mercoledì 28 ottobre 2015

Ritorno a Roma

Il 9 ottobre: giorno di partenza. Alle 16.00 Jan mi ha accompagnato in taxi all'aeroporto, in netto anticipo perchè alle 18.00 aveva un wine tasting in un'enocoteca di Harlem. Ma il traffico era impazzito e si andava a passo d'uomo. Si sentiva forte la pioggia sul tetto e i lampi guizzavano nell'aria. Siamo arrivati all'aeroporto J.F.Kennedy giusto in tempo per il mio aereo e con la compagnia Delta tutto è andato veloce, al check-in neanche c'era bisogno di levarsi le scarpe. Dal taxi Jan aveva già fatto sapere all'amico dell'enoteca che non sarebbe arrivato all'ora stabilita, è stato compreso e rassicurato.  Io e Jan ci siamo salutati e una volta passata attraverso i controlli, girando l'angolo per prendere la strada verso il  gate G14, ho dato un'ultimo sguardo all'indietro e mi è sembrato che da ormai molto lontano Jan mi stesse salutando un'ultima volta con le due braccia alzate, ma con tutta quella folla non ero sicura che fosse lui.
Una volta nell'aereo il capitano del volo ha comunicato al microfono che ci sarebbe stata un mezz'ora di ritardo. Ma invece che alle 19.30 l'aereo è partito due ore più tardi. E' stato sempre il pilota a spiegare ai passeggeri che per colpa dei lampi non era stato possibile rifornire l'aereo di carburante, sarebbe stato troppo pericoloso farlo, ma dato che avremmo incontrato un vento favorevole saremo arrivati  non troppo in  ritardo.
Durante il viaggio i miei pensieri erano rivolti in continuazione ai giorni trascorsi insieme a Jan e Sigrid. Jan così premuroso, lo vedevo mentre alla sera mi preparava il letto sull'ampio divano e la mattina in un lampo lo disfaceva piegando lenzuola e coperta e mettendole nell'armadio. E' sempre pieno di attenzioni. In volo mi distraevo vedendo i films del vasto programma sul piccolo schermo davanti a me. Stavo comoda perchè sugli aerei della Delta c'è più spazio per le gambe. La cena vegetariana era buona, il personale molto gentile. Di turbulenze ce n'erano tantissime: "Rimanete seduti sulle vostre poltrone, tenete allacciate le cinture." Vedevo intorno a me la gente che dormiva ma a me il sonno è rimasto sconosciuto. L'aereo era pieno, solo due posti vicino a me erano vuoti e non è venuta l'amica immaginaria dei miei racconti a trovarmi per chiacchierare insieme degli elementi acqua, fuoco e aria. Si è rintanata in quei racconti e ci è rimasta. Le uniche parole dette da me durante tutto il viaggio sono state: "I should like a glass of applejuice" alla domanda dell'hostess che chiedeva cosa desiderassi bere, e poi "thank you".
Addizionando le ore oziose prima del decollo alle ore di volo, il viaggio è stato lungo. Ho spesso guardato l'orologio.
A Fiumicino c'era David, mi stava aspettando da tanto tempo. Era bello rivederlo. Che fortuna avere dei figli così amorevoli!
Ho lasciato New York con la pioggia e ho ritrovato la pioggia a Roma. Mi aspettavo come gli altri anni giorni ancora caldi ma questa volta l'autunno è arrivato presto e i sandali e i vestiti leggeri non li ho più messi. David ha mandato una mail a Sigrid e Jan per avvertirli che ero arrivata bene. Alle 4 del pomeriggio Jan mi ha chiamato per dirmi che ieri dall'aeroporto ha preso la metro e alle 19.30 si è presentato nell'enoteca dove agli ultimi clienti ha fatto assaggiare i suoi vini. Il proprietario giapponese, amico di Jan, vuole organizzare fra breve un altro wine tasting. Poi, dice Jan, una volta arrivato a casa era strano non trovarmi, gli mancavo. Era comunque un piacere mangiare le carote con cipolle fritte che gli avevo preparato in mattinata, prima di partire: Jan, che è un mago, avrà aggiunto un pò di questo e un pò di quello per far diventare le carote un piatto da ristorante. Dopo la giornata stressante lui, stanchissimo, era a letto già alle 23.00.
La mia vita romana è pian piano ricominciata nonostante il jet lag da smaltire. E continuo a viaggiare senza sosta, mi sposto con grande facilità nei luoghi dove stanno i miei amati. In un racconto del 25 gennaio 2004 ho scritto così: "Sulle ali del pensiero mi sposto in continuazione, non ci sono frontiere, solo passato, presente e futuro. E si viaggia gratis."



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