnato our lost luggage: la borsa da noi dimenticata sul pullman che ci aveva portato da Termini a Fiumicino.
La casa a Roma era gelata, subito abbiamo acceso il riscaldamento. Al telefono Sigrid ci ha detto che appena tornati a casa Flaminia ha continuato a leggere.
Ad Haarlem ho letto il libro di Hendrik Groen: Pogingen iets van het leven te maken  (Piccoli esperimenti di felicità), Mi è piaciuto molto.



sabato 18 marzo 2017

Natale in Olanda - 3


Il 2 gennaio David e Sigrid hanno passato qualche ora ad Amsterdam. Le bambine avevano spesso amichette a casa o erano loro che andavano dalle compagnette. Faceva intorno agli 0 gradi. Quella sera David ha disegnato con le nipotine. Lui dava un tema e loro si impegnavano con zelo ed è sempre un piacere vedere il trio in azione.



Ho parlato al telefono con il papà di Kevin e con la mia unica zia rimasta, tante Stien, 91 anni, sorella di mio padre.
Erano in dieci figli, lei era la penultima. Mi ricordo che i miei genitori raccontavano che per vedere me neonata nella culla dovevano alzare mio zio Foeke di pochi anni più grande di me. Tante Stien mi supera di 5 anni e mezzo. Vive in Frisia in una casa di riposo. Spero di rivederla la prossima volta che vado in Olanda. Avrei voluto sapere da lei molte cose sulla vita di mio padre ma per via della notevole differenza d'età e per il fatto che lui ad un certo punto ha lasciato la Frisia per il Noord-Holland sa pochissimo di questo suo fratello. Da ragazza è venuta qualche rara volta a trovarci insieme ai suoi genitori e dopo solo col suo papà.  La sua mamma, mia nonna, beppe in frisone, è morta a poco più di 50 anni. A quei tempi il viaggio dalla Frisia era lungo. Nel 1932 è stata terminata la Grande Diga (Afsluitdijk), che accorciava di molto il viaggio ma ci si andava in macchina e in quegli anni pochissima gente possedeva un'automobile. Perciò dalla città portuale Lemmer si attraversava in nave l'IJsselmeer (Lago IJssel) che prima della diga era un mare (Zuiderzee) con acqua salata, dopodichè si prendeva un treno da Amsterdam fino ad Haarlem. Diverse volte poi ho fatto questo viaggio all'inverso con i miei genitori e fratelli.
Il pomeriggio del 3 gennaio Sigrid, Kevin, Livia e Flaminia sono andati al circo e David ed io abbiamo camminato per il bel centro di Haarlem con i suoi eleganti negozi. Bussato poi alla sua porta, abbiamo trovato a casa la mia amica Margo che abita nel cuore della città. Margo è artista, lavora con materiali naturali e il suo lavoro è caratterizzato dall'uso di colori terrosi. Il sabato seguente David ed io siamo andati a vedere i suoi lavori esposti al pianterreno dell'ex Vroom & Dreesmann, preso in affitto da un gruppo di artisti. V&D era una catena di grandi magazzini (tipo Rinascente) fondata nel 1887. La catena ha avuto più di 70 filiali in tutto il paese. Il 31 dicembre è fallita. Fino a quando il nuovo proprietario, che dovrebbe essere la canadese Hudson's Bay, non ci si stabilirà, un gruppo di artisti può utilizzare il grande spazio ad un affitto esiguo. I lavori esposti erano tutti molto belli. Le opere di Margo mi piacciono molto, sia i quadri sia le sciarpe e le collane. Bellissimi colori. E' rimasta contenta Margo della nostra visita.
A me dispiace molto che V&D non esista più, era un negozio bello ed elegante e ci ero affezionata. Da quando ero bambina lo frequentavamo, non tanto per fare acquisti, non c'erano soldi sufficienti, ma più per guardare e ammirare tutta la bella merce. E a me bastava. Non agognavo di possedere più di quello che avevo. Dopo la guerra l'offerta di vestiti era scarsa. Un giorno nelle vetrine di V&D c'era un annuncio che diceva che il giorno seguente i vestiti per giovinette, indossati dai manichini in vetrina, sarebbero stati messi in vendita al prezzo simbolico di l fiorino. Mia madre si è messa in fila che era ancora buio e quando io sono tornata da scuola, con grande soddisfazione mia e forse più ancora di mia madre, ero in possesso di un bellissimo vestito; mi sembra fosse a fiorellini. Un inverno molto freddo i miei fratellini ed io siamo usciti con mia madre che per riscaldarci ci ha offerto una scodella di zuppa di piselli da V&D; per noi bambini era molto più gustosa, perchè differente, della zuppa preparata da mamma. Questo ricordo mi è rimasto nella mente con tanta chiarezza. Vuol dire che è stato un evento particolare, insolito.
Dagli anni '90 in poi abbiamo qualche volta pranzato nel ristorante self service situato all'ultimo piano di V&D, scegliendo un tavolo accanto ad uno dei finestroni con vista sulla città. Altre volte, camminando da sola per de Grote Houtstraat, non potevo resistere, entravo da Vroom & Dreesmann e al grande banco di leccornie compravo un gevulde koek, un dolce ripieno di pasta di mandorle. Per me nessuna pasticceria sulla piazza superava quella di Vroom & Dreesmann. Questa volta a Natale mi è mancata questa piccola incursione: ormai V&D è chiuso.







                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       

domenica 12 marzo 2017

Natale in Olanda - 2

Quando il 25 dicembre ci siamo seduti a tavola per fare colazione insieme, erano le 8.00, Sigrid ci ha detto che guardando fuori dalla finestra della mansarda ha notato la luce accesa nella stanza da letto nella Popelingstraat, voleva dire che Jan e Jennifer erano arrivati da New York dopo aver viaggiato di notte. Un'oretta più tardi si sono uniti a noi. Sono stati giorni bellissimi tutti insieme, una famiglia unita. Quella sera Kevin ha preparato un'ottima cena. Le sere successive ci ha pensato Jan alla cena preparando un piatto di pasta squisito, originale come sempre. Jennifer e la vivacissima Flaminia si sono divertite a giocare a palla con mosse acrobatiche. La mattina del 26 dicembre Jennifer è andata con Kevin al suo corso di power yoga. Nel pomeriggio Livia si è ammalata di influenza intestinale e il giorno dopo si sono ammalati anche Kevin e David. Jan e Jennifer hanno preso un treno per Amsterdam dove hanno trascorso diverse ore. Il giorno dopo Livia e Kevin si stavano già riprendendo bene dall'influenza. David, ancora sciupato e fiacco, è andato con Jan e Jennifer a fare una passeggiata per la città. Più tardi Sigrid ed io siamo andate, insieme a Jennifer e Jan, a dare un'occhiata a dei bei negozi di mobili e oggetti per la casa. Jennifer ha comprato due piccoli vasi originali.
La mattina del 29 dicembre sono state scattate un pò di foto ricordo. Jan e Jennifer partivano per Roma e Kevin li ha accompagnati a Schiphol continuando poi per il suo ufficio a L'Aia.
Adesso che sto scrivendo mi assale un momento di nostalgia e di sconforto pensando che quei bei momenti sono passati troppo veloci. Spero che si ripeteranno. In ogni caso ci vediamo abbastanza spesso durante l'anno.




Verso le 18.00 Jan ci ha chiamato dalla nostra casa di Piazza Dante, l'aereo era partito in ritardo per via di un fitta nebbia, il viaggio poi è stato confortevole.
Quella sera David si è trasferito nella stanza da letto a Popelingstraat ed io al comodissimo divanoletto al pianterreno. Il giorno dopo, il 30 dicembre, toccava a me di ammalarmi d'influenza intestinale, ma anche con me è stata di breve durata. Il 31 dicembre solo attraverso le finestre ho avuto contatti con gli altri per non contagiare Sigrid e Flaminia che fortunatamente sono state risparmiate. David ogni tanto veniva da me per vedere come stavo. Capodanno l'ho passato con un bel libro. Sentivo i botti, interminabili. Siamo tutti andati a letto abbastanza presto. A mezzanotte le bambine e i loro genitori si sono alzati per vedere dalla finestra i fuochi d'artificio. Jan e Jennifer ci hanno fatto sapere che si trovavano benissimo a Roma nella nostra casa. Il giorno dopo mi sono riunita agli altri. Per cena Sigrid ha preparato pasta e lenticchie per David, Livia, Flaminia e me, e lei e Kevin sono andati al cinema.  David ed io avevamo tutte per noi le adorate nipotine.  




martedì 7 marzo 2017

Sole e fiori

Dopo la doccia mi sono asciugata i capelli seduta al sole sul balconcino. Un sole pre-primaverile che riscalda ma non scotta. Una goduria. Non ero sola, ero in compagnia delle piante che, insieme alla mia sedia, occupano il ristretto spazio pensile. Le solite piante grasse con i fiorellini gialli già sbocciati, altre piante che non so da dove vengano, forse dai semi che ho piantato nella terra dopo aver mangiato dei frutti esotici.



I fiori che sono nati mi meravigliano, strani e belli come sono, in cima a lunghi steli. 




La piantina grassa dentro un vaso a forma di ranocchio che mi ha regalato Junko quando si è trasferita in Svezia, un geranio e un'enorme pianta che si è moltiplicata nascendo da una talea donatami dalla mia amica Antonietta: un bel ricordo della sua amicizia. Guardo e gioisco.
Quando 2 settimane fa sono stati qui gli Olandesini di sera chiudevano le persiane che, in questo modo urtavano, qualche pianta facendo cadere dei rametti che poi ho messo in una scodellina di vetro: una delìzia per gli occhi.





Un giorno sono tornati da un parco con un mazzetto di margheritine che Kevin ha sistemato in una bella tazzina. Le guardavo con distratto affetto perchè mi distraevano mille cose. Quando il quartetto è tornato in Olanda e le pratoline sono sfiorite ho raccolto un altro piccolo bouquet in un praticello di Piazza Vittorio e l'ho deposto nella stessa tazzina: una prelibatezza per gli occhi. I rametti e i fiorellini li accarezzo con lo sguardo e con un tocco leggero delle labbra. Quando sfioriscono li ringrazio per la bellezza che mi hanno dato.
Ci sono innumerevoli aforismi che parlano dei fiori, qualcuno lo trascrivo qui:

Io devo forse ai fiori l'essere diventato pittore: Claude Monet.

Devo avere fiori vicino a me, sempre e sempre: Claude Monet.

Spero un giorno di incontrare Dio perchè voglio ringraziarlo per i fiori: Robert Brault.

Il pane nutre il corpo, certo, ma i fiori nutrono l'anima: il Corano.

Non mandatemi fiori quando sarò morto. Vorrei riceverli quando sono in vita: Brian Clough.

Questa ultima frase è una sopresa per me perchè anche io ho usato le stesse parole (vedendo fiori al cimitero).