martedì 15 marzo 2011

Buddha ciccione



Nel mio quartiere noto diversi bambini cinesi sovrappeso accompagnati dai loro genitori di corporatura normale. Questi bambini non seguono più la dieta dei loro antenati? Mangiano troppe merendine come i compagnetti di scuola italiani? In qualche vetrina nei tanti negozi orientali all'Esquilino sono esposte delle statue di diverso formato che rappresentano un Buddha extra large, rubicondo, con un sorriso contento e beato. Penso: "Come si nutriva quest'uomo per diventare così enorme? Esistevano già allora e in quella parte del mondo delle persone obese?" Prima non ci pensavo ma da quando abito qua circondata da gente asiatica, per lo più snella, la curiosità si è fatta viva. Mi sono messa a cliccare sull'amico computer e questo è quanto è venuto fuori.
In realtà il Buddha ridente e panciuto raffigura Pi-pu-tai Ho-shang che signifioca Piccolo-monaco Sacco-di-canapa, abbreviato Pu-tai, un maestro buddhista cinese di scuola Ch'an, vissuto nel X secolo d.C. il cui vero nome era Ch'i-tz'u e che dimorò itinerante nel'attuale provincia di Chekiang. Il fatto che Pu-tai venga raffigurato grasso non vuole dire che in realtà lo sia stato. Nella cultura raffigurativa i "saggi" vengono sempre rappresentati in questo modo. Pu-tai non aveva alcun desiderio di definirsi maestro di Ch'an nè di radunare discepoli intorno a sè. Invece girava per le strade con un grosso sacco di canapa pieno di canditi, frutta e frittelle. Dolci da distribuire ai bambini che intorno a lui giocavano. Dava ai bambini e chiedeva agli adulti: "Dammi un centesimo." In giapponese Pu-tai è diventato Hotei.
Arrivato all'illuminazione ha meritato l'appellativo di Buddha.
Adesso so che non si tratta del Buddha Siddharta Gautama (563-483 a.C.), che, a differenza di Pu-tai era snello come un giunco. Il titolo Buddha deriva dalla radice sanscritto budh, che significa "conoscere", "realizzare", "risvegliare".
Il Buddha come il Cristo non ha lasciato niente di scritto. Tuttavia le sue parole vennero registrate dai discepoli e tramandate agli altri. Molta è la confusione che questo sistema ha generato; col tempo si sono formate migliaia e miliaia di diverse sette che, direttamente o indirettamente, rivendicano il loro "buddhismo". Comunque, sono due i punti che vengono accettate all'unanimità: che Buddha raggiunse l'illuminazione suprema e che la sua compassione, ma sarebbe meglio dire "il suo assoluto rispetto" abbraccia tutto ciò che  vive..
Il buddhismo non chiede ai suoi discepoli una fede, una pratica di culto e un consenso incondizionato, in quanto reputa legittime tutte le altre religioni e non accetta l'intolleranza.
Nello stesso secolo in cui Buddha insegnava la dottrina della contemplazione e della non violenza, idee analoghe venivano predicate da Confucio (Kong Fuzi 551 a.C.-479 a.C.) in Cina, da Zoroastro (Zarathustra, intorno all'800 a.C.) in Persia, da Pitagora (575 a.C.-495 a.C.) in Grecia, da Isaia (765 a.C.) a Gerusalemme e, in un'altra parte dell'India, da Mahavira (599 a.C.-527 a.C.).
Andando al Museo Orientale a due passi da casa mia è stato l'inizio per fare mille passi in paesi lontani. E non finisce qui, ci sono ancora altre filosofie e religioni con il loro pensiero in tema. Perciò altre ricerche da fare.
Mi sto facendo una cultura, peccato che ho la memoria labile.

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