venerdì 18 marzo 2011

Some animals are more equal than others

Jan dall'America segue il mio blog e visto l'argomento che sto trattando mi ha mandato via e-mail un articolo apparso su The New York Times scritto dal noto opinionista Mark Bittman che parla di come gli animali non vengano trattati allo stesso modo: Why do we protect pets more than farm animals? Una ragazza, Monique, in un attimo di rabbia ha sbattuto il criceto del fratello per terra provocandone la morte. Membri della Protezione degli Animali (ASPCA American Society for the Prevention of Cruelty to Animals) sono venuti alla sua porta e Monique ha trascorso una notte in prigione. E' da condannare quello che ha fatto.  Però all'industria degli allevamenti è permesso di commettere crudeltà inaudite. Qualcosa non va. Quel "qualcosa" è il seguente. Noi proteggiamo animali da compagnia come criceti, cani, gatti ignorando largamente (in gran parte) l'ammontare delle torture commesse su polli, mucche e maiali. In breve, se io possiedo un maiale come animale domestico non gli posso dare un calcio. Se allevo un maiale per venderlo come cibo posso  torturarlo liberamente. Leggi dello Stato note come "Common Farming Exemplions" consentono agli allevatori, piuttosto che ai legislatori, di autoregolamentarsi. "In altre parole", come Jonathan Safran Foer, autore di "Mangiare Animali" mi ha scritto via e-mail "L'industria ha il potere di definire la crudeltà. E'  folle come dare ai ladri il potere di definire lo sconfinamento."
In questo paese (USA) uccidiamo quasi 10 miliardi di animali ogni anno, circa un sesto del totale mondiale. Molti, se non la maggior parte di questi animali vengono allevati (oppure no, dato che probabilmente un paio di centinaia di milioni sono uccisi alla nascita) industrialmente, in condizioni che il filosofo Peter Singer ed altri hanno paragonato ai campi di concentramento.
Grazie al Common Farming Exemptions, finchè allevo animali per il cibo posso mettere circa 200 milioni di pulcini maschi vivi nella macchina tritatrice, castrare per lo più senza anestesia 65 milioni di vitelli e maialini l'anno, allevare animali malati (da non dimenticare il più di mezzo miliardo di uova ritirate l'ultima estate in due sole fattorie dello Iowa), che muoiono senza cure veterinarie, imprigionare animali in gabbie talmente piccole da non poter permettere il benchè minimo movimento, o uccidere animali in massa per arginare focolai di malattie.
Tutto questo è legale perchè noi li mangiamo. Abbiamo scopi giustificabili.
Dovremmo trattare meglio gli animali e allevarne di meno; questo vorrebbe dire ridurre il consumo di carne. Tutto sommato, una situazione migliore per noi, per gli animali e per il mondo.
Se Monique  fosse finita davanti al giudice nessuno avrebbe difeso la sua azione, perchè il suo era un animale domestico e quindi non nato per essere costretto a vivere l'inferno degli animali commestibili.
Un video di Smithfield, il più grande produttore di carne porcina al mondo, fa sembrare celestiale il suo allevamento. Ma il video segreto della Humane Society degli Stati Uniti, racconta una storia diversa, una storia ripugnante. Ciò spiega perchè amici dell'agrobusiness hanno proposto leggi nello Iowa e in Florida che vietino di realizzare questi video segreti.
Cominciano finalmente a spuntare leggi che muovono i primi passi verso un generale miglioramento delle condizioni degli animali da fattoria e sicuramente la maggior parte dei piccoli agricoltori, ed anche alcuni tra i più grandi, allevano gli animali con più umanità. Almeno questi pochi animali, finchè sono in vita, vengono trattati con lo stesso rispetto che si deve tributare ad un criceto.
Per la maggioranza dei non-pets, però, è sfortuna.

Theodor Wiesengrund Adorno, filosofo: "Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono soltanto animali."

Un esperimento: "Date a un bimbo una mela e un coniglio vivo. Non accadrà mai che il bimbo giochi con la mela e mangi il coniglio."

ed io: "Non può fare bene mangiare la sofferenza altrui."


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