lunedì 13 luglio 2015

Ad Avellino i figli crescono

C'è una foto qui in casa sulla quale si vede, fra gli altri, mio suocero, un suo collega medico e Mussolini, in Albania. Quando il 7 aprile 1939 l'Albania venne invasa dalle truppe fasciste alcuni medici italiani furono spediti al fronte per assistere i combattenti. Mio suocero era uno di loro. Non c'è una data sulla foto e così ho pensato di informarmi su Internet: leggo che Mussolini visita l'Albania l'otto maggio del 1941. E poi ci sono infinite pagine che parlano di quel fattaccio. Io non ne sapevo niente e qualche minima cosa la trascrivo qui.
Dal 7 al 15 aprile 1939 l'Italia fascista invade e annette l'Albania. I militari italiani non incontrano particolari resistenze dall'esercito albanese. Fu una prevaricazione del più forte sul più debole. Mussolini decise di invadere l'Albania per espandere il proprio impero. L'Albania diventa italiana con un colpo di mano. Vittorio III re d'Italia e imperatore d'Etiopia diventa anche re d'Albania. In totale gli italiani che sbarcarono in Albania e occuparono il paese furono circa 22.000. L'occupazione durò dal 1939 fino al 1943 e le statistiche dei danni arrecati all'Albania dall'occupante italiano parlano di 28.000 morti, 12.600 feriti, 43.000 deportati ed internati nei campi di concentramento, 61.000 abitazioni incendiate, 850 villaggi distrutti, 100.000 bestie razziate, centinaia di migliaia di alberi da frutta distrutti.
Mussolini era alto l metro 68. Nella foto mio suocero sembra avere la stessa altezza del duce. A quei tempi Lauccio era considerato, almeno nel meridione, un uomo alto. Uno zio di Chiusano mi disse una volta: "Tuo suocero è altissimo, è quasi un metro e settanta." Mia suocera non arrivava al metro e sessanta. I loro figli una volta adulti superavano di parecchio i genitori. Pino era il più alto col suo metro e ottantadue. In Italia c'è il proverbio altezza mezza bellezza.
Quando mio suocero era in Albania ha chiesto alla moglie di mandargli una foto di lei e dei figli. Il ritratto è molto bello, e quanto era carino Pino.

Raccontava mia suocera che per la sua famiglia preparava pentoloni di pasta. A volte prima di andare al lavoro mio suocero diceva: "Feluccia oggi a pranzo minestrone." Alchè il lamento dei figli in coro: "No, no, no." Mentre mangiavano il minestrone Lauccio ordinava: "Feluccia stasera la pasta."
Senza pasta non riuscivano a vivere. Mia suocera che io chiamavo mamma dal primo giorno che l'ho conosciuta (su richiesta di Pino) cucinava piatti squisiti. Era felice che a me piacessero le verdure, anche lei le mangiava volentieri e le preparava così bene che tutti, oltre che della pasta si servivano anche dei fagiolini, zucchine, insalata e altro. Ma guai a toglierli la pasta. Anche la sua pasta e fagioli era buonissima, ma tutti lasciavano i fagioli sul piatto perchè erano pesanti mentre a me i fagioli piacevano più della pasta.

Nonno Stanislao, primo camice bianco da sinistra.






Nessun commento:

Posta un commento