mercoledì 1 luglio 2015

Telegiornali e dintorni nel 1974



Quando nel 1958 ho conosciuto Pino lui lavorava alle Onde Corte, leggeva il giornale radio e  sketches pubblicitari insieme ad una collega. Questi sketches, spesso scritti anche da Pino, erano piccole recite. Ho assistito qualche volta a come pubblicizzavano con entusiasmo cibi e articoli per bambini. Interpretavano a volte un marito e una moglie che litigavano sulla presunta bontà di un prodotto finchè lui o lei convinceva il partner con dimostrazioni verbali che quello specifico oggetto fosse il migliore sul mercato. Era buffo assistere a questi dialoghi recitati in diretta e in maniera naturale. Gli piaceva scrivere, a Pino. Nei primi anni sessanta ha realizzato degli spettacolini per bambini (come il Circo Za-Bum). E negli anni seguenti ha cominciato a pubblicare racconti, romanzi e lavori teatrali.
Il 22 marzo 1959 ci siamo sposati e nel 1971, dato che aveva una bellissima voce ed un'ottima dizione, è passato dalla radio alla televisione per leggere il telegiornale e prestare la voce a documentari.
Ho sbirciato su Google a proposito dei lettori del telegiornale e ho letto quello che segue:
"Il telegiornale era letto dagli speakers, ovvero da lettori di professione istruiti allo scopo.
La loro apparizione sullo schermo non era accompagnata da alcuna sovraimpressione che ne indicasse il nome, nè da una targhetta sulla scrivania che ne indicasse le generalità.
A questo suo misterioso anonimato lo speaker univa una dizione perfetta, un pò fredda e impersonale, ma straordinaria per chiarezza e comprensibilità. Diventare speaker era cosa tutt'altro che facile. Oltre all'ovvia telegenicità e a una voce correttamente impostata, si richiedeva una cultura omnidirezionale e una buona conoscenza delle lingue straniere, indispensabile nella lettura delle notizie di politica estera.
Ta i più celebri speakers del telegiornale ricordiamo: Riccardo Paladino, Gigi Carrai, Gianni Rossi, Edilio Tarantino, Alberto Lori e Sepp D'Amore. Giuseppe, detto Sepp e anche Pino D'Amore, da ricordare per l'ottimo talento di scrittore.
Oggigiorno i telegiornali sono ormai condotti dai giornalisti della testata. Tuttavia le voci fuori campo dall'impostazione perfetta ci sono ancora, ad esempio nella lettura dei comunicati di rete, nei numerosi spots pubblicitari, nei documentari, e così via. Sono proprio queste voci a mantenere vivo il più bel modo di parlare la lingua di Dante."
Quando andavamo a trovare i parenti ad Avellino Pino a volte parlava con loro il dialetto avellinese. Ma il suo italiano era senza pecche ed accenti, mentre tutta la sua famiglia aveva una forte cadenza dialettale.
I nostri tre figli hanno anche loro una bella voce e David non è mai stato influenzato dalla cadenza romanesca. Di Jan e Sigrid si sente che sono romani di Roma.

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